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Topics - Lamberto

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Report su uscite nel nord Italia / A volte basta poco per......
« il: 07 Dicembre 2013, 23:00:35 »
A volte basta poco per....

Sono due settimane che ho in garage la nuova moto da trial e tra impegni di lavoro, famiglia e cattivo tempo non sono ancora riuscito a provarla.
Un cliente mi sposta un appuntamento ed allora decido di allungare la pausa pranzo per andare a provare la bellissima GG, mia moglie non vuole che vada via da solo ma la rassicuro che sara' una cosa breve giusto per mettere a punto i comandi, poi gli ho installato il software sul telefonino che  e' in grado di comunicarle dove mi trovo, per finire gli dico guarda che faccio la mulattiera n. 9, Giuliano, il mio vecchio compagno di uscite, sa dove' quindi stai tranquilla.
Pochi minuti di furgone e scarico la moto e parto, la mulattiera che percorro da trent'anni e' scorrevole e ci sono pochi punti impegnativi. La moto sale con facilita' e dolcezza disarmante pero' mi sento a disagio e secondo me e' la posizione del manubrio troppo avanzata, come arrivo in cima tiro fuori la brugola e lo alzo un attimo, riparto e vedo la luce, la moto la sento in un modo incredibile non e' piu' quella di prima. Inizio la discesa eccitato come non mai e quando arrivo al furgone non voglio smettere ed entro nel bosco per fare un breve trasferimento per poi attaccare la salita "giusta" per provare la moto. La leggerezza ed un motore dolce ma potente mi permettono di salire in quarta anche con il gas al minimo, fantastica!
Di solito ci fermiamo a tirare il fiato ma il pensiero di tornare in ufficio e l'effetto moto nuova fa si che non sento la stanchezza. Decido di fermarmi, pulisco il sentiero in un passaggio ostico pronto per la prossima volta. Inizio rapidamente il ritorno e non mi accorgo che un albero caduto di recente che in parte occlude la strada da dove sono arrivato non mi fa comprendere che ho imboccato un canalone, sono convinto di essere nel canalone che conosco da sempre pero' comincio a vedere delle piante che ostruiscono il passaggio e mi costringono a passaggi da contorsionista oppure devo sollevare la moto di peso per superare l'albero caduto.
Una pianta deve essere caduta da poco la terra sotto le radici e' umida e fresca e i rami spezzati hanno la linfa che li inumidisce, si e' caduta da poco, ma tutti gli altri alberi da dove arrivano?
Neanche un esercito di Troll potrebbe ridurre questo vallone in queste condizioni, comincio ad avere la certezza di avere sbagliato strada, scendo lungo una lastra di pietra scivolosa e mi infilo in un tratto che termina con una diga alta 4/5 metri formata da alberi di diverse dimensioni e non c'e' possibilita' di uscita, le pareti laterali sono ripide tento di salire ma senza successo, la moto si alza davanti dopo due metri e dovrei salire ancora 7/8 metri per poter superare le radici delle piante per poter poi ridiscendere, ma niente da fare i miei tentativi sono vani, comincio ad agitarmi per questa situazione senza via di uscita e allora decido di ritornare sui miei passi pur sapendo che non mi aspetta un bel percorso. Questo canalone non viene frequentato da nessuno e il fondo e' coperto da rami, alberi, sassi, foglie e sotto tanto viscido.
Mi siedo sulla piccola sella e comincio a zampettare per superare questo mare di roba poi arrivo davanti ad un sassone di circa tre metri un po' a scalini, salgo ma non faccio neanche due metri e torno indietro malamente, il primo tratto è viscidissimo poi come la ruota trova grip mi si impenna e non riesco a tenerla giu' poi questi gradini peggiorano la situazione.
Dopo diversi tentativi parto piu' deciso ma cappotto e la moto rotola lontano da me mentre io prendo una bella botta alla gamba. Faccio altri tentativi provando ad attaccare da punti diversi ma torno sempre giu'. E' piu' di mezzora che tento sto cavolo di sasso e sono quasi le 16:30 e mi devo sbrigare.
Allora decido di metterci tutta la decisione possibile partendo con tutti i due piedi sulle pedane e dato che non ho un centimetro di rincorsa parto deciso e arrivo in cima ma la moto mi disarciona violentemente e mentre lei salta in alto volo cadendo contro un roccione a lato sbattendo violentemente la testa e la spalla, mi schizzano via gli occhiali e poi cado di sotto battendo una gamba e poi la faccia e per finire mi arriva addosso la moto fortunatamente l'urto viene attutito dallo zaino.
Il silenzio e' totale, sento male da tutte le parti e rimango immobile cercando di capire la situazione, non ho nulla di rotto e comincio a sfilarmi da sotto la moto, sono sfinito e comincia ad essere tardi ed e' evidente che da qui non ne vengo fuori, anche se ho la corda da solo non riesco a fare nulla, decido rapidamente di abbandonare la moto e dolorante con in mano il casco comincio a risalire, il cuore batte talmente forte che lo sento in gola, scivolo diverse volte mi attacco dove posso per sostenermi, raggiungo un pianoro e mi fermo per tirare il fiato e fare il punto della situazione, davanti a me il canalone a salire a sinistra vedo quello che sembra un sentiero. Purtroppo non mi rendo conto dove mi trovo, sono convinto di essere piu' in basso di dove realmente mi trovo ed inoltre penso che il canalone che conosco sia alla mia sinistra quindi decido di non risalire ancora il canalone e prendo la mulattiera alla mia sinistra, salgo e dopo poche centinaia di metri sono sulla cresta, scivolo malamente, vado avanti ancora poi decido di fissare il casco dietro sullo zaino, mi accorgo che ho perso i guanti ma non ho voglia di tornare indietro e' tardi, il sentiero ora scompare sotto ad un spesso strato di foglie, vado avanti puntando verso ovest ed in parte scendendo convinto di andare ad incrociare il sentiero che conosco.
Comincia a scendere rapidamente la montagna e vedo sotto di me una piccola gola, forse ci sono, mi separano poco piu' di una ventina di metri di parete ripida che non riesco a scendere con la faccia rivolta a terra aiutandomi con le mani perche' i piedi scivolano ed allora decido di scendere con il sedere per terra frenando con piedi e mani fin che arrivo nel canale, percorro una ventina di metri e capisco di essere nel posto sbagliato, un groviglio di alberi e' davanti a me, comincio un percorso di guerra sino ad una nuova diga di piante troppo alte per essere superata, salgo allora sulla sponda sino ad andare sulla cresta nuovamente, questa altalena si ripete piu' volte, attivo il GPS dello smartphone perche' se dovessi cadere almeno il segnale c'e' perche' per il resto non c'e' campo.
Intanto la luce comincia a scarseggiare, la situazione e' abbastanza preoccupante perche' sono a circa 1000 mt di quota e la temperatura comincia a scendere e soprattutto non vedo niente che assomigli ad un sentiero, scendo nuovamente nel canalone che ora e' diventata un gola profonda e buia, dopo alcune decine di metri intravedo una sagoma oramai famigliare, l'ennesima diga di alberi, le pareti a lato sono ripide e allora mi decido di arrampicarmi sulle piante, metto lo smartphone tra i denti e comincio a salire e quando arrivo in cima alla pigna di alberi accendo la torcia del telefono per vedere come fare a scendere, mi raggelo vedendo che sotto c'e' una scarpata di quasi una decina di metri, impossibile da scendere senza corda e chiodi.
