Autore Topic: Benvenuto nel mio mondo, amico  (Letto 3374 volte)

Offline Valchisun

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Benvenuto nel mio mondo, amico
« il: 01 Ottobre 2014, 23:08:15 »
Tratto dal libro di Casey Stoner "oltre ogni limite":

"La Michelin aveva iniziato a capire che me la cavavo con i tempi sul giro, soprattutto con le gomme consumate, cosi' cominciarono ad usarmi come cavia (Casey sta' parlando di quando guidava una Honda Gp clienti del team di Lucio Cecchinello, nell'anno precedente all'ingaggio della Ducati). Mi facevano testare un determinato set di gomme per le prove libere e io ero contento e mi adeguavo subito. Poi, il giorno della gara, mi dicevano:" Non puoi usare quelle, non resisterebbero fino alla fine". Insistevano perche' usassi delle gomme diverse e poi sulla griglia scoprivo che Dany o Nicky o qualcun altro montava le gomme con le quali avevo pensato di correre io. Per contratto ero obbligato a usare qualsiasi pneumatico decidesse Michelin.
Non era come oggi, dove a ogni pilota viene assegnato un set di pneumatici identici per tutto il weekend. All'epoca era lotta aperta.. Davi il tuo feedback a Michelin e loro in teoria avrebbero dovuto decidere qual'era la gomma migliore per ogni sessione. Potevamo testarne alcune nelle prove, ma per la gara erano loro a scegliere per noi. Non sapevamo mai che cosa ci sarebbe capitato: usavamo una gomma con un certo codice per tutto il fine settimana e poi in gara ci ritrovavamo un set con un codice diverso. Spesso capitava addirittura che la ruota anteriore non fosse accoppiata con quella posteriore. A volte nelle prove tutto funzionava bene, ma poi magari in gara imboccavo una curva e l'anteriore si piegava Altre volte la gomma posteriore aveva troppa aderenza rispetto a quella anteriore Avevamo a disposizione moltissime combinazioni diverse di profili e composti, ma sapevamo fin troppo bene quali non avrebbero funzionato.
Io continuavo a spingere perche', ingenuamente, mi fidavo di loro, ma questo mi causo' alcuni gravi incidenti. Il primo fu al Mugello, un rapido lowside dopo nove giri quando stavo correndo in terza posizione  Fortunatamente non era serio come sembrava e fu la moto ad avere la peggio, io me la cavai con un torcicollo, La stessa cosa si ripete' nella tappa successiva in Catalogna, dove riuscii a prendere il comando alla prima curva partendo dalla terza fila dopo un'interruzione della gara a causa di una carambola alla curva uno. Esattamente nove giri dopo la ripartenza, mene stavo tranquillo in seconda posizione dietro Rossi quando l'anteriore si piego' ancora una volta.
Mio padre racconta:"Quando ancora non eravamo entrati in MotoGp, guardando i Gran Premi avevamo sentito parlare di queste cosiddette "guerre di gomme", ma non avevamo mai capito quante implicazioni tattiche ci fossero dietro. In sostanza Michelin controllava il campionato e praticamente decideva chi doveva vincere. Per alcuni piloti facevano addirittura arrivare le gomme dalla Francia in aereo nel giro di una notte! Casey non ha mai ricevuto questo trattamento di favore, lo so per certo. Se nelle prove montava delle gomme che lo rendevano tre o quattro decimi piu' veloci degli altri - e ci sono le tabelle a testimoniarlo se non ci credete, perche' questa e' la verita' - gliele ritiravano e le davano ad un altro pilota. Poi in gara e quasi sempre gli si piegava l'anteriore E il punto era che non lo mettevano mai in guardia!".
