Autore Topic: Kawasaki 500 Mach III H1, l'indomabile  (Letto 17409 volte)

Offline Titto

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Re: Kawasaki 500 Mach III H1, l'indomabile
« Risposta #15 il: 02 Gennaio 2015, 20:09:54 »
Il mio papà aveva questa versione un po' addomesticata, mi pare del '74 o '75.

 :sbav: :sbav: :sbav: :sbav:
L'avevo convinto io, prova di Motociclismo alla mano, che poteva competere con i suoi due amichetti con le Kawa 900. Io avevo il Corsarino ZZ e gliel'ho rubata due o tre volte di nascosto, una delle quali solo in un giardino di discrete dimensioni: ebbene, era agile come il Corsarino sullo stretto, si accendeva con una mano e il rumore di barattoli mi capita ancora di sognarlo... Allora le moto, a mio parere, erano più ludiche, meno serie di oggi, volevano essere giocattoli senza nessuna pretesa di perfezione. O forse ero io che mi sentivo così a 14 anni?  sm17
Siccome si imbrattava a volte qualche candela, quel genio del meccanico chiuse troppo il miscelatore e papà grippò il cilindro centrale a 180 km/h, per fortuna ebbe la prontezza di tirare la frizione...
Ma forse ve l'avevo già detto quando il Valchi ci ha propinato i Kawa le altre volte... :SAD:
Fabrizio "Titto" Brizi
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Offline alex

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Re: Kawasaki 500 Mach III H1, l'indomabile
« Risposta #16 il: 02 Gennaio 2015, 20:13:29 »
quando il Valchi ci ha propinato i Kawa le altre volte... :SAD:

 :arar:
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Offline Enzo

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Re: Kawasaki 500 Mach III H1, l'indomabile
« Risposta #17 il: 02 Gennaio 2015, 20:50:40 »
Ma alla fine la scuola europea era effettivamente superiore in fatto di telai in quei anni oppure no ? :SAD:
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Offline Valchisun

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Re: Kawasaki 500 Mach III H1, l'indomabile
« Risposta #18 il: 02 Gennaio 2015, 20:52:12 »
Fra tre mesi si replica.  sm453 sm453 sm453

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Offline Enzo

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Re: Kawasaki 500 Mach III H1, l'indomabile
« Risposta #19 il: 02 Gennaio 2015, 20:56:39 »
Fra tre mesi si replica.  sm453 sm453 sm453
Eh no , adesso come esperto mi rispondi , non posso aspettare 3 mesi . :pig:
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Offline Valchisun

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Re: Kawasaki 500 Mach III H1, l'indomabile
« Risposta #20 il: 02 Gennaio 2015, 21:37:39 »
Ti posso dire che Laverda, Guzzi e Ducati di quegli anni come guidabilita' erano ancora un'altra cosa rispetto alle prime maxi giapponesi, gia' a quei tempi si assistevano alle prese in giro da bar Sport di chi possedeva le sportive italiane degli anni settanta, contro i primi filo-nipponici. Le inglesi le conosco poco, perche' erano piu' da fine anni sessanta, ero ancora troppo giovane, io.... :72: , ma le italiane le conoscevo molto bene, perche' ce le avevano i miei parenti ed amici, Laverda, Guzzi e Ducati non avevano la cavalleria delle maxi giapponesi, erano tutte bicilindriche con una settantina di Cv e niente di piu', ma dalla loro avevano una tenuta di strada ineccepibile ed una frenata altrettanto valida, moto "fisiche", da guidare di forza, perche' caratterizzate da telai lunghi di interasse e dalla forcella pittosto sdraiata, che permettevano di non  cag...si addosso nei lunghi curvoni autostradali, ovviamente da guidare in montagna ti massacravano, ti impegnavano fisicamente, anzi ti distruggevano proprio, ed i freni, sia i piu' vecchia Fontana a tamburo doppia camma, che poi i primi a disco, ti permettevano di essere sempre sicuri ,o quasi, di riuscire a fare la curva o il tornante che si avvicinava.
Tutto il contrario erano le maxi giapponesi, caratterizzate da motori quattro cilindri o a tre come le Kawa a due tempi, con potenze di gran lunga superiori a quelle delle moto italiane, ma quasi ingestibili per grosse carenza di telaio e di sospensioni, ecco spiegato l'arrivo di telaisti europei come Bimota, Segoni, lo svizzero Egli, che utilizzavano quei super motori, ma creavano dei telai ad hoc per potere sfuttare, anche in pista, tutto quel benddio di cavalli, ma senza doversi per forza ammazzare...

queste erano le italiane di quegli anni piu' adatte a combattere con le prima maxi giapponesi:

Guzzi V7 750 Sport del 1970:



Ducati SS 750 del 1973:



Laverda Sf1 750 del 1973:



Il valore attuale di una Guzzi V7 Sport "telaio rosso" o di una Ducati 750 SS "carter tondi" in perfette condizioni supera i 30.000 Euro...
« Ultima modifica: 02 Gennaio 2015, 21:41:40 da Valchisun »