Ritorno indietro ed attacco la ripida parete, ogni tanto scivolo per qualche metro, pero' arrivo in cima, sono sfinito, completamente senza forze e le gambe ed una spalla mi fanno male, il buio e' quasi totale. Controllo il segnale e vedo che c'e' un poco di campo, decido allora di avvertire a casa ma non mi rispondono, telefono allora al mio amico Giuliano, l'unico che puo' capire dove piu' o meno mi trovo in questo massiccio.
Gli dico di tenere calme le mie donne che so essere molto apprensive, intanto mi avverte che si portera' con l'auto il piu' vicino ai piedi della montagna.
Comincio ad illuminare a 360 gradi per capire qualcosa ma oltre al buio comincia a salire la nebbia, scendo di alcuni metri per vedere come prosegue la gola ma mi accorgo che ci sono decine di piante che impediscono ogni passaggio inoltre con questo buio come faccio a scendere su una parete ripida? Quindi risalgo accendo la torcia ed intravedo una decina di metri di tratto che assomiglia ad un sentiero ma sono foglie che sostenute da un albero caduto danno l'impressione di essere un piccolo tratturo.
Comunque sono obbligato a prendere quella direzione anche perche' non ci sono alternative, scendo per una cinquantina di metri e le foglie secche finalmente si diradano, vedo una lingua chiara di una ventina di metri purtroppo con la torcia non riesco a capire di cosa si tratta, sento un gorgoglio di acqua e non faccio in tempo a realizzare che volo a gambe all'aria cadendo con il sedere ed una gamba prendendo una botta tremenda. Non si sta in piedi, percorro questa lingua di roccia e ghiaccio a carponi perche' non riesco ad alzarmi, al termine entro in una piccola palude e mi trovo nel fango per fortuna sono poche decine di metri, il buio e' totale quando la torcia e' spenta non riesco a vedere neanche la punta del naso.
Decido di staccare il GPS perche' assorbe troppa carica della batteria, devo avere assolutamente l'energia per alimentare la torcia.
Dopo oltre due ore di vagare al buio comincio a pensare al peggio anche se riesco ad essere calmo tanto so che agitarsi non porta a nulla, i pensieri si accavallano e sono preoccupato per mia moglie e mia figlia, intanto penso, mentre cammino in mezzo a questi alberi, come passare la notte, nello zaino ho solo un leggero Kway che tengo per le emergenze, non ho nulla con me tranne gli attrezzi d'altronde ero uscito solo per fare un breve test, ho una sete pazzesca e poi mi vengono i crampi alle cosce, la stanchezza, gli sforzi immani ed il freddo intenso mi fanno procedere con fatica, mi massaggio le gambe e riparto. Mi trovo in mezzo a della erba alta quanto me e non capisco dove girarmi pero' con la debole luce della torcia vedo sotto l'erba della terra rasa come fosse un sentiero, spariscono i pensieri negativi e percorro sta tundra per alcune centinaia di metri finche mi trovo in mezzo ad una radura dove intravedo quello che sembra un sentiero, si dipana poi in altri sentieri....ma sono sentieri? Non importa tanto l'inclinazione non e' impegnativa, sino a pochi minuti prima avevo camminato sempre con pendenze a rischio ed ora mi sembra uno scherzo a confronto, anche se sono sicuramente ad alcuni km dalla prima strada ora mi sento come se fossi arrivato, aumento il passo anche perche' ho paura che lo smartphone mi lasci e in questo buio totale non saprei dove andare. Arrivo finalmente ad un sentiero maestro, ci sono delle frecce in legno che danno indicazioni, memorizzo i nomi cosi' perlomeno sapro' dire dove mi trovo, avanti ancora circa un km altre frecce poi un cartello indica una sorgente, la conosco, so dove mi trovo, sono a meno di un'ora di cammino dalla civilta'.
Il mio smartphone ha ancora il 25% di carica e penso possano bastare per illuminarmi la strada, finalmente arrivo alla n. 10 ancora un km e ci sono, avverto Giuliano e poco dopo ci troviamo.
Il giorno dopo siamo entrambi impegnati per il lavoro e se anche dovessimo rimediare un paio di ore non sarebbero sufficienti per salire e cercare il posto dove ho lasciato la moto quindi decidiamo di andare il sabato.
Mentre faccio la doccia conto i bozzi che ho in giro per il corpo, sono cribbiato come se mi avessero pestato una banda di Hoolligans, tra i dolori e l'adrenalina che ho in corpo dormo si e no mezzora.
Passo la giornata camminando come Robocop e se a fatica salgo le scale a scenderle proprio faccio una fatica incredibile.
Come d'accordo sabato sul presto iniziamo l'ascesa, sono preoccupato perche' non ho idea del tempo che ci vorra' per trovare il punto dove ho lasciato la moto.
Ragazzi, come e' dura salire! Ci sono dei tratti bellissimi da fare in moto ma che a piedi stroncano, Giuliano che ogni tanto va a correre sale spedito mentre io ogni tanto mi devo fermare per riprendere fiato, comunque dopo un'ora e mezza di passo spedito siamo all'attacco del vallone dove devo iniziare la ricerca del punto dove mi sono perso. Mi fermo per prendere fiato ed intanto mi guardo intorno e riconosco la mulattiera che avevo preso a piedi e mi e' chiaro cosa e' successo, scendendo dal canalone che conosco avrei dovuto prendere a sinistra pero' essendoci una pianta di traverso non avevo preso in considerazione il sentiero, anzi non mi era sembrato un sentiero ed ho proseguito dritto entrando nel canalone maledetto, mi mangio le mani pensando che quando avevo iniziato la risalita a piedi se avessi guardato con attenzione a destra avrei visto una freccia indicatrice e trovato da subito il sentiero corretto permettendomi di tornare a casa in meta' tempo e soprattutto senza rischiare le piume.
Scendiamo lungo il canalone maledetto sperando di rivedere la moto, anche se sono convinto che in questo posto dimenticato dal Signore non passa nessuno pero', come si sa, dato che alla sfiga non c'e' limite un po' di apprensione ce l'ho.
Finalmente scorgo la sagoma, arrivo e finalmente la posso vedere e ne verifico lo stato visto che l'altro giorno dopo il secondo volo ero talmente messo male che dopo averla appoggiata alla roccia non la avevo degnata di uno sguardo.
Insomma qualche segno della battaglia c'e' pero' queste moto purtroppo prima o poi le ferite le mostrano a meno che le si usino per andare al bar.
Lego la corda alla piastra della forcella e il buon Giuliano con decisione mi aiuta a venir fuori da questo posto del cavolo dove sono certo che con la Montesa ce l'avrei fatta ad uscire perche' meno reattiva e piu' pesante di avantreno ma sia chiaro sono felice della nuova cavalcatura perche' tolto il punto malefico mi ha regalato delle sensazioni fantastiche, grande GG.
Proseguendo la salita mi rendo conto che se anche se avessi superato il sassone mi sarei fermato poco dopo, troppo impestato.
Certo che alla mia eta' andare a ficcarsi in un guaio di questo genere come un pivello e' grossa come una casa, e' proprio dimostrato che a volte basta poco per trasformare un momento di allegria in un tragedia che questa volta, per fortuna, e' stata solo sfiorata.
Una cosa e' certa: da solo non esco piu!

