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Topics - Lamberto

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Visto che, a causa impegni di lavoro oggi ho dovuto bigiare l'uscita ligure con Gianni e Diego, invito chi vuole farsi una uscita domani mattina
con me, giro tranquillo, non piove ma l'acqua nei ruscelli è garantita.


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Moto da trial e free ride / Informazioni Jotagas
« il: 14 Febbraio 2014, 11:56:12 »
Ai bene informati vorrei chiedere circa la Jotagas se esiste un importatore e se i ricambi sono disponibili.
Inoltre se il modello 2013 ha presentato problemi importanti.

Tenchiu

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Fotografia / Bert in the water
« il: 10 Febbraio 2014, 22:18:17 »
Smoke on the water proprio non ci stava  :hee20hee20hee:


Acqua, neve, acqua, neve, acqua e ancora neve......insomma il leimotiv di questo periodo!!

Comunque mi sono armato di buona volontà, perchè solo, e via nella palestra dell'ardimento.
Le premesse erano proprio buone già dal primo metro la situazione era la questa  sm97



insomma ogni minimo sentiero era un ruscello o un torrente e, per gli amanti de fuoristrada, è una libbbbbidine,
la esantematica sindrome del maiale!!

 sm400







ecco la GASGAS Free Ride version  :OK:



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Abbigliamento ed equipaggiamento / Risuolatura stivali
« il: 04 Febbraio 2014, 14:45:05 »
Ho fatto risuolare i miei Gaerne da trial visto che la suola originale non aveva più la punta. :73:

Ho cercato un calzolaio nel sito della Vibram e gli ho portato i Balance oiled in fin di vita, il ciabattino si è informato presso
la Vibram visto che gli ho specificato che ci sono due tipi di suole ed è stato risposto che la suola "morbida", di colore rosso,
non viene più prodotta in quanto si disintegrava rapidamente.

Quindi mi hanno messo la versione più dura che comunque non sembra così rigida, ed ecco il risultato:





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KTM / Test Free Ride 250 2T - El paso doble!!
« il: 26 Gennaio 2014, 16:47:02 »