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Re: Kawasaki 500 Mach III H1, l'indomabile
« Risposta #21 il: 02 Gennaio 2015, 22:38:34 »
Ricordo che un mio amico sulla suas una CB 750 montava un forcellone della Bimota di colore rosso (come la Kava postata da Bikerider), esteticamente era  una sm454, ma lui diceva che la moto andava meglio   sm414
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Offline alex

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Re: Kawasaki 500 Mach III H1, l'indomabile
« Risposta #22 il: 02 Gennaio 2015, 22:39:10 »
beh Guzzi e Ducati quanto a tenuta di strada si, su Laverda avrei qualche leggera obiezione...
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Offline Valchisun

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Re: Kawasaki 500 Mach III H1, l'indomabile
« Risposta #23 il: 03 Gennaio 2015, 01:01:05 »
Posso dirti della Laverda Mille Tre cilindri, quella l'ho anche guidata:




Quella moto, presentata al Salone di Milano del 1971, stupi' il mondo motociclistico e non solo, perche' era la prima maxi moto da un litro di cilindrata, il motore bialbero sviluppava gia' la potenza, piuttosto notevole per quei tempi, di un'ottantina di cavalli. A differenza delle bilindriche della serie Sf,  che adottavano il motore "appeso" al trave superiore del telaio, sulla Mille il telaio era un robustissimo doppia culla con un enorme tubo centrale superiore a garantire la necessaria stabilita' in curva e per imbrigliare un motore che portava la moto a superare tranquillamente i 220 Km/h., un record per la categoria.
Avendo guidato quella di un mio amico, posso dire che il motore era eccezionale, la classica erogazione "perfetta" tipica del frazionamento a tre cilindri: ottimo tiro ai bassi, grande spinta ai medi regimi e allungo notevole, grazie anche alla distribuzione bialbero, buoni i freni anche se andavano strizzati per bene, per tirare la leva della frizione occorrevano almeno due mani di uno scaricatore di porto, dal punto di vista telaistico, aveva ammortizzatori e forcella tarati sul rigidissimo che davano alla moto una grandissima stabilita' sui curvoni, grazie anche alle dimensioni quasi esagerate del telaio, il problema veniva quando si decideva di curvare, allora li' bisognava proprio buttarla giu' di peso, sembrava di dovere sbattere a terra un lottatore di Sumo, mi ricordo che un mio amico, che era gia' una  bestia di suo, quindi un degno "completamento" del suo Laverda Mille, dopo essersi fatto il Passo del Melogno, si dovette fermare per buttarsi letteralmente per terra dalla stanchezza, perche' non sentiva piu' le braccia, dopo avere "lottato" con la moto per le curve strette ed i tornanti del passo ligure...
La moto soffriva di un peso e dimensioni piuttosto notevoli, altissima di sella, e, soprattutto, del baricentro altissimo dovuto alla particolare forma di quel motore, e poi di problemi di cablaggi elettrici veramente indecenti, era piuttosto normale trovare qualche Laverdista a smadonnare sul bordo di qualche autostrada con l'impianto elettrico che non funzionava piu'....
Per il resto era la classica moto all'italiana, alla "o la ami o la odi", il mio padrino buonanima di Moto Laverda ne ha avute diciassette...Ciao Luis.

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Offline Enzo

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Re: Kawasaki 500 Mach III H1, l'indomabile
« Risposta #24 il: 03 Gennaio 2015, 03:42:50 »
 :grazie:
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Offline ilario

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Re: Kawasaki 500 Mach III H1, l'indomabile
« Risposta #25 il: 03 Gennaio 2015, 14:44:38 »
Telai !!!!????
Non mi ero accorto che le moto giapponesi avessero "anche" il telaio allora.
Grandi motori,grandi impennate,sul dritto erano imbattibili ma telaio e freni erano un opzional non previsto.
Sono stato il "fortunato" possessore di una delle prime dieci 500 importate nel nostro paese (nove morti su dieci moto),me la sono cavata perché mi comprai la 750 che aveva un poco piu' di telaio ed un freno a disco  che reggeva almeno due frenate ma che
alla terza ti piantava .
Per tornare pero' a divertirmi e ad "andare in moto" dovetti tornare alle moto nazionali.
Le Ducati (con le quali ho sempre provato un sentimento di amor-odio)molto prestazionali al mattino ma delle ciofeche allucinanti
al pomeriggio quando si tornava--ti si smontavano progressivamente sotto il sedere e con la carburazione a schiopettii.
Le Laverda che avevano un motore infinito ma un baricentro ad altezza sella,sul dritto-veloce e curvoni lunghi erano velocissime
e delle rocce ma appena si doveva giocare un poco in curva ti superavano anche i motorini.
Le Guzzi che erano un poco meno veloci ma telaio ,tenuta e freni ottimi,motore indistruttibile che ti portava sempre a casa(anche con
un solo pistone).
Le Giapponesi non si arrugginivano(come le nostre)avevano estetica e motori performanti ma per arrivare ad avere prestazioni complessive come le nostre dovettero copiare ancora per molti anni.
La moto sportiva era Italiana--gli altri costruivano moto da lavoro,moto da viaggio,moto da immagine ma ,nel mondo,la motodeisogni
e' sempre stata Italiana.

