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Topics - Lamberto

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Report su uscite nel nord Italia / La plus belle
« il: 11 Aprile 2011, 00:58:31 »
Certamente quella di ieri è stata una delle più belle escursioni fatte da me e Gianni, non lunghissima perchè ci siamo portati in zona di partenza con il furgone evitando una ventina di km di noioso asfalto.
Comunque ci sono voluti tre litri di benzina per le nostre Montesa che non sono pochi considerando che la mulattiera partiva a 500 mt dal parcheggio.
La giornata dal clima eccellente ci ha permesso di vivere questa uscita nelle migliori condizioni, il percorso lo conoscevamo ma abbiamo affrontato la prima parte nel senso opposto di come solitamente lo percorriamo, ne è venuta fuori una uscita molto bella, un percorso che non ci ha dato mai tregua e per questo è stato impegnativo, mai pezzi molto hard a parte qualche tratto un pò esposto però l’80% del percorso è stato divertente perché è stato un susseguirsi di tornanti, tornantini e gradini.
Poi sassi smossi e roccia viscida sono stati il lite motive della giornata ma ne è valsa la pena, la mancanza di tratti per recuperare il respiro hanno “alzato la temperatura” e ci hanno suggerito per la prossima volta di partire molto presto al fine di essere in quota per la metà del mattino anche perché parecchi tratti sono esposti al sole.







Come dice il mio socio....un fiore tra i fiori   sm444 sm444














Gianni sistema al meglio un nuovo passaggio causa una piccola frana sm403












Passaggio ripido.. :-\








Sosta per riprendere fiato....le nostre facce si confondevano con il rosso delle maglie  :93:










La primavera anche in quota comincia a fare capolino


Le montagne innevate sullo sfondo segnano l'inizio della "via del sale", è ancora presto per il transito






Ossigenooooooooooo!! Ormai ci siamo...


Eccoci a 200 mt dalla sommità


Causa il repentino innalzamento della temperatura si è verificato un evento insolito per la nostra zona, il mare è ricoperto da una fitta coltre di nubi







A' la prochaine!

Lamberto

foto di Lamberto & Gianni

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Fotografia / La prima moto da trial non si scorda mai
« il: 07 Aprile 2011, 16:05:41 »
1982 - Fantic Trial 200

a spasso per il monte Martica (VA)







Lamberto

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Comunicazioni / Un contributo per sostenere motoalpinismo.it
« il: 07 Aprile 2011, 15:41:58 »
Un anno fa è nato motoalpinismo.it è stato poi reso attivo dal mese di settembre.
In questi sette mesi grazie agli amici che danno un importante contributo alla  gestione del forum siamo cresciuti in termini qualitativi e quantitativi , questi risultati ci incoraggiano a proseguire con l’intento di migliorare questo luogo virtuale dove far incontrare gli appassionati di motoalpinismo.

Come si può immaginare la gestione e la manutenzione del sito è impegnativa e costosa e, non avendo nessun tipo sponsor e di introito, chiedo ai visitatori un contributo per aiutare a coprire le spese, l’importo è libero e volontario.
Dato che siamo una piccola comunità anche un minimo importo è importante.

Le modalità di pagamento sono le seguenti:

a mezzo Postepay andando o in un ufficio postale o in una ricevitoria SISAL
il nr. di carta è: 4023 6005 8734 1019
occorre anche indicare il mio codice fiscale che è : GLN LBR 57 B 11 F 346 W

oppure

a mezzo bonifico bancario con le seguenti coordinate:

BANCA INTESA
C/C Intestato a Galanti
IBAN:  IT 50 X 03069 48969 1 000 0 000 4278

Al fine della verifica dei movimenti siete pregati di mandarmi un messaggio all’atto dell’avvenuto versamento.

Grazie

Lamberto






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Comunicazioni / Il mal di schiena e il fuoristrada
« il: 29 Marzo 2011, 00:50:35 »
Data una mia recentissima esperienza volevo con queste mie righe dare un piccolo contributo che possa dare qualche utile indicazione per chi ha questa patologia.
Ai primi di febbraio dopo la partecipazione ad una mulatrial dove avevo partecipato divertendomi e senza alcun problema, il giorno dopo mi ero svegliato con dei dolori alla schiena terribili che mi avevano bloccato a letto per un paio di settimane in quanto non riuscivo neanche a tirarmi in piedi dal male.
Vi risparmio il calvario di medici e medicine, alla fine il verdetto era unanime “discopatia severa”, infiltrazione alla spina dorsale e tante medicine (due iniezioni al giorno + pastiglie varie), mi era stato detto chiaramente che per il resto dei miei anni niente più moto, niente corsetta, niente di niente. D’accordo ho 54 anni ma mi sembrava un po drastica e frettolosa la conclusione.
Per mia fortuna ho conosciuto un simpatico professore di oltre settanta anni che da quasi cinquanta studia la spina dorsale, mi è piaciuto l’approccio perché davanti alle lastre mi aveva spiegato tutti i problemi che ho, parte dettati dalla vita sedentaria e parte da una mia predisposizione. Quindi da subito avevo chiara la situazione, certamente ancor più brutta della discopatia precedentemente diagnosticata, per dare una visione al medico di quale fosse il mio hobby mi ero portato dietro un giornale di motoalpinismo così mostrai al dottore le posizioni e gli stress fisici a cui si viene sottoposti. Preso atto della cosa non diede un particolare peso però mi disse che per poterlo praticare nuovamente avrei dovuto prendere le debite precauzioni.
Allora perchè tutti questi problemi? Vuoi per queste brutte abitudini di postura, vuoi perché si è davanti ad un monitor otto ore al giorno più le ore che passiamo in auto determinati muscoli non vengono più sollecitati e lentamente perdono tono.
Questi muscoli sono: il pavimento pelvico, i traversi dell’addome (da non confondersi con gli obliqui e gli anteriori) e il multifido (muscolo retto dx e sx. Questi muscoli perdendo tono fanno si che la colonna vertebrale non abbia una struttura adeguata e diventa instabile con la conseguenza che con l’andare del tempo le vertebre si disallineano ed anche i dischi intervertebrali si spostano creando a volte anche delle ernie esposte.



Prima ancora di arrivare a questi livelli questo disordine vertebrale crea infiammazione dei nervi che escono dalle vertebre perché la non corretta posizione di quest’ultime schiacciano i nervi.