Papa' aveva ragione. Cominciavo a sentirmi come un manichino da crash test e, via via che la stagione procedeva, la situazione peggiorava, finche' mi arrabbiai e iniziai a dare segni di insofferenza, guadagnandomi la reputazione del moccioso viziato. Non sto cercando scuse, ma ero veramente demoralizzato. Mio padre mi raggiunse in Europa per cercare di sistemare le cose, ma restava il fatto che erano le gomme le cause dei miei incidenti. Anche la fiducia in me stesso ne risenti' e mi riporto' ai dubbi che avevo avuto al mio esordio nel Motomondiale nel 2002. Cominciai a mettermi in discussione. Era colpa mia o della moto? Ormai non lo sapevo piu'. Ero alla mia prima stagione in MotoGP e non avevo piu' certezze sulle mie capacita'. Avevo dimostrato di essere competitivo, ma i risultati in gara non confermavano cio' che sapevo di poter fare. Questo comincio' a mandarmi in confusione e purtroppo nemmeno il mio team manager Ramon Forcada sembava avere molta fiducia nelle mie capacita'. Sapeva che avevo problemi con le gomme, ma per lui le cose stavano cosi' e basta. Forse e' per questo che, che se si guarda alla carriera di Alex Barros come esempio,  un weekend era uno dei candidati alla vittoria e quello dopo doveva faticare per rientrare nei primi tre. Ma io non ho mai voluto essere uno di quei piloti che galleggiano intorno al decimo posto perche' non riescono a gestire l'anteriore e non capiscono perche'.
Continuai a lavorare sodo come facevo da una vita, e naturalmente continuai a cadere, attirandomi critiche feroci da parte della stampa e degli addetti ai lavori e conquistandomi il soprannome di "Rolling Stoner", che mi irritava parecchio. Piu' il mio talento veniva messo in discussione, piu' la pressione aumentava, e Ramon inizio' a insinuare che i miei incidenti dipendevano dal fatto che non ero abbastanza in forma. Io sapevo che il problema non era quello, eppure non riuscivo a capire perche' continuavo a cadere. Essendo un esordiente, non ero tenuto a saperlo, ma le persone intorno a me, che avevano piu' esperienza, avrebbero dovuto farlo.
A volte, al termine di una gara,dicevo:"Non ho sbagliato niente, non ho fatto errori. Lo saprei se ne avessi fatti". Ma loro ribattevano"Beh, qualcosa devi aver sbagliato, visto che sei caduto". Tutta la colpa ricadeva su di me e, poiche' tutti mi ripetevano che la responsabilita' era mia, cominciai a crederci. Ramon e' un ottimo team manager, estremamente abile nella messa a punto di una moto, ma avrei  voluto che mi ascoltasse un po' di piu'.
Da quella stagione e da quella precedente imparai a non fidarmi delle persone piu' esperte solo in virtu' della loro maggiore esperienza. Quello si sarebbe rivelato uno degli insegnamenti piu' importanti della mia carriera. Spesso io e mio padre ci trovavamo a stimare persone che fino a quel momento avevamo conosciuto soltanto da fuori e che consideravamo molto competenti. Credo che a loro facesse piacere essere apprezzati e che non avessero bisogno di ulteriori stimoli per farci sentire piccoli ed insignificanti. Non potevamo fare altro che fidarci di loro, ma questo avrebbe potuto  porre fine alla mia carriera ancor prima che decollasse. Alla fine di quella stagione mi resi conto che quasi tutti hanno delle priorita', e che non sempre coincidono con le tue.
La mattina della gara al Sachsenring, in Germania, ebbi un altro incidente durante il warm-up. Anche questa volta fu un lowside e accadde alla curva 11, una delle piu' veloci dell'intero campionato. Quando mi rimisi in piedi i commissari di pista mi chiesero come stavo, ma io non risposi subito perche' mi stavo mordendo le labbra per l'intenso dolore alle dita che avevo strisciato sulla ghiaia a 200km/h.
Avevo la mente altrove, ed ero preoccupato non tanto per me stesso quanto per la moto, che avevo distrutto a poche ore dall'inizio della gara!
 - Continua -

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Offline Guidolavespa

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Re: Benvenuto nel mio mondo, amico
« Risposta #1 il: 02 Ottobre 2014, 08:42:16 »
non smetterà mai di piagnucolare...
peccato perchè accellerava...
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Offline Joker