Giuro che aspettavo questa moto da diversi anni da quando ancora il segmento delle free ride non era neanche in testa ai progettisti di queste moto. Si perché quando facevo i “bob”, mitica mulattiera piena di stretti tornanti, mi chiedevo perché dovevo farli con una moto così lunga e alta e, tutte le volte che ci passavo, mi veniva da ridere al tornante “Ciccio” dove il grande Merriman non riuscendo ad appoggiare il piede per fare girare la moto si fece un volo di oltre quattro metri. In effetti non mi riuscivo a spiegare perché avere 300 mm di corsa utile delle sospensioni quando il salto più alto che potevo fare non superava i due metri.
Per anni purtroppo non trovai risposte fintanto che un giorno la Scorpa inventando la T-Ride creò un nuovo segmento che a mio avviso ha potenzialmente un numeroso pubblico.
Dopo aver posseduto la T-Ride sia a 2 che a 4 tempi mi ero promesso che appena fosse arrivata in commercio una free ride della KTM l’avrei presa invece la prima versione sul mercato fu il 4T da 350 cc. che provai ma non ne rimasi entusiasta perchè mi aspettavo qualcosa di più leggero e performante.
Quindi le aspettative per la nuova Free Ride 2 tempi erano molte e finalmente sono riuscito a realizzare una prova esaustiva e per fare le cose per bene ci siamo “sparati” oltre 15 km di trialere. Se prima di partire facevo il duro e puro reclamando l’avviamento a pedale al termine ringraziavo il bottoncino che mi permetteva di ripartire mentre con una ruota ero dentro ad una pozza e con l’altra sopra una pietra viscida, comunque anche se pesa un kg in più l’avviamento a pedale a mio avviso ci sta soprattutto perché con questa moto per sua elezione si va in posti sperduti e magari dover spingere, per farla partire perché la batteria è scarica, non è proprio il massimo.
Innanzi tutto parliamo dell’avviamento visto le numerose segnalazioni di difficoltà alla partenza a freddo, alla mia moto per ora i problemi sono stati uguali a zero perché parte perfettamente sia a freddo che a caldo, è anche vero che mi hanno riferito che la moto deve avere un po di km sul groppone, comunque vi terrò informati per questo argomento, intanto “per non saper ne leggere e ne scrivere” ho montato un cavetto da collegare al manutentore in modo tale da tenere sempre carica la batteria.
A freddo basta sfiorare il pulsante e la moto parte e il timbro di scarico è sensibile ed attiva immediatamente la produzione di ferormoni e del testosterone dell’endurista e fa capire che questa è una moto da enduro e onestamente non ho capito chi ha scritto che lo scarico ha la timbrica tipica delle moto da trial!?!?
Il motore derivato da quello della EXC 250/300 ha subito profonde rivisitazioni, in primis è stata tolta la valvola di scarico, rifatta la termica con diversi travasi ed una testa diversa, è stato modificato il cambio con le prime 5 marce corte e la sesta di trasferimento. Inoltre è stata rifatta la frizione ed infine una diversa mappatura della centralina che offre due scelte: standard e traction. Le modifiche sopra descritte hanno fatto si che questo motore pesi oltre 2 kg in meno rispetto all'omologo della EXC.
Robusto il telaio su cui sono montate sospensioni strettamente derivate dall’enduro.
Insomma una “piccola” enduro a tutto tondo, in altezza, se si passa più o meno il 1,70 m, va bene ma se si è più piccoli qualche difficoltà c’è, allora il potente aftermarket di KTM mette a disposizione una sella di 7 mm più bassa ed un kit che permette di abbassare sensibilmente le sospensioni alle quali si accorcia la corsa, è fornito anche un cavalletto più corto (costo del kit senza sella circa 160 €). Questo kit è consigliato per persone che non superino i 70 kg.
Bene si parte, le misure abitative, come sempre in  KTM, sono buone, trovo solo le pedane un po altine per i miei gusti e sicuramente le arretrerò visto che c’è la possibilità di arretrarle di 8 mm.
Rispetto alla T-Ride offre più spazio per gambe e braccia e quindi anche i piloti più alti si troveranno bene.
Non ci sono sporgenze che danno fastidio nei movimenti e lo scarico è un piccolo capolavoro.
La 2 tempi rispetto alla 4 ha la culla più alta di 60 mm, una luce da terra di  quasi 400 mm è altissima e permette di passare spesso indenne tra i massi, comunque ho ordinato la piastra paramotore in alluminio…si sa mai!
La sella risulta essere un paio di cm più alta rispetto alla 4T ed inoltre le sospensioni della 2T sono tarate più sul rigido comunque sono belle scorrevoli.