Questa instabilità degenera e attraverso l’artrosi si creano delle escrescenze ossee (becchi) al fine di cercare di stabilizzare la colonna saldando tra loro le varie vertebre.
Ovvio che vertebre tra loro connesse danno stabilità ma creano altri problemi alle vertebre adiacenti e tolgono anche la possibilità di flettere.
A questo punto il medico mi spiega che per risolvere il problema non servono medicinali, a parte gli analgesici per i momenti più acuti, ma occorre fare dei semplici esercizi per mettere in funzione i muscoli che determinano la struttura che sorregge la spina dorsale.
Guardiamo questo schema, cerchiamo di immaginare il nostro addome come se fosse un cilindro dove alla base abbiamo il pavimento pelvico (sono i muscoli che sorreggono le nostre viscere), poi abbiamo ai lati i traversi dell’addome, dietro il multifido (retto dx e sx) e come apice il diaframma.



Il diaframma è l’unico muscolo tonico perché lo utilizziamo per respirare.
Recentemente (1999) hanno scoperto che i muscoli sopracitati, se sono normalmente dimensionati, si muovono automaticamente all’unisono per proteggere la spina dorsale e il contenuto del nostro addome.
Con un apparecchio miografico si è potuto vedere che questi muscoli come avvertono un movimento di un arto (ad esempio quando si cammina) si attivano rapidamente per evitare che arrivino delle sollecitazioni alla colonna ed ai visceri. Ora nel mio caso come in migliaia di altri casi, il mal di schiena e la instabilità si genera perché non è più attivo questo automatismo muscolare di protezione perché i muscoli sono ridotti al minimo tranne il diaframma.
Quindi, per fare un esempio, quando io spingo sulla sella per cercare trazione in una salita impestata tutti i colpi che i sassi danno alla moto vengono trasmessi alla spina dorsale senza che questa possa difendersi e quindi i dischi intervertebrali si schiacciano ed i nervi si infiammano.
Ovviamente questo fenomeno ha entità diversa in base alle sollecitazioni prese ed al proprio stato fisico.
Per risolvere questo occorre fare degli opportuni esercizi fisici che nulla hanno a che vedere con quelli che normalmente si fanno in palestra.
Ho cercato di essere il più sintetico possibile per cercare di spiegare il problema di per se piuttosto complesso, ovviamente non ho le competenze mediche, vi ho descritto con le mie parole solo per farvi sapere che oggi ci sono i metodi per guarire o perlomeno meglio convivere in una data situazione.
La mia oggi è compromessa perchè i dischi una volta schiacciati non si ripristinano più, però non sono proprio al capolinea anche se per andare ancora in moto dovrò prestare più attenzione.

Lamberto

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Report su uscite nel nord Italia / Motoalpinismo terapeutico
« il: 27 Marzo 2011, 16:44:42 »
Dopo due mesi di riposo forzato la voglia di andare in moto era tantissima e anche se non sono al 100% con Gianni abbiamo deciso di
fare comunque un percorso medio impegnativo dalle chiare funzioni terapeutiche :angel: che poi, grazie ad un nuovo sentiero provato
(bravo Gianni!), si è rivelato impegnativo ma vario e molto divertente.

Ecco il mio preparatore atletico che si stà cambiando  sm472





Comincio a scaldare il "diesel"



Si parteeeeeeeeeeeeeee!!



























Qui il mitico Gianni l'ho immortalato nel momento in cui mi dice "proviamo?
"Certooooooooo!!"
Questa nuova variante merita proprio è mediamente tosta con alcuni passaggi impegnativi

















Gianni si è dato alla archeologia  sm444 sm444 eccolo con in mano un osso di un motoalpinista dell'era paleozoica  :hee20hee20hee:












































Qui si modifica il passaggio perchè insidioso, un minimo errore può costare caro















La nuovissima gomma della Michelin "X 999", trattasi di slick da trial in dotazione al "Ponente trial team"  :P
gomma per pochi perchè serve per allenarsi sul difficile, con la gomma X 11 sono tutti bravi  sm441 sm442



Lamberto

foto di Gianni & Lamberto


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Comunicazioni / La FMI incontra i rappresentanti dei trialisti
« il: 11 Marzo 2011, 15:01:49 »
Vi metto il link ai due filmati relativi alla riunione tenutasi ai primi di febbraio con il rappresentante dei trialisti in seno alla FMI, Giulio Mauri.
Questo rappresenta un primo ed importante momento in cui la FMI ha iniziato ad ascoltare in modo diretto il nostro mondo , spero che ci
sia un seguito, per ora complimenti a tutti per l'iniziativa nata dalla direzione di mototrial.

Lamberto



http://www.youtube.com/watch?v=pfP3eMysxIM&feature=player_embedded

http://www.youtube.com/watch?v=JWfhDBK0kL0&feature=player_embedded


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Bella, bella, bella!!!
Oggi è stata un fantastica giornata, la mulatrial di Albenga è un evento realizzato dal locale motoclub al quale vanno i complimenti
per una ineccepibile organizzazione, il percorso era ben segnalato e nei punti critici i ragazzi della organizzazione garantivano la "presa".
I percorsi erano divisi tra giallo (il più semplice), verde (difficoltà media) ed infine il blu (difficile), il terreno in perfette condizioni ed
il clima primaverile hanno agevolato la riuscita della manifestazione.
Io ho seguito il percorso verde e devo dire che mi sono divertito veramente tanto, un percorso per niente banale, nella parte finale
prima del ristoro abbiamo trovato zone piuttosto impegnative.
La seconda parte del percorso ha presentato delle difficoltà minori ma abbiamo incontrato delle mulattiere impegnative per via della
lunghezza e di infiniti gradini che non davano mai un attimo di respiro, sicuramente è una mulatrial da mettere in agenda per il prossimo anno.
Eroe del giorno a causa di errori di interpretazione della segnaletica il nostro Gianni che si è sparato degli hard da infarto tra questi la
mitica mulattiera "dei pali" che è, dai racconti di chi l'ha percorsa, qualcosa di veramente molto impegnativo.
E' stato simpatico ritrovare gli amici di sempre e tanti altri conosciuti nei vari eventi, la partecipazione è stata massiccia sicuramente
oltre 400 i partenti.
Poche note negative, due Cota con marmitta aperta, ai proprietari gli avrei proibito di partire.
Ci sono ancora quelli che fanno la miscela al 7% e ti fanno morire in mulattiera quando gli sei dietro  sm38
Alcuni piloti avevano le gomme a 2 atmosfere e si lamentavano perchè non salivano.
Comunque in generale l'atmosfera era veramente amichevole e piacevole diversamente dalle cavalcate di enduro a cui ho avuto modo di partecipare.
Ecco alcune foto che ho scattato, purtroppo ne ho fatte poche perchè il tempo non ne ho avuto soprattutto poi nei pezzi impegnativi.
In ultimo ci sono alcune foto scattate ed elaborate da Gianni.

Per trovare comodamente il parcheggio siamo arrivati di buon'ora













Oggi erano presenti i testers di Motociclismo Fuoristrada che hanno provato lungo il percorso della mulatrial
le nuovissime Ossa e Scorpa SY 280 R.

