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GasGas / La sella non sella
« il: 30 Novembre 2013, 22:14:38 »
Per la nuova GG ho preso la sella Motaldo Style ma prima di modificare la stupenda estetica di questa moto ho voluto provare a realizzare una sella piu' stilosa, non so se sara' efficace perche' purtroppo tra maltempo e impegni vari la bella spagnola e' ancora vergine. Dalle prove statiche mi sembra comoda, ho utilizzato gommapiuma e coprisella di una GS...giusto per non perdere il vizio sm444
Volevo fare vedere la mia realizzazione al Reno Piano de noiartri alias Valchisun che da pure esteta aborra le selle anche se gli farebbero comodo, ma come si sa "noblesse oblige" :hee20hee20hee:








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Report su uscite nel nord Italia / In giro per i laghi del Varesotto
« il: 27 Novembre 2013, 23:14:36 »
Una stupenda giornata di sole, cielo terso e 4° di temperatura sono l'ideale per un giro in moto  sm442
La voglia di provare la nuova arrivata mi fa vincere la paura del freddo e allora un breve giro di una settantina di km è più che sufficiente per testare la moto e raffreddare gli animi bellicosi  :mm:

Intorno a Varese ci sono numerosi laghi che hanno sullo sfondo la catena delle Alpi e soprattutto il massiccio del Rosa si staglia spesso negli scorsi più suggestivi.
Il breve giro comprende l'omonimo lago di Varese, il lago di Comabbio e il lago di Monate. Lascio ad un prossimo giro i laghi di Ceresio (lago di Lugano per gli Svizzeri) e il Maggiore che solo lui
merita una giornata per percorrerne il periplo. Da quest'ultimo lago partono numerose valli che meritano di essere percorse.