Dopo pochi metri mi accorgo che questa moto rispetto alla sua sorella a 4T è un’altra cosa, un’altra concezione di utilizzo.
Colpisce subito la posizione del baricentro, la 4T oltre ad essere più pesante ha il baricentro decisamente più basso e comporta una guida diversa poi la differenza tra i motori è sostanziale.
In effetti dopo poco più di un km mi fermo, spengo la moto e mi dico “se è così è meglio tornare a casa”, sotto si ha tiro poi un attimo di incertezza (carburazione grassa) e poi spinge forte come una EXC, questa erogazione può andare bene sui sentieri scorrevoli o in speciale ma sicuramente non aiuta tra i sassi.
Quindi smonto il fanale e cerco il cavetto da scollegare che attiva la mappatura “traction” e devo dire che le cose cambiano e non poco, la progressione diventa regolare e meno decisa comunque la risposta al gas è sempre vigorosa.
Cerco di spiegarmi meglio, soprattutto ai trialisti perché per gli enduristi questo particolare è meno sentito, ovvero quando si viaggia in una trialera quindi tra i sassi smossi e fissi, alti e bassi con la moto da trial si va a velocità ridotta e si guida di trazione, mentre gli enduristi viaggiano in velocità, questo comporta che il trialista non avendo l’inerzia che l’aiuta dosa il gas tra un sasso e l’altro e la risposta del motore, a seconda delle varie marche, è più o meno morbida ma sempre controllabile e precisa, questo per dire che invece la Free Ride 250 da una risposta enduristica ovvero vigorosa e meno precisa quindi per guidare da trialista occorre avere la frizione in mano e occorre “pelare” per parzializzare la potenza.
Questo fa capire lo spartiacque di destinazione rispetto alla sorella a 4 T che invece offre una risposta più dolce anche se più lenta.
La Free Ride 2T va guidata da endurista, stabilito questo la moto è eccezionale per leggerezza e stabilità.
Le sospensioni KTM, per la prima volta nella mia vita, ho trovato che funzionano divinamente (voto 9) copiano tutto e ad un certo punto si induriscono anche perché con questa moto si può anche andare ad andature allegre e quindi occorre che le sospensioni siano in grado di digerire urti importanti.
Il telaio, misto acciaio, alluminio e plastica mostra un rigidità quasi da telaio totalmente in alluminio, nelle discese in mezzo alle rocce la moto fila dritta basta tenere il manubrio.
A proposito di manubrio, non comprendo perché lo abbiamo fatto stretto, è un difetto a mio avviso di non poco conto perché il braccio di leva non è favorevole e lo sforzo per muoverlo non è indifferente e stanca le braccia. Si perché l’anteriore della FR non è proprio una piuma da muovere, vuoi le forcelle in piedi vuoi che non sono quelle di un trial ma di una enduro insomma il peso si sente e sicuramente il manubrio è da cambiare.
Giusto per dare qualche informazione a chi possiede la T-Ride, quest’ultima è una moto più facile da condurre perchè più bassa di baricentro, il motore è più dolce e il feeling è immediato per contro manca di motore e della sesta marcia.
La FR diventa divertentissima nei tratti più scorrevoli perché permette di giocare grazie alla potenza del motore, si impenna con il solo pensiero e il controllo della moto è facile, la frenata, grazie al nuovo impianto in essere dal my 2014, è potente il giusto.
Il comando della frizione è duretto, da moto da enduro, comunque si modula bene e resiste agli strapazzi.
Verso la fine della prova ero cotto e ho cominciato a sedermi ed affrontando un tratto di circa un centinaio di metri piuttosto brutto ho messo la seconda e la FR mi ha portato su senza problemi ed anche nei momenti in cui i giri del motore erano al minimo quasi da spegnimento il motore richiamandolo riprendeva senza incertezze.
Questo è positivo ed aiuta non poco nelle lunghe uscite.
Le nuove coperture della Maxxis si sono rivelate eccellenti in tutte le situazioni, ho fatto una pressione leggermente inferiore a quella suggerita, ovvero 0,6 al posteriore e 0,8 anteriore.
A mio avviso con una carburazione più precisa e montando un volano appesantito la moto cambierà sicuramente di carattere. La qualità dell’insieme che si percepisce è di buon livello e la moto vale la spesa.
In ultima analisi, prima di effettuare una comparativa 2T e 4T, possiamo dire che la 4T è più trialistica e adatta all’utilizzo esplorativo anche per un minore impatto sonoro, la 2T è aggressiva e divertente e richiede una guida più dinamica.