La bellissima isola Gallinara




























































A' la prochaine!

Lamberto


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Report su uscite nel nord Italia / Un giorno da "Leoni" a Pompeiana
« il: 09 Gennaio 2011, 16:15:18 »
Dopo un settimana di pioggia incessante ieri siamo stati graziati da una giornata con un clima mite ma senza sole, ovviamente il terreno
nonostante dreni bene un po di fango "briccone" ce l'ha regalato rendendo il percorso più impegnativo e soprattutto sulle pietre viscide
si ballava l'Hully Gully  :hee20hee20hee:
L'atmosfera era molto "Scottish" vuoi per la nebbia vuoi per i verdi pratoni presenti in quota e la cosa in fondo era piacevole anche se
purtroppo la vista mare era preclusa.
Comunque, nonostante le previsioni su alcuni siti non fossero rosee, alla partenza eravamo oltre venti persone, il livello generale dei partecipanti era ottimo e grazie agli amici e guide, Renato e Ivano, si è potuto farli divertire lungo i percorsi della bella località di ponente.
Un ringraziamento alla nutrita presenza dei ragazzi del MC i Leoni ed anche a quelli del MC Lazzate, poi non potevano mancare gli amici pinerolesi con i quali ormai un legame di "sangue" ci vede uniti da anni.




Lazzaro nei primi tornanti della mulattiera delle mucche






Ecco il bravissimo "Menca" all'opera










Gianni dopo la cena della sera precedente non ha potuto fare a meno di..... sm444 sm444 sm444 sm444






Ecco Valchisun con la GASGAS nuova fiammante che viene "battezzata" con i fanghi di Pompeiana  sm414
 







I più bravi prendono una mulattiera con un inizio piuttosto impegnativo












Lazzaro all'opera nella impegnativa discesa di fine mattinata








L'inossidabile Gino anche lui tra i protagonisti di questa bella giornata di motoalpinismo






Il "Valchi" zavorra la nuova bimba































A' la prochaine!!

Lamberto

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Report su uscite nel nord Italia / Moto pattinaggio
« il: 03 Gennaio 2011, 00:14:35 »
Oggi si rivede finalmente il sole dopo tanti giorni di pioggia, allora quale migliore occasione per una uscita in moto?
Finalmente rivedo i miei amici enduristi ed in particolare ritrovo Roberto (Robygas) compagno di tante belle uscite.
L'escursione è stata più tecnica che veloce così che con la mia Montesa non ho fatto patire attese bibliche ai compagni. Devo dire a proposito
che la Montesa delle trial oggi sul mercato per via del telaio e delle ottime sospensioni è quella che permette di osare in velocità con un buon
margine di sicurezza pagando pegno in zona dove il peso soprattutto sull'anteriore la penalizza rispetto alle concorrenti.
La temperatura fresca ma non proibitiva man mano che si saliva di quota scendeva tant'è che oltre i 1000 mt c'era del bel ghiaccio piuttosto
pericolosetto che ha visto i miei amici attori di alcune cadute, io facilitato dalla bassa altezza della sella ho utilizzato le gambe come bilancieri
per tenermi in equilibrio.

Eccoci alla prima sosta nell'immediato entroterra.













In questo tratto non si stava letteralmente in piedi, per tirare su le moto bisognava essere in tre altimenti non si saliva.



E qui cominciano le danze :-\

















Una sosta al rifugio a scaldarsi e bere un caffè, qui siamo a 1200 mt di quota, oggi la quota massima è stata 1.600 mt.






Lamberto



460
Rivedendo le foto di alcune uscite ho pensato di creare un ricordo per gli amici e di porgere
con questo anche gli auguri a tutti i motoalpinisti di tante belle uscite per il prossimo anno.

Lamberto


<a href="http://www.youtube.com/watch?v=E4RwVPRxxrI" target="_blank" rel="noopener noreferrer" class="bbc_link bbc_flash_disabled new_win">http://www.youtube.com/watch?v=E4RwVPRxxrI</a>