Inizio dal lago di Varese, prima tappa la Schiranna dove ci sono gli stabilimenti della MV Agusta, sullo sfondo il Monte Rosa.






Sempre il lago di Varese con lo sfondo (a dx) del Campo dei Fiori oggi diventato parco. Questo lago non è balneabile da parecchi anni, è iniziata alcuni anni fa una attenta fase di recupero ma i gravi danni fatti in precedenza richiederanno decenni per il recupero dell'ambiente.




Le tranquille acque del lago di Comabbio










Infine il lago di Monate, questo è un lago pulito, balneabile e dove è vietato il transito alle barche a motore.




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Viene aperto questo post in modo di lasciare intatti quelli delle comparative, qui gli utenti del forum possono scrivere per poter approfondire
le tematiche legate alle moto provate.
Grazie

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Montesa Cota 4RT 260

Questa e' forse la novita' piu' attesa del settore trial per il 2014.
La nuova Cota 4Rt 260 si aspettava da anni dopo che la Honda aveva decretato la fine della produzione del modello precedente, prodotto dal 2004 fino al 2011, senza avere mai subito grandi stravolgimenti ma soltanto lievissime modifiche di dettaglio.
Anche la nuova Cota ha, forse, lasciato l'amaro in bocca a chi si aspettava un mezzo completamente nuovo, le voci che correvano sul web e tra gli appassionati, erano della probabile presentazione di una replica "quasi" simile alla moto ufficiale portata in gara da Toni Bou, quindi l'attesa era di vedere una moto piu' leggera e piu' improntata al  racing, magari con un nuovo motore ed un peso sensibilmente inferiore al modello precedente,  ricordiamo che il peso della moto ufficiale del team Repsol e' di 66,5 kg. in ordine di marcia e si tratta di una moto a quattro tempi...
Ma rimaniamo con i piedi per terra, anzi trattandosi di moto da trial.....sulle pedane, e vediamo cosa ci propone la Montesa sul nuovo modello 2014.
Innanzitutto la veste estetica, di un bellissimo colore rosso vivo, classico da sempre per i modelli Montesa da trial, mentre il serbatoio in lamiera ha perso la classica "cupola" superiore, rimanendo a filo delle travi laterali in lega del telaio, perdendo anche 100 cc. di capacita' che adesso e' scesa a 1,9 litri di benzina.
Il motore e' sempre il "solito" di diretta derivazione dall'Honda Crf  di 250 cc. da motocross, molte componenti vitali sono addirittura identiche o intercambiabili, ha subito un leggero incremento di cilindrata, adesso e' di 258,9 cc., la cilindrata e' stata aumentata incrementando l'alesaggio passato da 76,5 a 78 mm.. la corsa e' rimasta invariata a 54,2 mm., anche l'albero a camme e' completamente nuovo, il sistema di iniezione elettronica del carburante e' sempre quella di derivazione dallo scooter Honda Pantehon modello 2003, sul nuovo modello sono cambiate le mappature, mentre la fasatura dell'anticipo accensione e' identico al modello precedente. Sono invece cambiate le sospensioni, sul modello base da noi provato, la forcella e' prodotta dall'azienda toscana Tech con steli da 39 mm. di diametro ed il monoammortizzatore e' lo spagnolo R 16 V (Olle), mentre le sospensioni della giapponese Showa rimangono sul modello 4Rt Race Replica che ha mantiene la veste estetica simile al modello ufficiale del Team Repsol oltre ad alcune sovrastrutture in carbonio. Tornando alla versione "base", questa e' equipaggiata di pompe idrauliche e pinze della spagnola Braktech.
























Giudizio complessivo
E’ stata una bella sorpresa la nuova Montesa Cota 4RT che, con una serie di interventi ha cambiato carattere, ora la moto sembra più leggera da condurre grazie alle sospensioni più sfrenate e ad un motore che oltre ad aver guadagnato 10 cc in più ha una differente erogazione che la rende molto più reattiva nel primo tratto di apertura del gas rispetto al vecchio modello, così che quando in mulattiera si sale tra un sasso e l’altro la moto regala sensazioni quasi da due tempi.
Parte bene, e' sufficiente ricordarsi di dare la pedata sulla leva della messa in moto in modo lento e costante, per permettere all'accensione batteryless ed alla pompa della benzina di attivarsi.
Il rumore di scarico e' sempre ben presente, purtroppo il motore del quattro tempi non e' proprio "ecologico" in questo senso per chi non e' un appassionato di motori.
Come si diceva la forcella Tech e' molto sfrenata e soprattutto in estensione fa' sembrare la moto piu' leggera e piu' facile da spostare nelle manovre da fermo, anche il monoammortizzatore risulta troppo sfrenato in ritorno, la moto in alcune situazioni sembra che rimbalzi.
Il freno motore in rilascio e' sembrato meno evidente sulla nuova Cota, ma non si capisce se la cosa sia dovuta agli interventi sul carter in zona imbiellaggio o al regime di minimo piuttosto alto della moto in prova.