Monto il cavetto del manutentore





























Il filtro dell'aria in stile aspirapolvere, è pratico da mettere/togliere però è infelice il pozzetto di alloggiamento perchè non ha uno scarico dell'acqua in caso di guado














Il robusto portatarga





Le zone delle nostre prove












Una delle belle trialere del test








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KTM / Problemi e soluzioni relativi alla FREE RIDE 250
« il: 23 Gennaio 2014, 11:23:08 »
Apro questo post in modo che siano indicati qui i vari problemi riscontrati e le relative soluzioni.

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Ciao a tutti,
il nostro amico Renato si è proposto per organizzare un raduno nel ponente ligure periodo da metà febbraio a meta marzo.
Percorso sia verde che rosso a seconda dei gusti.
Massimo trenta moto.
Si organizzerebbe di sabato con la possibilità per chi lo desiderasse di girare anche la domenica.
Stanno prendendo accordi con un B&B per chi volesse pernottare.
Ora per cercare di accontentare più amici possibile volevamo fare un sondaggio sulla data preferita.



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Honda / SPOSTATO: CR 550 short track
« il: 08 Gennaio 2014, 18:21:30 »

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Fotografia / Befana al lago
« il: 06 Gennaio 2014, 22:48:46 »





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I Leoni amano festeggiare l'ultimo dell'anno nel migliore dei modi ovvero un bel picnic in cima alla montagna.
Quindi una bella compagnia di poco meno di venti persone si è ritrovata al "fresco" dell'ultimo giorno dell'anno per un bel giro di motoalpinismo, bello non solo per il percorso ma anche per uno scenario magnifico come le Prealpi e le Alpi lombarde che incorniciano il lago di Como.
Nelle foto si vedranno tante giacche gialle fosforescenti questo perchè numerosi dei Leoni fanno parte della Protezione Civile ed hanno ottenuto come gruppo trial un riconoscimento a livello regionale ma stanno lavorando per ottenerlo anche a livello nazionale.
L'affiatamento e l'organizzazione di questi ragazzi ha fatto si che una volta arrivati nel luogo dove si doveva mangiare è spuntato dagli zaini ogni ben di Dio: salumi, formaggi, vini e spumanti, panettone, cioccolata, punch e caffè e dimentico ancora qualcosa!
Dopo la divertente parentesi terminata con un brindisi e con gli auguri per il mitico Ciry purtroppo assente per una lussazione alla spalla destra....AUGURI CIRY!!!!!!!!!!!!!!!!!!
Abbiamo ripreso il nostro viaggio percorrendo il crinale di una montagna con sotto il lago di Como proprio nel punto dove il ramo di Como ed il ramo di Lecco si uniscono per formare un unico tratto, uno spettacolo mozzafiato.
Poi una rapida...e ripida discesa a valle per poi percorre un tratto molto divertente tra guadi e saliscendi.
Ringrazio di cuore questi ragazzi per l'amicizia e la bellissima giornata di motoalpinismo!

Buon Anno a tutti!!

Lamberto















L'inossidabile Zio Seve con il suo Fantic



Passaggio scivoloso e ripido










Passaggio da manuale del Menca



E ora si mangia!!!!!!
























Il grande Zampi, presidente de i Leoni























Foto mie, Zampi e Madmax

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Comunicazioni / Auguri per il S.Natale
« il: 24 Dicembre 2013, 10:38:40 »
Amici di motoalpinismo.it a nome di tutto il nostro staff vi auguriamo
un sereno S.Natale a voi e alle vostre famiglie.
Serenita' che oggi come non mai e' diventata una merce rara e in quei
pochi momenti dobbiamo godercela.
Vi ringraziamo del vostro apporto che giorno dopo giorno ha fatto si che
il nostro forum sia cresciuto sotto tutti i punti di vista.
Anche se qualcuno vende la moto dedicandosi a sport piu' aulici rimaniamo
sempre e soprattutto grandi amici che tutti i giorni si ritrovano in questo
posto virtuale.

Buon Natale!!

 :baci:

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Ieri sera eravamo una ottantina di fuoristradisti rappresentanti tutte le discipline del fuoristrada in moto e in auto.
C'erano anche presenti i rappresentanti del Piemonte della FMI, della FIF, Uisp, Protezione Civile.
Dopo la presentazione di Aldo Canale ha preso la parola il vulcanico presidente del CER della Emilia Romagna Luca Giaroli nonche' anima del movimento che ha avuto vita grazie alla grande passione di alcuni amici che in poco tempo sono riusciti a realizzare un qualcosa di molto ambizioso.
Tutto nacque dal fatto che il CAI della regione Emilia Romagna aveva presentato una proposta di legge per normare una consistente quantita' di sentieri, tratturi, strade bianche ecc. proibendo qualsiasi transito a mezzi a motore comprese le bici.
Luca ed i suoi amici saputa la notizia si sono attivati avendo la brillante idea di coinvolgere le persone legate a tutte le discipline fuoristradistiche senza alcun distinguo questo per ottenere una massa critica per andare in regione a mostrare il dissenso di un gran numero di persone.
Per contrastare la proposta del CAI i nostri amici si sono letti tutte le leggi e leggine inerenti la circolazione e hanno appurato che in Italia NON ESISTONO LEGGI che impediscono la pratica del fuoristrada meglio ancor definita come "circolazione su strada a fondo naturale". Dichiarando quindi che tutte le leggi che ogni regione si crea ad arte vanno in contrasto con la legge nazionale che ha potere su tutto. Gli unici che hanno potere sul territorio sono i sindaci che possono deliberare la circolazione o meno sui tratti a fondo naturale.
Il bello della faccenda e' che il CAI ha fatto questa proposta di legge fregandosene degli interessi delle persone coinvolte, ovvero se fosse diventata legge i sindaci, che non sapevano nulla della cosa, si sarebbero trovata una legge regionale che avrebbe impedito di gestire il territorio come meglio avrebbero voluto.
Tanto e' vero che i ragazzi del CER saputa la cosa hanno spedito una comunicazione a tutti i sindaci coinvolti che in massa hanno reclamato in regione al punto che vedendo quanti comuni veniva lesi hanno pensato bene di cassare per almeno tre anni la proposta del CAI.
Proprio ieri il CER e' stato fondato presso un notaio ed ha visto come finanziatori la FMI e la FIF che hanno versato il capitale a garanzia necessario.
La cosa ha una importanza storica perche' per la prima volta diverse federazioni si mettono sotto un unico cappello e a mio avviso e' questa la scelta vincente del CER.
Dato lo statuto del CER si potra' creare un CER in ogni regione di Italia.
La struttura e le modalita' operative ricalcano buona parte del programma che avevo postato per la associazione di motoalpinismo.
Ora si potrebbe creare l'associazione dei motoalpinisti e poi legarla al CER pero' ritengo sia in questo momento un doppione, ora e' il momento di unire gli sforzi tutti assieme poi in futuro vedremo se sara' necessario creare le associazioni per ogni disciplina.
Quindi in ogni regione e provincia dobbiamo trovare, per ogni disciplina, dei rappresentati che dipenderanno da un responsabile provinciale e questi renderanno conto al responsabile regionale.
Poi il vero lavoro lo faranno, come sempre, i motoclub o i gruppi di appassionati che in ambito locale dovranno parlare con sindaci.
Il CER non si vuole sostituire a chi gia' opera da anni sul territorio, vuole unire tutti quelli che operano sotto una unica bandiera per avere una maggior rappresentativita' e forza contrattuale.
Laddove invece non c'e' organizzazione sul territorio il CER disciplinera' la cosa attraverso i propri rappresentanti e le persone che si proporranno.
Il discorso poi si fa piu' articolato se poi parliamo di quello dovremmo proporre ai sindaci per rendere interessante la nostra proposta, ma questo sara' tema di un altro post.
Quindi la prima pietra e' stata messa e gli argomenti sono interessanti visto che finalmente si e' fatta chiarezza su un argomento che interessa tutti noi e del quale ne ignoravamo le regole.
Certo non sara' un cammino facile, anzi tutt'altro, pero' ci sono le premesse per iniziare.
Vi terro' informati in merito e spero che da parte vostra ci sia l'appoggio necessario perche' da solo non posso fare nulla.