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Re: Benvenuto nel mio mondo, amico
« Risposta #2 il: 02 Ottobre 2014, 11:55:10 »
E' risaputo che la Michelin non era estranea ai magheggi sulle gomme, quando Rossi aveva gia' deciso di passare alla Yamaha, ed era in piena rottura con la Honda, Alex Barros, che in quella stagione non si era mai visto nelle prime posizioni, stranamente, vinse le ultime tre gare di quell' anno  mentre Rossi tribolava a qualificarsi nelle prove.
Temo che le cose che vediamo in Tv non corrispondano sempre alla realta' dei fatti o alle vere capacita' dei piloti in gara.
« Ultima modifica: 02 Ottobre 2014, 11:57:44 da Joker »

Offline Valchisun

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Re: Benvenuto nel mio mondo, amico
« Risposta #3 il: 02 Ottobre 2014, 15:26:30 »
Quando arrivammo alla clinica mobile per un check-up i commissari, riferendo le mie condizioni, dissero che la mia esitazione nel ripondere e il formicolio alle dita erano chiari segnali di una commozione cerebrale. Con il massimo rispetto per tutti i commissari di pista del mondo che impiegano il loro tempo per assicurare il corretto svolgimento della gara, non credo che siano qualificati per prendere decisioni sulle condizioni cliniche di un pilota. Eppure, per qualche ragione, i medici del circuito credettero alla loro versione e mi dichiararono non in grado di gareggiare.Non riuscivo a credere che avessero preso una decisione cosi' drastica quando io non avevo riportato neanche un graffio sul casco. Alla fine dissero che avrei potuto partecipare alla gara se mi fossi sottoposto a un'ecografia e fosse risultato tutto nella norma, ma dovevo fare presto, cosi' salii su un elicottero e andai in ospedale. Naturalmente risulto' tutto a posto, ma quando tornai al circuito gli ufficiali di gara avevano gia' confermato la griglia di partenza, dove la mia presenza non era prevista. Quella fu un'altra enorme delusione per me, ma non l'unica, dal momento che nel corso degli anni ho visto grandissime incongruenze nella scelta di chi puo' gareggiare in determinate circostanze e chi no.
Davvero c'erano di mezzo cosi' tante mosse strategiche quella stagione? Non saprei, ma ogni tanto lo pensavo. Ricordo che a Phillip Island, dopo aver superato qualche problema con la moto nel warm-up, stabilii il tempo piu' veloce della stagione...praticamente volavo! Poi, poco prima dell'inizio della gara, i funzionari Honda ci comunicarono che non potevamo usare il cambio cosi' come l'avevamo impostato perche', secondo quanto sostenevano, il carburante si sarebbe esaurito prima della fine della competizione. Forse avevano ragione,  ma a me sembro' semplicemente che a Honda non piacesse non piacesse l'idea che io potessi battere le loro moto ufficiali. Si verificarono molti episodi simili, uno dopo l'altro, che mi fecero capire che un team privato aveva ben poco potere.
L'unica cosa che mi trattenne dall'abbandonare lo sport in quel preciso istante fu il fatto che durante il penultimo appuntamento della stagione a Estoril, in Portogallo, firmammo un contratto con Ducati per il 2007, Per la prima volta nella mia carriera avrei guidato una moto factory e, cosa ancora piu' importante considerando il mio sospetto che le gomme fossero responsabili dei miei podi mancati, avrei gareggiato con delle Bridgestone. Sapevamo del loro interesse da un po', ma eravamo in trattativa anche con Yamaha. Piu' o meno in quel periodo James Strong, durante una gara di Formula Uno, riusci' a paralre con uno dei dirigenti di Yamaha, il quale gli disse che io avevo fatto delle richeste economiche assurde. Non c'era niente di vero e James, essendo un mio ottimo amico e consigliere, mi racconto' che cosa stava succedendo.