 
 
Ossa TR 280I

Anche la Ossa modello 2014 ha beneficiato di notevoli migliorie, ricordiamo sempre che la Ossa e', attualmente, l'unica moto a due tempi di serie al mondo ad essere equipaggiata di alimentazione ad iniezione elettronica, ma veniamo alle modifiche adottate sul modello 2014.
Per quanto riguarda il motore e' stato definitivamente risolto il problema delle difficolta' di avviamento a caldo, modificando l'inclinazione dell'iniettore alla base della luce di travaso posteriore di 4 gradi rispetto a prima, questo facilita la messa in moto perche' aumenta la vaporizzazione della miscela sul cielo del pistone favorendo l'innesco della combustione evitando contemporaneamente l'eccessivo riempimento della camera di scoppio scongiurando eventuali ingolfature, inoltre e' stato modificato il gommino di riscontro della messa in moto dentro al carter motore, portandolo ad uno spessore di 2,15 mm., migliorando in tal modo la posizione di partenza per agire sul calcio.
Nuova anche la pompa della benzina della italiana Bitrom con pressione di esercizio aumentata fino a 3,2 bar di picco ai regimi piu' alti.
L'albero ha un cuscinetto a sfera che riduce gli attriti sul cambio e le vibrazioni, anche il cambio ha subito degli interventi di irrobustimento degli ingranaggi, mentre il gruppo frizione beneficia di una nuova molla spingidisco che la rende piu' precisa e piu' affidabile, aumentata anche la capacita' del carter, ora e' di 450 cc. di olio, 100 cc. in piu' della precedente versione.
Per quanto riguarda la parte ciclistica, sono state adottate delle nuove biellette dei leveraggi del monoammortizzatore, nuove anche le pompe freno e frizione della spagnola Braketec, nuova taratura della forcella Marzocchi con canne in alluminio da 40 mm. con paraoli Skf in butile a minore attrito e nuovo tampone di fine corsa del monoammortizzatore Ohlins Ttx piu' lungo e quindi piu' adatto a "spingere" la moto sugli ostacoli piu' alti, anche il monoammortizzatore Ohlins con il sistema Ttx e' una esclusiva della Ossa, nuove anche le grafiche con l'utilizzo del verde fluo., nuove anche le mappature dell'iniezione adottate sulla m.y. 2014.






























Giudizio complessivo
Sulla Ossa m.y. 2014 possiamo affermare che, dopo i numerosi interventi, la messa in moto è veramente facile in tutti gli ambiti, adesso il motore parte bene in ogni situazione sia a motore freddo che da caldo, anche se non si e' ben posizionati. Abbiamo volutamente spento e acceso la moto svariate volte e nelle condizioni piu' "scomode" per il pilota e la moto e' sempre partita al primo calcio, per il resto la 2014 e' una conferma delle gia' note doti di facilita' di guida, di aderenza sul viscido,  sensazione di avantreno "piantato" e stabile sui sentieri e nelle condizioni di guida piu' impegnative sulle mulattiere, anche il motore e' facile da utilizzare, con una erogazione dolce ma perfettibile ai bassi regimi che ha finalmente perso il caratteristico ritardo di partenza delle versioni precedenti, l’allungo come sempre è "infinito e permette di usare molto meno il cambio.

 

Sherco st 3.0
 
Anche la Sherco m.y. 2014 ha subito alcune modifiche di dettaglio, senza grossi stravolgimenti, si nota sin da subito il nuovo impianto di scarico completo, prodotto dalla spagnola Oxia, con un nuovo silenziatore in alluminio, anche il terminale ha un differente disegno ed e' smontabile per facilitare la sostituzione del materiale fonoassorbente, di conseguenza, la centralina di accensione e' stata completamente riprogrammata in funzione di "accordare" il rendimento del motore al nuovo impianto di scarico .L'estetica e' rimasta simile al modello 2013, cambia il colore di fondo delle plastiche, da bianche a nere sul nuovo modello, il telaio rimane verniciato di giallo, colore che contraddistingue e caratterizza le ultime realizzazioni della casa spagnola, sono stati fatti anche degli interventi sulla pompa della benzina del carburante per ridurre il fastidioso problema dell' eccessivo invasamento della vaschetta del galleggiante del carburatore che pregiudicava la corretta carburazione sui precedenti modelli.La Sherco rimane fedele alle pompe e pinze idrauliche della italiana Formula, la forcella rimane la Tech da 39 mm. ed il monoammortizzatore lo spangolo R16V di produzione Olle'.

   

   

   

   

   

   

   

   



   
   






Giudizio complessivo
La Sherco e' sempre la Sherco, nel bene e nel male, sensazione di moto molto leggera, specialmente sull'avantreno, invita alla guida a ruota "alta" per chi ne e' capace, ovviamente....
Moto molto maneggevole nelle curve piu' strette e nelle manovre da zona, grandissima trazione anche sul terreno viscido, frizione molto on-off difficile da modulare, erogazione della potenza tipica delle realizzazioni della casa  di Caldes de Muntbui, grande prontezza e coppia ai regimi piu' bassi e poco allungo, occorre sempre tenere una marcia piu' lunga sugli ostacoli per mitigare la scarsita' di allungo, sul modello 2014 sembra finalmente scomparsa l'irregolarita' di carburazione a gas chiuso dovuta alla pompa benzina che inviava piu' carburante del necessario al carburatore, l'unica cosa fastidiosa e' una certa "ruvidita'" di funzionamento del motore della moto da noi provata.