ps: per chi lo volesse posso fornire il filmato con una definizione maggiore



461
Racconti & aneddoti / Perchè passare al 2T
« il: 23 Dicembre 2010, 00:46:20 »
Domenica mattina pioveva in modo esagerato e a malavoglia rimandiamo l’uscita a data da destinarsi, poi, a mezzogiorno, visto che smette di piovere, il mio amico Eco mi telefona ed ovviamente mi invita a fare qualche cosa a cui non si può rifiutare…un giro in moto dopo 36 ore di pioggia tosta.
In circa un decennio ne abbiamo percorse di strade insieme ed abbiamo sempre prediletto i percorsi lenti ma tecnici e, due enduristi che assieme fanno 101 anni oramai rotti a qualsiasi tipo di percorso non si fanno il solito giro….e che cosa cercano?
Eco mi fa la classica domanda “dove andiamo?” la risposta immediata che mi venne fu “sono tre mesi che non piove e le mulattiere saranno sicuramente impossibili perché si crea quella bella patina scivolosa che non ti fa stare in piedi…Eco cosa facciamo?….ci facciamo del male o facciamo il solito giro che oggi si farà già fatica finirlo?”.
Una vecchia manetta sai già cosa ti risponde “facciamoci del male”, come al solito lo spirito masochista dell’endurista viene a galla.
Nella prima mezzora facciamo gli sterrati e le prime mulattiere di avvicinamento alla montagna e la prima rampa di una decina di metri piena di radici ci dà l’antipasto di quello che sarà questa uscita.
Tra me e me penso povero Eco con il suo due tempi (Ktm 250 del 2006) oggi avrà da patire, io invece, dovrei andare tranquillo con il mio trattorino a 4T (ktm 400 del 2006) però in queste condizioni non l’ho mai provato.
Arrivati in montagna Eco mi domanda “ti ricordi quella mulattiera che facevamo anni fa dove non veniva su nessuno ?”, “si” rispondo io, “quella che chiamo variante due, ma è già durissima con l’asciutto oggi è da folli”, ed Eco “beh hai ragione….” io rispondo “ho capito facciamoci del male, andiamo”.
Eco parte per primo e dopo i primi 30 metri la sua moto comincia a scalciare come un cavallo imbizzarrito ed andando in disequilibrio si ferma, io parto con il mio trattore e aiutato dal peso della moto e dalle sospensioni a punto riesco ad andare diritto come un incrociatore, poi, appena faccio per sorpassare il mio compagno, nel piccolo spazio rimasto nel sentiero urto contro un sasso sporgente e mi trovo con il manubrio tra gli ammennicoli…fermo. Eco riparte e zampettando riesce a prendere la velocità necessaria per salire, io provo a ripartire ma la pendenza ed i sassi viscidi non mi danno un minimo di grip per ripartire. Decido a questo punto di tornare indietro per prendere la necessaria velocità per poter salire di inerzia nei punti impestati.
Porca trota non riesco a girare la moto! La mulattiera è troppo stretta e spendo molta energia per cercare di girarla e alla fine decido di tornare a gambero.
Intanto Eco torna indietro non vedendomi arrivare e mi dice “mannaggia alla pupazza su c’è una cascata di roccia da paura, non me la ricordavo così”, conoscendo a memoria quel punto perché difficile e impressionante dico al mio amico come fare per superarlo “prendi la curva che c’è prima con buona velocità, spostati a sinistra puntando il gas e dai peso alle pedane”. Ripartiamo ed Eco seguendo le mie indicazioni con un paio di pedate supera il muro, a questo punto parto anch’io sicuro di cosa devo fare come Claudio Villa quando intonava “Granada” senza le note iniziali dell’orchestra. Però prendo il muro a destra per rendere la cosa più difficile e……fermo. Non c’è verso di salire, spingo ma la moto è troppo pesante ed è incastrata…di nuovo a gambero è impossibile farla girare e troppa la pendenza. Per farla breve faccio tre tentativi ma le forze via via mi vengono a mancare, ho celestiali visioni vedo dei putti alati che si sganasciano dalle risate tirando dardi nel sedere dei santi ed intanto mi ritorna il pensiero che da un po’ di tempo mi frulla nel cervello “ma prenditi un 2 T vecchio babbione e lascia queste moto a chi le sa portare” mentre i pensieri si accavallano arrivo in fondo alla discesa sfinito; arriva anche Eco e mi apostrofa dicendo “cazzarola neanche un’ora di enduro e siamo già da rianimazione, ci stiamo facendo veramente del male, mi manca il fiato, non hai la bomboletta di ossigeno ?” gli rispondo “fratello se ce l’avessi gli metterei una “T” con due belle cannucce e ci faremmo una bella tettata….ma nisba”.
Mentre scendiamo Eco gira a sinistra e nulla valgono le mie urla ad avvertirlo che la strada non è quella, saliamo e così scopriamo la variante tre del percorso uno, meno impressionante della due ma ugualmente dura in queste condizioni, i sassi tondi, lisci e bavosi con un misto di foglie rendono la superficie impossibile, però quella vecchia manetta di Eco riesce a salire, ma come diamine farà con il due tempi ? Inoltre ha delle sospensioni schifide…beh certo la manetta non gli manca, zampetta, salta, gira, scende al volo e spinge, sale. C’è qualcosa che non mi convince !
Intanto io ritorno indietro e prendo una bella rincorsa e salgo, la moto scivola a destra e a manca sui sassi facendomi fare numeri da equilibrista e zampettando faccio sforzi sovraumani per non perdere quel briciolo di inerzia che mi permette di salire, intanto comincia uscire vapore a gogo, mi fermo, sono cotto….a vapore come un Shao Mai (specie di grosso raviolo cinese al pesce, cotto a vapore).
Eco si ferma e mi urla “ho finito la benzina” suo modo di dire per far capire che è lesso.
Siamo riusciti nell’intento di farci del male !
Decidiamo di ritornare indietro, anche questa seconda mulattiera ci mortifica nel fisico e nella mente.
A questo punto prendiamo il giro classico duro ma fattibile, ci sono sentieri talmente gonfi di acqua che è come risalire ruscelli, è libidine allo stato puro.
Mentre osservo il comportamento della moto del mio compagno ci stiamo avvicinando a una mula bastarda, affianco Eco e gli dico “change de femme ! Non volevi provare le mie sospensioni super special ?”
Salto sulla Kappina e parto a fuoco, sono due anni che non guido un 2T e del mio ultimo 300 Ktm non ho un buon ricordo per via delle sospensioni, anche questa comincia a saltellare, è ovvio la moto è più leggera e le forche originali non sono il massimo…però so come risolvere il problema, intanto incomincia la mula bastarda, gradini, radici, sassi smossi, insomma il peggio.
Gestire il peso di questa moto è una libidine, con i miei “muscoli da informatico” riesco a non strapparmi quando devo contrastare le reazioni del mezzo e poi la cosa che mi ha conquistato è stato il motore: garbato, con il gas riesco a dosare la potenza quasi come un 4T.
Non contento provo a far perdere giri al motore al punto di spegnersi ma il motore non si arresta, do gas e penso adesso si spegne e invece….riparte con una dolcezza incredibile come se avesse il volano di una moto da trial.
Il carattere dei 2T non è più quello di una volta ! Certo ai puristi che amano l’entrata in coppia qui non trovano soddisfazione ma per questo tipo di percorsi un’erogazione di questo tipo è una manna. Ho avuto diversi 300 ed un paio di 250 ed è vero che il 300 ha una coppia incredibile ma nei punti più scabrosi dove conta la trazione e magari devi giocare con l’apri e chiudi del gas il 300 è un pochino più irruento.
Mi piacerebbe provare un 300 2006/2007.
Il 4T mi ha sempre attratto per l’erogazione progressiva e prevedibile, per quel suono rassicurante del motore, le minori vibrazioni…..ma quanto pesa !
No, questa volta mi compero il 2T !
Continuo a salire per questo sentiero e la Kappina mi conquista sempre più, c’è un tronco di traverso, scendo dalla moto la inclino per passare sotto la pianta, accidenti non pesa una cippa!!
Mi fermo ed aspetto il mio amico, quando arriva guarda la mia faccia sorridente e dice “promettimi che domani ordini il 250!” ed io “caro amico e già un po’ che ci penso a compiere il malsano ritorno ma non riuscivo a convincermi perché il 4T mi sono sempre piaciuti sin dal tempo dei mio primo XR ricordi ? Comunque è una promessa che non faccio fatica a mantenere”.
Ripartiamo e ci “spariamo” altri quaranta km di percorsi umidi e tosti al punto giusto, Eco conosce un bel percorso da Cunardo a Brinzio (questo per i varesotti) pieno di bivii che non riesco mai a memorizzare, bello, impegnativo ma fattibile, Eco si ferma improvvisamente, in preda ai crampi al braccio destro urla di dolore, sostiamo una mezz’oretta siamo quasi al termine e ci aspettano una decina di km di asfalto e siamo a casa.
Ripartiamo, Eco stà meglio, io sono stanco ma soddisfatto del giro e soprattutto felice di essere questa volta ben convinto di cosa comperare.