Da quello che ci riferi' capimmo perfettamente che in Yamaha cpera qualcuno che non mi voleva nel team ed evidentemente stava inventando ogni tipo di falsita' per essere sicuro che l'affare non si concludesse. Noi non avevamo contestato l'offerta e avevamo accettato la loro prima proposta senza problemi. L'unica cosa su cui avevamo insistito era stata la richiesta di avere a disposizione lo stesso team di meccanici di Valentino Rossi e Jeremy Burgess per imparare da loro. In fondo era una squadra ufficiale, e noi volevamo farne parte a tutti gli effetti, quindi non credo che fosse una pretesa tanto irragionevole. Fu questo il punto di contrasto e, anche se approvammo il resto del contratto, non riuscimmo ad arrivare ad un accordo su questa semplice questione.
Essendo giunti ad un impasse con Yamaha, l'unica altra opzione era rimanere con Lucio, alle stesse condizioni e con la stessa moto del 2006. Cosi' decidemmo di dare una chance alla Ducati. Il fatto che un team ufficiale mostrasse cosi' tanta fiducia in me, quando io stesso stavo cominciando a perderla, significo' moltissimo. Volevo soltanto conquistare qualche podio e magari la vittoria sfumata in Turchia, volevo lasciarmi alle spalle  tutte le Honda e la Yamaha ufficiali di questo mondo, e far rimpiangere ai giapponesi di essersi lasciati sfuggire un pilota come me. Non pensavo di poter vincere il campionato subito e lo comunicai alla Ducati. Ma questo non significava che non ci avrei provato.
Sapere che il mio futuro sarebbe stato insieme ad Adri mi fece desiderare piu' che mai di inseguire il successo, Ma il fatto che la mia vita privata andasse a gonfie vele non significava che la mia carriera iniziasse ad andare di pari passo. Quella stagione si concluse con altri due incidenti nelle ultime due gare, uno a Estoril, quando per ironia della sorte eliminai proprio Sete Gibernau, il pilota che avrei sostituito in Ducati, e uno a Valencia, portando a 14 il numero di incidenti stagionali. A parte Randy de Puniet (14) e dani Pedrosa (8), anch'essi debuttanti nessun altro pilota totalizzo' piu' di sei incidenti in quella stagione. Valentino Rossi ne fece soltanto tre, l'ultimo dei quali avvenne a Valencia e gli costo' il campionato. Quando rividi la scena in televisione mi sembro' stranamente famigliare.
La corsa al titolo si era ristretta a una lotta all'ultimo sangue tra Valentino e Nicky Hayden, con Valentino in testa di otto punti. In sostanza, a Nicky sarebbe servito uno scenario alquanto improbabile - un incidente a Rossi - per vincere un campionato che aveva dominato per gran parte della stagione finche non era stato messo fuori gioco da Dani a Estoril. Valentino era in gran forma quel weekend e si era qualificato in pole per qualche decimo di secondo, con Nicky quinto in griglia, percio' sembrava che fosse la sua grande occasione.
Ma non appena le luci si spensero, Valentino si trovo' nei guai. Fui uno dei sei piloti che lo superarono al primo giro e se si guarda il filmato si vede quanta fatica faccia Valentino anche solo per tenere il nostro passo. Le gomme anteriori e posteriori non volevano saperne di collaborare tra loro, e al quinto giro quella anteriore insipegabilmente si piego' e lui cadde, proprio dietro di me. E' soltanto una mia teoria, ma credo che gli avessero dato una gomma difettosa. Non so perche' qualcuno avrebbe dovuto farlo. Nello sport ci sono motlissimi interessi commerciali e potrebbero esserci centinaia di motivi per cui e' accaduto, ma sono convinto che Valentino sia stato incastrato. Ricordo di aver rivisto la gara in motorhome quella sera pensando: "Benvenuto nel mio mondo, amico".