CONCLUSIONI
Quindi, come si diceva nella prefazione, le moto sono tutte ad un ottimo livello e più che idonee alla pratica del motoalpinismo, sport meno esasperato rispetto al trial classico.
Dai giudizi si può evincere che GAS GAS, Montesa e Ossa sono state da noi ritenute le migliori mentre lasceremmo una riserva sulla Beta e la Sherco perché siamo convinti che dopo un bella messa a punto queste moto possono dare delle impressioni ben diverse da quelle rilevate.
Grazie a Bertana ed agli amici Aldo, Massimo e Sergio che hanno condiviso questo appassionante ed impegnativo test che tutti gli anni ci vede coinvolti.

Lamberto

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Anche quest’anno la B.M. Racing coinvolgendo i produttori e gli importatori ci ha messo a disposizione alcune delle moto da trial che saranno le  protagoniste del mercato per la stagione 2014.





In ordine alfabetico:
Beta EVO 300
Gas Gas 300 base
Gas Gas 300 “R”
Montesa 4 RT
Ossa TR 280 I
Sherco ST 3.0


Inoltre ad alcuni di noi è stata data la possibilità di provare la Gas Gas Raga 300 personale di Mauro Bertana (titolare della B.M. Racing) appositamente preparata dallo stesso, una moto eccellente che soprattutto nella ciclistica ci è piaciuta tantissimo.

Oramai il livello raggiunto nella produzione delle moto da trial è elevato quindi tutte le moto provate sono tutte ottime, e, dopo la rivoluzione portata dalla Ossa, non ci sono state più novità eclatanti ma bensi affinamento dei progetti in essere da diversi anni.
Come dicevo ottime moto, alcune allo stato di eccellenza altre bisognerebbe avere la possibilità di riprovarle dopo essere state messe a punto da chi di dovere.
I tester coinvolti sono di provata esperienza e partecipano alla comparativa da anni, le nostre sono impressioni da motoalpinisti e non da agonisti e nel nostro ambito ci sono piloti con tecniche e capacità differenti ma mio avviso tutti dotati della sensibilità necessaria per comprendere le qualità salienti dei mezzi nel poco tempo a disposizione, tutte le moto in prova erano già state rodate.
Buona lettura!




Beta Evo Tr 300
 
Sulla Evo modello 2014, sono state apportate parecchie modifiche, oltre alla nuova veste estetica che, pero', ricorda come colori e grafiche il precedente modello 2010, anch'esso con il telaio verniciato di nero e con le plastiche bianche, le modifiche piu' sostanziali sono state apportate al motore, con l'adozione di un nuovo imbiellaggio e di un albero motore di maggiori dimensioni delle misure vitali, la cosa ha ridotto notevomente le vibrazioni che affliggevano i precedenti modelli, e' cambiato anche l'impianto di scarico molto simile a quello gia' adottato sul modello di 125 cc., visto che sul modello 2013 si erano verificati poco piacevoli "contatti" del collettore di scarico con il pneumatico della ruota anteriore! Per la pompa dell'acqua e' stato adottato un nuovo ingranaggio in plastica anziche' in acciaio come gia' si era visto sulla Factory 2013, anche gli ingranaggi della frizione sono stati modificati per aumentarne la coppia trasmessa, e si e' lavorato per diminuire lo sforzo di azionamento  della leva frizione, nuovo ingranaggio della messa in moto per facilitare l'avviamento.
Sono state modificate anche le mappature di accensione, adesso quella "soft" lo e' veramente, specie ai bassi regimi la potenza cala vistosamente ed e' quindi adatta all'utilizzo su terreni con scarsa aderenza.
Per quanto riguarda la parte ciclistica, ci sono nuove piastre di sterzo ed un nuovo fissaggio del manubrio alla piastra di sterzo a "morsetto" anziche con le viti tradizionali, sulla forcella compaiono i paraoli Skf in butile, ed una nuova taratura, mentre per il monoammortizzatore e' stato variato l'interasse e la progressione di funzionamento, finalmente compaiono nuove pedane poggiapiedi in microfusione ed un riparo per i leveraggio del monoammortizzatore, e' evidente il notevole miglioramento delle finiture e della componentistica, che sulle precedenti realizzazioni erano un po' trascurate.


























Giudizio complessivo
La Evo, moto che per anni nella nostra personalissima classifica si è sempre posizionata tra le prime in assoluto però quest’anno è stata una delusione, pensiamo che sia dovuto al fatto che non era stata messa a punto quindi ci siamo trovati un mezzo non ben carburato con delle pessime sospensioni ed i comandi freno anteriore e frizione poco precisi.
La netta sensazione di tutti i tester è stata quella di avere in mano una moto pesante, tanto ci era piaciuta la versione 2013 che ci aveva dato una impressione esattamente opposta.
La frizione rimane afflitta da uno stacco approssimativo, ottima come sempre la direzionalita' del telaio, la moto segue sempre con estrema precisione la traiettoria impostata dal pilota, ovviamente occorre una maggiore decisione per "gestire" il telaio in alluminio nelle zone o sui sentieri di montagna, sicuramente la Beta eccelle per l'affidabilita' e per la "certezza" di tornare sempre a casa, cosa piuttosto importante quando si e' in alta montagna.