Bert

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PADRE : dimmi figliolo
BERT : oggi ho peccato in pensieri, parole ed opere...ho goduto come un porcello
PADRE : come mai ? Come si sono svolti i fatti.
BERT : padre oggi sono andato in moto
PADRE : e allora ?
BERT : erano due mesi che non andavo e avevo una voglia pazzesca, quando ho finito di prepararmi mi sono guardato allo specchio ed avevo uno sguardo sinistro...l’occhio lupino, mi facevo paura. Sa l’astinenza.....è come quando vai a militare e dopo un mese quando torni in licenza vedi la tua ragazza...ti viene la sindrome del Black&Decker...insomma oggi ero arrapato. Poi volevo fare cose esagerate ed allora ho preso quella più piccola così me la sono girata come volevo.
PADRE : dimmi dimmi
BERT : dopo un trasferimento di cinque km incontro la mulattiera più bastarda che c’è, spegno la moto per concentrarmi, mentalmente la percorro, alchè mi appare il mio angelo custode che mi dice “non vorrai mica fare quelle robe lì? Hai 51 anni, è due mesi che non vai, non sei allenato, sei da solo, sei ancora freddo, hai una figlia, una moglie...”. Poi mi appare il mio diavolo custode che mi appella “Bert non vorrai dare retta a quel finocchietto, pensa che libidine mentre ti arrampichi su quei sassi, poi ti scaldi in fretta, dopo trenta metri sei già in ebollizione”.
Accendo la moto e parto per affrontare la bastarda, nei dieci metri che mi separano dal punto di attacco, l’angelo e il diavolo litigano e poi scompaiono lasciandomi in pace a gustare le mie fatiche, curve strette e appese, gradini in sequenza, rampe ripide e tutto quello che puoi immaginare in questa salita c’è, senza un attimo di tregua, una difficoltà dietro l’altra. Padre, in quei momenti ho goduto come un porcello selvaggio (gode di più di quello dall’allevamento).
PADRE : figliolo bisogna controllare le proprie pulsioni, il tuo angelo aveva ragione non dovevi affrontare quella strada, la conosco perché la faccio anch'io, e poi dimmi cosa hai fatto.
BERT : quello che avrebbe fatto ogni fuori stradista che si rispetti, l’ho fatta in discesa e poi l'ho rifatta in salita e ho goduto anche in discesa.....è peccato ?
PADRE : sei un impenitente !!! E poi e poi...
BERT : ne ho fatte altre che non mi sento di raccontare, poi per santificare la moto ho fatto la mulattiera....quella del santo, che porta a........
PADRE : no, non dirmi !! Proprio quella del santo....
BERT : SI SI, proprio quella , li le sensazioni fisiche si fondono con quelle mistiche, si perché quando la fai ti appare sempre il santo e meno sei allenato e prima di appare, comunque appare a tutti.
Solitamente quando sei nel tratto più difficile e non ne hai più da spendere e sei li in pre-infarto lui comincia a sfotterti. Pensi padre che una volta feci questa mulattiera con la moto nuova nuova e pure pioveva, dopo circa ottocento metri non ne avevo più ero allo stremo e proprio in quel momento mi apparve in tutta la sua luminosa aurea e mi disse con accento meneghino “uè sifulot de menta, ma dove hai imparato a fare enduro al CEPU ? E lo sai che le moto nuove non si portano nella mia mulattiera ?”, padre non appena smise di parlare dal radiatore uscì una zaffata di vapore lunga due metri...ho tirato due saracche, padre ho peccato ancora.
PADRE : sei senza speranza figliolo
BERT : ma la speranza non è uno dei dogmi della Chiesa ?
PADRE : si certo, ma non per te !!
BERT : chissà che penitenza che mi aspetta...
PADRE : ma no, ti assolvo, purchè tu domani mi porti dove sei andato oggi
BERT : cosa ?!?!
PADRE : guarda !!
BERT : padre cosa ci fa con i TECH 8 in Chiesa ?
PADRE : oggi anch’io sono andato a fare un giro ma non mi ero accorto che ero in ritardo e per arrivare, nella fretta, non ho fatto tempo a togliermeli.
BERT : ecco perché era così curioso !! Senti, ti do del tu, ma che moto hai ?
PADRE : una HUSKY 450 del 2008
BERT : aaaarrrgghhhhh !! Vade retro satana!! Anche te con un cancello !! Scusa la curia non ti passa qualcosa di meglio ?
PADRE : sai conosco uno dentro in ditta che me la fatta avere a buon prezzo, sai con quello che guadagno!
BERT : .....’na rimanenza, dovrei darti io la penitenza ma oggi sono buono....ho goduto come un porcello!! OK domani alle otto davanti alla Chiesa, mi raccomando il pieno padre !!

 sm400

Bert

463
Racconti & aneddoti / Come si classificano gli enduristi
« il: 23 Dicembre 2010, 00:27:03 »
E' tre giorni che sono a letto con 38 di febbre, la moto è pronta da una settimana per la Monfa, il borsone l'ho religiosamente riempito.... ma manca la salute, non piango per anzianità di servizio, però porca Eva!!
Nel mio candido lettino mi sono portato il laptop giusto per sperimentare il nuovo modem wireless (senza fili), scusa ufficiale, ma in realtà è per rimanere in compagnia di questi sacramenti di Soloenduro.it.
Così durante la notte preso da totale insonnia e dalla febbre alta scrivo :

Da vecchio endurista e informatico mi sono divertito tra il serio ed il faceto a stilare una macro suddivisione del nostro eterogeneo popolo citando alcune esperienze.
Per questione di privacy i luoghi ed i nomi dei partecipanti non vengono citati, la cosa l’ho scritta col puro spirito di fare quattro risate ma è la pura verità.
Penso che ognuno di noi appartenga con percentuali diverse a queste categorie.

Categoria : Enduristi da bar
Età : solitamente giovanissimi
Moto : bellissime
Capacità enduristiche : prossime allo zero
Note particolari : spocchiosi