Offline Canavzan

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Re: Kawasaki 500 Mach III H1, l'indomabile
« Risposta #26 il: 03 Gennaio 2015, 18:07:30 »
Io ho avuto la Le Mans 1 con carena Stucchi e scocca Motoplast. Telaio ottimo, freni pure ( si usava disinserire l'integrale adottando una pompa al manubrio maggiorata ), motore con buoni bassi e bello vibrante. La componentistica, confrontandola con le giapu, faceva c....e.

Offline Valchisun

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Re: Kawasaki 500 Mach III H1, l'indomabile
« Risposta #27 il: 03 Gennaio 2015, 19:01:44 »
E il mio Mhr 900 del 1981 allora?



ero praticamente impazzito per quella moto, ne avevo trovata una in perfette condizioni da Grassotti & Rosa, chi e' di Torino sa' benissimo di che negozio sto' parlando, a quei tempi era il punto di riferimento di tutti gli appassionati di moto di Torino e dintorni, Batti Grassotti corse anche qualche Parigi-Dakar di quegli anni.
Venne perfino a sentirla girare un guru della valle di Susa, uno che conosceva vita, morte e miracoli delle Ducati di quel periodo, in pratica avevo coinvolto una marea di gente per l'acquisto di quella moto, la consegna era diventata un evento... sm409
Devo dire che tanto entusiasmo venne ricambiato dalla soddisfazione di averla e di guidarla, raduno dello Stelvio, Misano a vedere una gara di moto storiche, giri in Francia a iosa, sara' stato l'entusiasmo o i vent'anni, ma allora in moto si andava spesso e volentieri.
La moto era da fachiri, il precedente proprietario, probabilmente affetto anche lui dalla sindrome del "cavallo basso", aveva tolto completamente la sella, messo un foglio di neoprene sottilissimo e rifatto l'imbottitura del codino che faceva diventare la sella una monoposto, e a me la cosa calzava a pennello...
Posizione di guida completamente "sdraiata", il manubrio era posto quasi all'altezza della sella, tipo bici da corsa..., ma la moto era leggerissima, intorno ai 200 kg. scarsi, non esisteva nemmeno il motorino d'avviamento, arrivato poi sulle successive versione di mille cc., indicatori di direzione rimossi, tanto allora non erano ancora obbligatori...Nonostante la posizione e la mancanza della sella, la  moto permetteva anche delle lunghe percorrenze autostradali, non era certo una moto da tornanti, per salire allo Stelvio ti dovevi calcolare bene la traiettoria per non rischiare quasi di dovere fare manovra....E il rumore di scarico? A quei tempi l'arrivo di una Ducati si riconosceva anche a duecento metri di distanza, era il valore aggiunto, un rombo rauco e profondo dovuto allo "zoppicare" dei pistoni per via della disposizione ad L dei cilindri e delle marmitte Conti di serie quasi aperte, il rumore delle Ducati di allora era un marchio di fabbrica depositato, inimitabile.
Tolto i cuscinetti ad aghi del forcellone che avevano preso gioco, per il resto di problemi non me ne aveva dati assolutamente, partiva benissimo al primo o secondo colpo di pedale, il motore era eccezionale con una coppia ai bassi da trattore ed un allungo da distribuzione desmodromica, supera i 220 km/h senza problemi, l'unica accortezza era quella di cambiare l'olio motore ogni 3.000 km., a quei tempi non si parlava ancora di olii sintetici, di olio nel carter ne teneva la bellezza di quasi 5 kg....
Comunque tutte le volte che la posteggiavo, era una festa, si formava il consueto capannello di pensionati entusiasti che venivano momentanemante distolti dai lavori in corso... sm444
Adesso la smetto altrimenti mi scappa la lacrimuccia, ma accarezzare quelle svasature del serbatoio ti rimane dentro.... :baci:

« Ultima modifica: 03 Gennaio 2015, 19:17:06 da Valchisun »

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Offline Enzo

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Re: Kawasaki 500 Mach III H1, l'indomabile
« Risposta #28 il: 03 Gennaio 2015, 19:49:34 »
Che dire , bellissima ! sm13 Ma per curiosità , con cosa l' avevi sostituita ?
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Offline Valchisun

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Re: Kawasaki 500 Mach III H1, l'indomabile
« Risposta #29 il: 03 Gennaio 2015, 22:45:24 »
Con la prima serie delle Ducati Monster, la M 900 del 1993:




il rumore di scarico era quasi identico... :baci:

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