 

Gas GasTxt Pro 300 Standard
 
Sulle nuove Gas Gas Txt Pro non ci sono stati stravolgimenti, ma si e' continuata l'evoluzione di un progetto vincente e prestazionale gia' da parecchi anni, affinando e migliorando parecchi particolari, tra cui sono degni di nota i nuovi dischi Galfer  alleggeriti e dal nuovo profilo, nuova pompa freno posteriore e nuovi gruppi idraulici freno e frizione Bracktech (ex Ajp) con pistoncini da 9,5 mm., nuove tarature per la forcella con canne in alluminio  da 40 mm. di diametro, modificata anche la scatola filtro in zona presa d'aria per ottimizzare il flusso di aspirazione e nuova paratia che facilita l'accesso per la manutenzione dell'elemento filtrante in spugna. Esteticamente si nota un nuovo serbatoio del carburante realizzato in materiale plastico con la parte superiore a filo dei tubi superiori del telaio, il nuovo serbatoio mantiene l'identica capienza del precedente ma e' piu' leggero di 200 gr.ed e' indeformabile in caso di urti.
Per quanto rigurada il motore, gli interventi piu' importanti sono stati quelli relativi al  selettore del cambio, che si puo' sfilare senza aprire il carter come in precedenza, ed un nuovo passaggio del liquido di raffreddamento dalla testa al radiatore per favorire la circolazione del liquido e per smaltirne piu' velocemente il calore.





























Giudizio complessivo
La Gas Gas rimane una "certezza" consolidata nel panorama delle moderne moto da trial, da alcuni anni a questa parte, la moto ha sempre subito piccoli ma continui affinamenti nei particolari e nella componentistica adottata,  il telaio in tubi tondi introdotto dal modello 2011 in poi ha reso la moto molto stabile senza snaturare il progetto di una moto dalla leggerezza e dalla manovrabilita' estrema, che si esprime al meglio nelle zone in gara ma che puo' venire utilizzata anche sui sentieri piu' impegnativi durante una gita di motoalpinismo.
Il motore e' sempre un capolavoro di trattabilita' ai bassi regimi e di allungo, ovviamente il carburatore Dell'Orto Phbl26Bs non e' all'altezza del Keihin Pwk da 28 mm. come regolarita' di carburazione e di "passaggio" dai bassi agli alti regimi. Il Keihin dona una maggior prontezza al motore che non da tutti può essere apprezzata.
Rimane la caratteristica negativa che occorre sempre caricare il posteriore della moto per avere trazione, c’è da dire però che la nuova progressione della sospensione posteriore ha migliorato di molto la trazione e l'aderenza della ruota motrice, mentre l'avantreno risulta sempre molto leggero.
Queste caratteristiche donano prontezza e reattivita' anche sugli ostacoli piu' alti, ottimo il funzionamento dei nuovi dischi freno Galfer esenti da fading nelle lunghe discese, buono anche il lavoro del monoammortizzatore e la scorrevolezza della forcella Marzocchi.







 

Gas GasTxt Pro 300 “R”

Il modello R della Txt Pro si differenzia dalla versione "base", oltre per la veste estetica piu' accattivante, per un differente pompante della forcella Marzocchi che ne aumenta la scorrevolezza, piastre forcella alleggerite, per l'adozione del carburatore Kehin Pwk da 28 mm. e per l'adozione del nuovo monoammortizzatore Reiger, che ha la caratteristica di avere il serbatoio dell'olio idraulico in basso, in modo da mantenere quest'ultimo maggiormente al riparo dal calore sviluppato dal motore, inoltre l'ammortizzatore piu' leggero contribuisce all'alleggerimento generale del modello R rispetto al modello base.
























Giudizio complessivo
Questa versione, più performante, si adatta perfettamente sia in zona che nel motoalpinismo "estremo". Valgono gran parte i giudizi del modello base con la differenza che la Pro “R” adottando il monoammortizzatore della olandese Reiger aumenta la reattivita' della moto e la spinta sugli scalini piu' alti inoltre il carburatore Keihin dona maggior rapidità al motore.



                                                                        **** fine prima parte ****


307
Chissà se ha nevicato sul Marguareis.......

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Stiamo preparando la comparativa e ci vorrà ancora qualche giorno, intanto vi pubblichiamo alcune foto scattate durante il test ed anche dei "numeri" di Matteo Grattarola (campione italiano TR1) e di Daniele Maurino (vice campione italiano TR1).
L'evento è stata una vera festa del trial perchè oltre alle belle moto messe a disposizione c'erano i campioni, i loro meccanici, l'importatore della GASGAS Claudio Favro, insomma una giornata full immersion nel nostro mondo.
Nuovamente un grande grazie a Mauro Bertana della B.M.Racing che da diversi anni si attiva per creare queste giornate di test.















































Ciao ragazzi, a la prochaine!!

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Fotografia / Non mi lavo più......
« il: 20 Ottobre 2013, 20:03:40 »
...queste le parole di Valchisun dopo essersi spupazzato la OSSA ufficiale di Daniele Maurino





Grande Sergio!!!

Anche ieri ci ha fatto ridere dal mattino sino ai saluti di commiato.  :baci:

310
Fotografia / Incontro nel bosco........
« il: 20 Ottobre 2013, 19:21:28 »
Bisogna stare attenti quando si va in giro per i boschi potrebbe capitare di incontrare dei brutti ceffi...

 sm444 sm444


311
Impianto elettrico / Impianto elettrico Beta 525
« il: 03 Ottobre 2013, 22:36:55 »
Per rendere "legale" la Betona gli sto montando le freccie ed il clacson.
Ho montato il dispositivo di intermittenza e il tutto funziona, le freccie funzionano anche a motore spento.
Domanda: il fatto che le freccie funzionano a motore spento non e' che viene dissipata della corrente?
Se si, come posso mettere un pulsante che  tolga corrente?

