Autore Topic: Il Parco Giochi  (Letto 637 volte)

Offline alex

  • Global Moderator
  • Hero Member
  • *****
  • Post: 29864
  • Quartier del Piave (TV)
    • Mostra profilo
Il Parco Giochi
« il: 26 Febbraio 2011, 12:47:41 »
Siamo abituati a chiamarlo così, ormai, il Nordafrica.
Un posto in cui per primi si sono affacciati quelli per i quali la meta era il viaggio stesso, poi auto e moto turisti con la passione della scoperta, e via via sempre più persone, con le motivazioni più disparate, che vanno dall'immersione in realtà culturali e paesaggistiche differenti al mero piacere della smanettata esotica.
Quindi un modo di intendere il "gioco" da svolgere lì personalissimo e sfaccettato, che proprio in questo non sminuisce la dignità di luoghi e popolazioni se non per quella parte che vede coinvolti smanettoni con l'unico fine di farsi una vacanza all'insegna del "tutto è permesso". Forse anche il fiorire di più o meno raffazzonati tour operator, ha fatto intravedere la possibilità di sfruttare a pieno regime questa voglia di gioco, e quindi sono spuntati come funghi enti da una parte e dall'altra del Mediterraneo.

Ora il parco giochi è chiuso a tempo indeterminato. La rivolta Tunisina ci è sembrata, per superficialità o per canalizzazione approssimativa delle informazioni, un episodio di rapida soluzione e che ci avrebbe permesso di riappropriarci del diritto al gioco in tempi ragionevolmente brevi.
Così non è stato, e alla Tunisia si sono aggiunti prima l'Egitto e poi la Libia, in modo sempre più aspro e radicale. Ora i tempi del ritorno al Parco Giochi saranno estesi in modo indefinibile, perché si tratta di voglie di democrazia che mancano della necessaria maturità per poter definire un assetto stabile e duraturo, oltreché resistente alle turbolenze di nuovi impulsi dittatoriali. C'è poi la possibilità che queste debolezze socio-culturali possano far attecchire il fondamentalismo proprio dove e quando si cercava una condizione di vita più consona ai giorni nostri. Insomma, la strada che dovranno fare è lunga e tutt'altro che semplice, e la soluzione non è dietro l'angolo.
Insomma, se è anche vero che appena sarà tornata una calma apparente ricominceranno inviti ed esortazioni, non é il caso di fiondarsi a pesce in un calderone instabile. Anche perché le regole, nel frattempo, potrebbero ben essere cambiate. Già adesso erano in continua evoluzione, per non dire che venivano gestite di giorno in giorno ed addirittura interpretate autonomamente da checkpoint a checkpoint.

La cosa, presa da lontano e con le chiappe su una sedia, di qua dal Mare Nostrum, può essere usata in modo positivo. Direi meditativo, nel senso che, finita la corsa frenetica alle piste (a Natale e Pasqua c'era più gente conosciuta al camp di Bordj-El-Khadra che non in piazza del paese, e chi non c'era è un barbone) forse possiamo permetterci di usare il tempo per capire che quel viaggio, quando sarà di nuovo possibile farlo, sarà qualcosa in più di una motocavalcata di più giorni e senza alberi. E magari non passeremo più neil Parco dell'Akakus domandandoci a malapena cosa sono quei disegnini sulle rocce e poi subito manetta e via andare. Potremmo, alla fine, apprezzare e tentare di comprendere (per quanto possibile) i riti del pane nel deserto e del the attorno al fuoco, invece di sommergerli con le chiassate in attesa di quella che per noi è, asetticamente, solo la cena.
Aprilia SL1000 Falco "Zia Frankenstein"
SWM RS 500 R