Un venerdì mi telefona un mio amico concessionario dicendomi che ha appena consegnato un moto nuova ad un ragazzo di 20 anni che partecipa al campionato regionale, siccome abita da poco nelle nostre lande mi prega di farlo scorazzare con i suoi amici, ovviamente non mi aveva chiesto se avevo altri programmi aveva già dato il mio numero di cellulare al giovane pilota. Va bene ! Tanto noi vecchi abbiamo lo spirito e la pazienza di fare la chioccia…anzi ci piace.
Domenica mattina io ed il mio compagno di avventure ci troviamo puntuali come la morte e dopo dieci minuti arrivano 3 martufelli, uno con un “K” nuovo (era lui il pilota), uno con un Kawasaki, nervoso e taciturno teso come se dovesse partire per una speciale del mondiale. Il terzo un tipo speciale come la sua moto….che dico moto, un oggetto che farebbe rabbrividire la moto di Merriman, praticamente un WR dove di serie c’era solo il telaio, il resto era un coacervo di alluminio, leghe speciali, titanio, berillio, carbonio a profusione, serbatoio in alluminio lucidato a specchio, convogliatori in carbonio (assurdi), sottosella in carbonio ecc.ecc., sospensioni Ohlins ma non quelle che trovi in giro così, ma arrivavano direttamente dalla casa produttrice…..mi apostrofa il padrone di tale bellezza dicendomi “sai mio papà quando va negli Stati Uniti mi compva i pezzi che gli dico io e così ho una moto unica e leggevissima” se la “r” moscia mi è sempre piaciuta stavolta mi faceva girare gli zebedei.
Guardo sconsolato la mia WRrrina fiammante che come mi vede ammoscia i parafanghi ed il manubrio come le orecchie di un cocker.
Veloce briefing e si parte, rassicuro la mia motoretta che non avrò altro che lei e che i pezzi dell’altra mi sembravano le tette e le labbra della Parietti….una montatura…insomma qualche balla bisogna pur raccontarla a volte.
Entriamo nella sterrato e dopo un paio di curve il tipo con la Kawasaki mi si affianca scodando in frenata e derapando come un ossesso ed intanto tira della sgasate a vuoto per fare capire la sua impazienza, cerco di dirle telepaticamente “pirla ! Vicino all’asfalto vado piano perché puoi trovare gente” il mio messaggio telepatico non arriva tant’è che il lobotomizzato prosegue nel vano tentativo di ingarellamento, appena possibile aumento decisamente l’andatura ed il Kawa mi sorpassa in una impennata da paura, ma chi è costui Jordi Tarres o Cannobbio incontrastato re delle penne ? Non fa niente proseguiamo sino ad una curva dove se non c’era qualche santo che mi guidava tagliavo in due il Kawapirla che mi si era messo davanti non vedendo che c’era una curva secca, alchè mi rompo e con un cenno chiamo il mio compagno e gli dico “percorso 1 variante 2” mentre annuisce mi grida qualcosa come “’stardo”, d’altronde questa giovane esuberanza va giustamente appagata.
Dopo un paio di strappetti dove perdiamo i nostri nuovi compagni ci fermiamo ad aspettarli e ripartiamo alla volta della prima punizione solo una cinquantina di metri di mulattiera viscida con sassi lisci che per altezza e posizione sembrano messi ad arte per mandare in disequilibrio una moto, io ed il mio compagno partiamo tranquilli dopo aver raccomandato ai giovincelli di tenere il gas costante di stare in piedi e con le gambe flesse.
Dopo giusto una quarantina di minuti i tre passano il Piave con la faccia stravolta ed io con fare rassicurante da sergente dei Marines gli dico che il peggio deve ancora venire, comunque li lascio riposare.
Mentre si riposano ai tre spiego cosa gli aspetta, ovvero la variante 2, un tratto hard ma non viscido come quello appena percorso, grip ce n’è a volontà, è solo roccia però sassi smossi e poi dopo la curva dovete aumentare la velocità perché troverete una parete di roccia scalinata in modo irregolare e occorre avere inerzia ed alzare la ruota davanti al momento giusto, vedevo le loro maledizioni uscire dalle orecchie….ma non una parola.
In effetti si tratta di una trialera intesa nel senso da farsi con le moto da trial e se cè bagnato pure con quelle fatichi. Io ed il mio amico percorriamo il primo tratto sapendo che è inutile percorrerla tutta tanto quelli non arriveranno mai.
Ci fermiamo, facciamo pipì, beviamo, veloce controllo alle moto e partiamo a piedi alla volta del recupero corda alla mano. Mentre scendiamo si sente un rumore di carbonio che sbatte contro le roccette ai lati della trialera, le altre due moto ronzano ancora un paio di minuti poi il silenzio totale. Lo spettacolo è come me lo immaginavo..il tipo del Kawa di quelli che non si fermano mai rimette in moto la belva e va avanti a fare bornout su un sasso liscio, erre moscia che ha la moto che neanche Merriman può avere mugugna qualcosa perché il telaio si è graffiato mentre per le centinaia di euro di pezzi da cambiare non è un problema “tanto papà me li ricompva, poi la mavmitta non si è fatta niente pensa che covsta 2500 dollavi”. Non menziono le scuse puerili dei due che tornano indietro mentre il pilota del “K” spinto dal motto dell’endurista “nel dolor la felicità” si fa spingere, lo faremo più volte in quella mattinata ma volentieri, il premio più bello è stato quando al termine il giovane compagno ci ringrazia dicendo di aver capito la lezione. Se da un lato sono stato propedeutico per uno che ha poi preso la carriera enduristica, dall’altro mi sono iscritto nel registro dei “bastardi” perché quella mattina per la prima volta ho perso la pazienza.


Categoria : Enduristi professional
Età : dai 25 ai 35 anni
Moto : ovviamente race oriented
Capacità enduristiche : massime
Note particolari : che manetta !

Di solito le vere manette nel nostro mondo, a parte le dovute eccezioni, non se la tirano anzi sono campioni di umiltà come il nostro duro sport richiede, ed ho avuto la conferma di recente quando per ragioni di lavoro mi sono trovato in un posto dove attraverso SOLOENDURO.IT sono riuscito a creare un contatto, il “contatto” mi spiega che al bar “xxxx” alla domenica mattina si trovano due compagnie una di manette toste ed una di vecchietti!! Tra me e me penso spero di non trovare le manette.
Siccome sono quasi svizzero arrivo al bar con mezz’ora di anticipo e trovo due piloti a cui chiedo, presentandomi, se appartenessero alla categoria manette o ai vecchietti, ghignando mi dicono che corrono nell’italiano e nel regionale ed uno mi fa un esame orale, “riesci a fare le mule bastarde?” rispondo con un timido si “ed i passaggi trialistici” annuisco ma preciso “sono un bradipo e come tale salgo ovunque ma con il suo passo”, “allora non ti preoccupare, vamos!!”. Chiedo ma i vecchietti quando arrivano? Mi rispondono “tardi e poi non è detto che escano sono delle mezze pippe”.
Devo dire che quella è stata una delle più belle e dure mattinate di enduro della mia vita, ho visto posti bellissimi e mule irripetibili. Il mio allenamento da computer e la moto di 15 kg più pesante mi obbligavano a soste per riprendere fiato ed intanto osservavo questi enduro-scoiattoli buttarsi in discese da brivido mentre io frenavo anche con i piedi. Ad ogni bivio dubbio mi aspettavano, capii che mi fecero fare sulle prime delle mule propedeutiche alle seguenti, e visto che arrivavo in cima pur se al mio passo incominciò il festival ..azzolina roba dura da sfinimento e loro freschi come una rosa appena colta. Quasi al termine del giro ero distrutto, ci fermammo in un bar e mentre ingurgitavo, completamente privo di liquidi, una mega birra il pensiero era di chiedere per favore di essere sotterrato nel piccolo cimitero di montagna e di avvertire mia moglie che nel testamento olografo non avevo menzionato le moto, ditegli di venderle subito perché mia figlia marca male ha 12 anni e vuole l’endurina da 50 cc della Beta, con il ricavato delle mie moto la ragazza si paga gli studi superiori e l’università. I miei pensieri vengono bruscamente interrotti dal capo banda che mi dice “Se non ci fermavamo avevamo un vantaggio di almeno mezz’ora, comunque ti sei arrangiato da solo, quando vuoi sai dove trovarci”.
Questa accettazione mi diede l’energia per arrivare a casa, mi apparto per avvertire con il telefonino mia moglie dicendo che tutto era andato bene e di preparare la bombola dell’ossigeno del nonno perché, perchè …non ti preoccupare.
Non andrò più con loro perché mi spiacerebbe interrompere il ritmo che atleti di quel livello devono avere.