312
Dopo il grande successo della prima edizione anche quest'anno viene organizzato questo bellissimo evento in memoria del compianto Diego Bosis.

Ecco il link al sito della manifestazione.

http://www.2dtp.it/

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Montesa / Pinza freni 4 RT
« il: 26 Settembre 2013, 19:30:41 »
Sto controllando la Cota x sabato e mi sono accorto che le pastiglie del freno posteriore sono finite, strano perche' uso poco il posteriore e la moto ha pochi km.
Montando le pastiglie nuove mi sono accorto che i pistoncini si muovono in chiusura ma spingendo rientrano solo in minima parte, che si puo fare?
Devo aprire la pinza?

314
Report su uscite nel nord Italia / Una splendida Assietta
« il: 23 Settembre 2013, 10:00:32 »
21 settembre prima giornata di autunno, si parte presto per essere a Chambons punto di ritrovo con gli amici pinerolesi e Gianni, che piu' stoico di me, parte dalla Liguria con il suo inseparabile GS.
Arrivo in anticipo cosi ho tutto il tempo per prepararmi e fare un giro nei dintorni e scattare alcune foto.
Arrivano gli amici anche loro in anticipo cosi abbiamo il tempo di scambiare due parole mentre un intirizzito Gianni cerca il sole come le lucertole.
Il tempo e' semplicemente stupendo e la compagnia di vecchi e simpatici amici mi mette a mio agio e mi fa gustare da subito quella che sara' una bella e spensierata giornata di moto.
E' con noi anche Franz58 con la moglie, ci sono venuti a salutare e ci accompagneranno per il primo tratto asfaltato.
Lo sterrato e' facile ed i panorami sono molto belli, meritano le frequenti soste per scattare fotografie. La strada invoglia ad aumentare l'andatura ma occorre fare attenzione ad alcune curve sibilline che obbligano a brusche frenate per non volare di sotto.
L'aria tersa ci fa sembrare a due passi le alpi francesi che con i loro 4000 sono coperti dalle nevi perenni, l'andatura tranquilla e lo spettacolo della natura mettono un senso di pace e dimentico tutti gli affanni che durante la settimana convivono nel mio cervello.
La guida esperta di Nonnomiki e' rassicurante e ci indica le varie montagne o passaggi tecnici che si possono fare, queste montagne per il trial sono un vero bengodi.
Transitiamo per i vari passi e il piu noto e' quello del Colle dell'Assietta punto di osservazione incredibile.
Gianni, in simbiosi con il GS, se la cava egregiamente nei pochi punti impegnativi di questo percorso, impegnativi per una moto da 230 kg, ed anche Aldo l'ho visto molto tranquillo sul suo 990.
Oggi sono con la Beta 525 e sistemato l'assetto devo dire che le sospensioni lavorano bene e sono perfettamente in armonia mono e forcelle e, complice il telaio, la moto e' molto stabile e vien voglia di aprire ma come dicevo prima occorre attenzione inoltre ci sono diversi ciclisti e per non impolverarli troppo e' bene rallentare.
Siamo diretti a Bardonecchia a trovare l'amico Gino che ci aspetta nel suo grazioso albergo, qui siamo a casa di un amico e ci mette subito a nostro agio, c'è un bel tavolo apparecchiato per noi.
Gino in men che non si dica ci porta una serie di prelibatezze create dalla bravissima Valeria ed un paio di bottiglie di vino "giuste" e chi aveva detto mangiamo poco perchè dobbiamo continuare nel pomeriggio ha subito dimenticato i buoni propositi, fatto sta che alla fine siamo proprio satolli e soddisfatti e il termine "Assietta" viene sostituito nei nostri discorsi da "Siesta", comunque si riparte anche se con il cervello un po intorpidito.
Per fortuna non si va subito in fuoristrada ma facciamo asfalto sino a Susa così intanto si smaltisce un po di alcol, incomincia la salita al Colle delle finestre, inizialmente l'andatura è tranquilla poi mano a mano che si sale aumentiamo la velocità sino ad ingarellarci in una sparata in stile supermotard. Ho davanti a me Fabrizio con l'XT 660 Z che porta con disinvoltura e non riesco a passarlo, davanti c'è Nonnomiki e Valchisun, i tornati si susseguono senza tregua e sempre più stretti, una pura libidine per il mio Beta, a un certo punto Nonnomiki scala una marcia sorpassa Sergio e scompare all'orizzonte. Comunque la corsa continua sino alla fine dello sterrato, ci siamo divertiti tutti come i bambini, meno i tasselli delle gomme, quel mezzo centimetro che mi era rimasto è scomparso.
Prendiamo lo sterrato per arrivare al Colle delle Finestre e poi tornare per asfalto al punto di partenza.
E' stata, come detto, una giornata stupenda che nella sua semplicità mi ha appagato in tutti i sensi: compagnia, paesaggi e moto.
Grazie amici e à la prochaine!

Lamberto





































































































































315
Dopo la "buca" che avevo dato al precedente giro dell'Assietta avevo promesso che sarei andato prima della fine della stagione ed allora abbiamo organizzato per
sabato il giro viste anche le ottime previsioni metereologiche.
Quindi chi volesse partecipare la partenza sarà alle ore 10:00 dalla frazione di Chambons (Fenestrelle).
Percorso facile adatto anche alle enduro-stradali.
Per ulteriori informazioni chiedere a Valchisun.

Lamberto

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