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Offline alex

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Re: Benvenuto nel mio mondo, amico
« Risposta #4 il: 02 Ottobre 2014, 17:21:29 »
Questo non è piagnucolare. Arguirei che ad un ragazzo che è venuto in Europa dormendo in camper con la famiglia, e non sponsorizzato dal lavoro di papà, queste cose diano fastidio e si accumulino anzichè venire accettate per poter far cassa un anno ancora e poi un altro. Entrambe le scelte sono legittime, ma sono da sempre convinto che la scelta di un ritiro da campione mondiale e con un contratto HRC in mano sia dovuto a tanti di questi piccoli episodi che chi si fa il mazzo per davvero, e non soltanto in moto e in palestra, trova davvero vomitevoli. E che finalmente se ne parli è un bene.
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Offline Valchisun

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Re: Benvenuto nel mio mondo, amico
« Risposta #5 il: 02 Ottobre 2014, 20:00:02 »
Cio' che dichiara Casey Stoner nel suo libro apre scenari "inquietanti" su cio' che vediamo nella gare di MotoGP, sono tutte cose che si sono sempre pensate, ma per l'amore di un sport, si mette la testa dentro la sabbia e si continua a pensare che quel mondo sia tutto pulito e che vinca quello che e' piu' bravo tra tutti a guidare una MotoGp, e che, da sempre, venga fatta la solita "dietrologia" o gossip per giustificare il tale pilota che non vince o la moto che non va', mentre, temo, che la regia "occulta" ci sia sempre stata, impensabile che con gli interessi che girano in quel mondo non ci siano giochi sporchi, come quando Biaggi venne messo alla porta da tutti i team delle case giapponesi su ordine della Honda, oppure la gomma Michelin fabbricata su misura per ogni circuito per Rossi, ma ,come racconta Casey, anche Valentino non fu' sempre avvantaggiato, gli venne addirittura sottratto un Mondiale per farlo vincere ad un "americano"...E, come ricorda Joker, Alex Barros che "improvvisamente" si mise a vincere gare a raffica non appena Rossi decise di andare via dalla Honda sbattendo la porta, tutte casualita', suppongo....
« Ultima modifica: 02 Ottobre 2014, 20:43:04 da Valchisun »

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Offline Guidolavespa

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Re: Benvenuto nel mio mondo, amico
« Risposta #6 il: 02 Ottobre 2014, 20:50:54 »
gomplotto...
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Offline Enzo

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Re: Benvenuto nel mio mondo, amico
« Risposta #7 il: 02 Ottobre 2014, 20:55:10 »
gomplotto...
Mah , i maneggi nelle corse si sono sempre fatti e Stoner partito come signor nessuno e arrivato a vincere mondiali forse si era stufato del circus , tutto qui !
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Offline Valchisun

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Re: Benvenuto nel mio mondo, amico
« Risposta #8 il: 02 Ottobre 2014, 20:56:08 »
Mi auguro soltanto che con il ritorno della Michelin, non si mettano di nuovo a fabbricare la gomma "ad personam" e  "ad circuitum" solo per qualcuno..... :72:

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Offline lumaunouno

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Re: Benvenuto nel mio mondo, amico
« Risposta #9 il: 02 Ottobre 2014, 21:27:57 »
Comunque tutto, il libro andrò a comperare ed una bella lettura mi farò. Ed in tutti i casi, l'apparenza non è mai la realtà/verità.

Offline vin-lap

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Re: Benvenuto nel mio mondo, amico
« Risposta #10 il: 03 Ottobre 2014, 11:56:28 »
Citazione da: Valchisun link=topic=11733.msg129087#msg129087 da :57:te=1412276168
Mi auguro soltanto che con il ritorno della Michelin, non si mettano di nuovo a fabbricare la gomma "ad personam" e  "ad circuitum" solo per qualcuno..... :72:
perché le bridgestone sono andate sempre bene a tutti? :57:
moto varie.....

Offline alex

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Re: Benvenuto nel mio mondo, amico
« Risposta #11 il: 04 Ottobre 2014, 08:26:47 »
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Offline vin-lap

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Re: Benvenuto nel mio mondo, amico
« Risposta #12 il: 05 Ottobre 2014, 22:59:45 »
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