Categoria : Enduristi vecchietti race oriented "S"
Età : over 35
Moto : special
Capacità enduristiche : buone
Note particolari : devono dimostrare di essere ancora giovani, per loro il tempo non è passato, "S" perchè è una categoria veramente speciale, unica direi

Conosco in un negozio un simpatico coetaneo endurista e come capita spesso, ci si invita reciprocamente al “giro settimanale”, accetto per prima io e ci diamo appuntamento per il sabato mattina, prima di lasciarci chiedo al mio interlocutore ma a che andatura andate ? “Tranquillo, siamo tutti sposati”…la risposta non mi era piaciuta.
Come sempre in anticipo mi presento al bar, sono solo, per forza sono il solito quasi- svizzero pirla, comunque alla 8 e mezza non c’è nessuno, alle 9 meno cinque arriva il primo personaggio, e nell’arco di mezz’ora arrivano quasi tutti con molta flemma. Il comportamento tipo è quello dello svaccamento sulla povera sedia nel portico di questa bellissima piazzetta, alcuni hanno gli stivali e le giacche aperte, c'è chi ordina cappuccio e brioche e chi un panino con la birra (che fisico !), comunque il tutto nella massima calma e io da lumbard comincio a spazientirmi, verso le 10 meno alcuni minuti cominciamo ad accendere le moto, alcuni ruttano in segno di approvazione (che fisico!).
Partiamo e facciamo 15 chilometri di asfalto ad andatura da moto GP, ho capito come è nato il supermotard ! Paeselli, semafori, fattorie, curve, borghi e quant’altro in cui ci si imbatte viene passato in quinta piena, ma i bambini ? Le vecchiette ? I cani ecc. se ne incontriamo uno non abbiamo il tempo di frenare, ad un certo punto ho un rigurgito, non è possibile ingarellarsi in questo modo e rallento, comunque oramai non mi perdo perché siamo nello sterro, nessuno si ferma, via a manetta ! Ma vanno molto più forte delle vere manette, c’è qualcosa che non mi quaglia, aspetto ancora un po’ per avere la conferma ai miei pensieri. Due – tre chilometri di mula impestata ad andatura da mondiale, ma cavoli come fanno a reggere questo ritmo ? No problem, innesto le mie ridotte e vado gagliardo a buon passo…da bradipo. Al primo pianoro trovo gran parte della compagnia stesa per terra chi con panza fuori a rinfrescarsi, chi fuma, chi beve, un clima tipicamente da Gay Pride. Ovviamente sono in compagnia e ci si aspetta, tolgo il casco e aspetto una ventina di minuti, si riparte, dopo poche centinaia di metri il compagno che ho davanti cade, e siccome non gli partiva la moto lo aiuto, alla fine si riaccende e con un grunito di ringraziamento riparte a fuoco. Corro alla mia motoretta e via, mula dura ma fattibile arrivo ad un bivio ma non c’è nessuno, ma gli insegnamenti di Tex Willer mi ricordano che Aquila della Notte scendeva da cavallo e andava a piedi in cerca delle tracce, le trovo! E via sempre più gagliardo ormai sono al massimo delle mie performances so che posso spingere ancora un zik ma poi il controllo della moto non c’è…. il bradipo ha i suoi limiti, intanto mi domando che cappero di enduro è una sparata all’ultimo respiro e poi fermarsi 20 minuti, mi sembra un enduro con l’eiaculazione precoce.
Raggiungo il gruppo e non chiedo spiegazioni perché ho capito che non sono gradito, strano nel nostro sport, ma vero. Comunque tra alcuni del gruppo non gira buon sangue. Si riparte e cominciano le prime defezioni il ritmo forsennato dei primi non può essere tenuto da tutti c’è chi si perde, chi scivola, chi abbraccia alberi, cominciano le telefonate per ritrovarsi e dopo un’ora il gruppo si ricompone. Partenza come al solito a razzo e ridai con i dispersi e le cadute, la scopa Bert ne tira su un paio, poi fancula il successivo, mi fermo solo se veramente merita un aiuto. Il capobanda mi ricorda un nostro famoso pilota che faceva a fuoco le prime tappe della Dakar poi schiattava lui e la moto. Non so se ne ha mai finita una. Non posso dire di più pena la querela.
Comunque ormai capito l’antifona ai bivi seguenti vado a naso e siccome ho un buona canappia GPS centro quasi tutti i bivi poi ad un certo punto mi trovo in un posto bellissimo dove penso di trovare cappuccetto rosso, purtroppo segni di passaggio nisba.
Macchisenefrega ! Tanto ormai siamo alla fine, cerco la via del ritorno.
La morale : per quanto bello fosse il percorso la gente "cacca culo" ti rovina la poesia, non so quanti di questi enduristi ci sono, io fortunatamente ho conosciuto solo loro nella mia vita.


Categoria : Enduristi vari
Età : 20 - 70
Moto : di tutto, di più
Capacità enduristiche : da zero a cento
Note particolari : sono veramente quelli che noi definiamo pane e salame, compagnoni, sempre pronti ad aiutarti, gogliardici e sono fortunatamente la maggioranza

Rimando ad altra sede la suddivisione di questo variegato microcosmo, certo che qui lo spirito agonistico c’è ma è velato, ogni tanto ci si ingarella ma dura cinque minuti.
Ci si aiuta, ci si prende per i fondelli “cazzarola ! Ma che pippa sei ? Dopo vent’anni ti fermi sempre nello stesso punto!”, e finisce lì.
Certo anche qui ci sono le eccezioni, il pirla di turno che quando guada la pozzanghera e sa che dietro c’è un compagno…ma apre tutta la manetta e inesorabilmente smerdola il povero malcapitato.
Oppure non guarda se qualcuno ha bisogno di aiuto.
Comunque in oltre trent’anni di fuoristrada tra trial ed enduro mi hanno insegnato che il bello è uscire insieme, condividere le difficoltà, rimirare i panorami, star seduti su un sasso elogiando la moto ultimo modello appena comperata tanto sai che alla fine il passo è sempre lo stesso come con tutte le altre. Ed infine gustarsi la birretta di fine giro. Queste pochi e semplici modi di vivere questo sport non mi hanno mai fatto dubitare se abbandonare le mulattiere, certo oggi è più difficile praticare questo sport quindi ora quando mi è possibile cerco di uscire durante la settimana per non incontrare famiglie o guardie forestali, rimane comunque che la sindrome del maiale che sguazza nel fango o che crista sui sassi impossibili è ancora viva come trent’anni fa.


Bert


Tre regole semplici :

Se si trovano bottiglie o schifezze abbandonate da turisti per caso che vi additerebbero come dei delinquenti incrociandovi con le vostre moto, tirate su il pattume, nelle nostre giacche abbiamo spesso dietro una tasca capiente.
Non vi aspettate un encomio dal sindaco.

Ho comperato un seghetto pieghevole, ovviamente svizzero che mi permette di aprire sentieri facilmente, non taglia il grosso albero ma una pianta da 10/15 cm di diametro si. Spesso è utile.

Quando incrociamo pedoni, cavalli ecc. spegnete la moto.


‘azzolina non mi prendete per un prete mormone per piacere, ma poche regole e la tolleranza possono aiutare.

464
Per l'8 di gennaio Renato ed io vorremmo organizzare la prima uscita dell'anno in
quel di Pompeiana, al 99% il terreno sarà praticabile e la temperatura accettabile.
Però non possiamo garantire che non piova  :93:

Lamberto

465
Report su uscite nel nord Italia / ....sempre a proposito di neve
« il: 20 Dicembre 2010, 23:46:28 »
Visto che stò facendo del "rewind" posto un vecchio report, una delle prime uscite con Gianni, questa avventura ha
siglato un patto di sangue con il mio compagno, il tribolare allo sfinimento per poter tornare a casa, la collaborazione
e la sintonia sono fattori che aiutano a creare una amicizia.
E' bello rivivere con le immagini momenti che sono stati così difficili, impressi nella mente anche perchè vissuti più
intensamente degli altri.






Questa uscita me la ricorderò per un pezzo, sicuramente.
Non ricordo uscite che mi abbiano provato fisicamente e psicologicamente come quella vissuta oggi,
le condizioni meteo e la neve incontrata ci hanno messo veramente a dura prova.

Le previsioni del tempo ieri sera erano nefaste e questa mattina apro la finestra e…..

  

Tempo perfetto per una uscita di una giornata intera, almeno così sembra…


Partiamo e rapidamente ci lasciamo alle spalle il mare

 

 

 

 

 

 

 

 


La pioggia di questi giorni ha lasciato il segno in diverse parti del percorso

 

 

Alcune immagini dei paesaggi incontrati

 

 

 



Gianni con la sua Alp ha una guida tutta particolare e riesce a passare ovunque, questo grazie anche ad una invidiabile forza fisica
 
 

 

 



Mentre osservo questa bellissima pianta in fiore cominciano a delinearsi all’orizzonte grandi nuvole

 

 

 

 

 

Mano a mano che procediamo le nuvole si fanno sempre più minacciose…

 

 

 

 

 

 

 

 


Ora siamo ormai nel punto più alto di quota della giornata, troviamo un po’ di neve e pensiamo che iniziando la discesa le cose andranno meglio…..magari!!

 

A questo punto inizia un vero e proprio calvario perché siamo a Nord nel versante francese e troveremo decine e decine di piante che sotto il peso della neve si sono spezzate ostruendo la strada per diversi chilometri.
Purtroppo l’impresa di scavalcare gli alberi è resa più difficile dalla presenza della neve.
La maggioranza delle volte percorriamo prima a piedi cercando strade alternative ed intanto inizia a tuonare e a nevicare.

 

 

 

 

 

 

 

 


Abbiamo già percorso numerosi chilometri in queste condizioni e siamo consci che è impossibile tornare indietro date le condizioni e le pendenze superate, possiamo solo andare avanti…si avanti, ma la cosa diventa problematica.
Ad esempio, per poter superare un tratto di circa 200 metri abbiamo impiegato oltre mezzora per camminare e valutare i passaggi più idonei perché la neve è marcia e la ALP, dato il peso, affonda facilmente ed anche la mia spesso fa tribolare.
Comunque piano piano e con grande sforzo fisico riusciamo a procedere anche se un po’ di sconforto nella testa ci passa perché siamo lontani ancora una decina di chilometri dal rifugio ed abbiamo spezzato rami, spostato piante e moto per oltre due ore.
…intanto continua a piovere e nevicare assieme

 

 

 

 

 

Arriviamo finalmente al rifugio sfiniti e bagnati fino all’osso, sono le 14,20, oltre due ore di ritardo sulla tabella di marcia

 

 


Fortunatamente ci danno ancora da mangiare e, oltre alle due birre, ci facciamo dare dal gestore la sua grappa ai frutti di bosco, ottimo e necessario additivo visto che fuori diluvia e ci aspettano ancora oltre
40 km di fuoristrada.

 


Partiamo dal rifugio e dopo pochi chilometri troviamo le fettucce e le frecce della gare di regionale enduro che si terrà domani e….nel dolor la felicità, decidiamo di fare il percorso in anteprima.
Comunque alla faccia del regionale!!! Quest’anno hanno aperto nuovi tratti con passaggi belli tosti che ci davano da
pensare anche se eravamo con moto più agili
 
 

 


Un particolare, ecco come si è ridotta la targa del mio amico dopo la giornata trascorsa….parla da sola

 


Poi abbiamo lasciato il percorso in cerca di una strada che ci portasse a casa perché eravamo stanchi, purtroppo siamo finiti in un cul de sac e non si riusciva né a procedere e né a tornare indietro….beh per farla breve, ci abbiamo messo circa un’ora e mezza per poter fare circa 50 metri tanta era la pendenza ed il fango che con le gomme da trial proprio non va d’accordo.
Il mio amico alla fine mi confessa che pensava che non ce l’avremmo fatta, è stata molto dura anche perché l’ALP pesa oltre 30 kg più della mia.
Arriviamo a casa alle 19.00 passate, ho consumato sei litri di benzina che per una trial 4T non sono pochi.
Questo giro sa da fare ancora.....ma aspettiamo almeno un mese....sobh!!


Bert


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