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Gli studenti dell’Università Ca’ Foscari hanno realizzato un cortometraggio sulla Casa di Vò Euganeo intitolato “Una meraviglia di suoni e cromatismi”.
Storia di un marchio affascinante e di come viene oggi gestito

http://www.motociclismo.it/borile-a-venezia-la-studiano-all-universita-moto-57236

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GasGas / Gas Gas TXT 300 R my 2014 - prime impressioni
« il: 09 Dicembre 2013, 20:55:46 »
Come promesso posto le prime impressioni su questa ottima moto ma mai come questa volta sono in difficolta'  a dare un giudizio in quanto ho fatto solo una uscita, la bella spagnola richiede un periodo di assuefazione per poterla guidare al meglio per via di una ciclistica reattiva che richiede una guida precisa, dinamica e ben impostata.
Abituato a guidare moto come Montesa e Scorpa dotate di motori tranquilli e di ciclistiche a prova di errore devo resettare il cervello e stare attento alla posizione di guida soprattutto nelle salite con scarsa aderenza, per il resto e' facile da condurre, leggerissima in ogni frangente.
La TXT e' precisa nelle traiettorie che mantiene anche sullo sconnesso occorre pero' prestare attenzione nei tratti in salita dove la leggerezza dell'avantreno fa si che spesso la ruota si alzi.
Quindi se si adotta una guida da trialista e non da pseudo endurista la TXT e' in grado di dare delle soddisfazioni maiuscole.
Queste le impressioni generali, andiamo nei dettagli: la qualita' di realizzazione e' ora di ottimo livello, rispetto alla TXT 300 che avevo comperato nel 2008 non e' neanche parente.
Durante la comparativa delle trial 2014 avevo avuto una ottima impressione del modello base soprattutto del motore ma, debitamente preparato, quello che ho sulla mia "R" posso affermare senza tema di smentita essere il miglior motore a due tempi da me avuto.
E' semplicemente fantastico!
Non saprei onestamente cosa desiderare di piu', quando si vuole e' docile ma se si apre diventa un aereoplano.
La frizione ha un attacco eccellente, accusa pero' un parziale stacco se si usa un dito in quanto in certe situazioni in discesa il motore si spegne e allora per evitare il problema tiro la frizione con tutta le dita cosi' la leva arriva contro la manopola staccando cosi' correttamente, penso sia solo una questione di regolazione.
Mi ha sorpreso vedere la forza di questo motore quando salendo un ripida salita di oltre 500 mt in quarta marcia ho provato a ridurre la velocita' al minimo e semplicemente girando la manopola del gas, senza scalare, vedere riprendere senza esitazione con una progressione incredibile e facilmente modulabile.
Uno dei principali motivi per il quale ho preso "R" sono le sospensioni di maggior qualita', le forcelle hanno un diverso pompante rispetto al modello standard e il monoammortizzatore e' un Reiger invece che un Sachs.
La moto e' nuova quindi le sospensioni devono essere rodate, ho trovato le forcelle piuttosto rigide nonostante il registro di compressione fosse tutto aperto, ripeto, penso che dopo un po' rodaggio il tutto si sistemi.
Ho trovato eccellente il monoammortizzatore, mi e' piaciuto piu' dello Showa per quanto ottimo, qui l'unita' elastica e' ancora piu' progressiva e copia tutto, notevole.
Il reparto freni e' ottimo e non ho nulla da dire, precisi potenti e resistenti nelle lunghe discese.
Ho imparato rapidamente a mettere in moto il motore nonostante la corsa piuttosto corta....basta dimenticarsi i modi gentili utilizzati per la Montesa per lasciare spazio ad una ruvida scalciata che fa girare il pistone al primo colpo.
Il rumore come su tutte le GG non e' invadente anche se sulla "R" mi e' sembrato piu' accattivante.
Nonostante la mia prima uscita sia stata piuttosto rocambolesca, non certo per colpa della moto, sono veramente GasGasato da questo mezzo.
Quindi sicuramente una moto da consigliare tenendo presente che si tratta di una racing pur con un motore da sballo alla portata di tutti.

300
Report su uscite nel nord Italia / A volte basta poco per......
« il: 07 Dicembre 2013, 23:00:35 »
A volte basta poco per....

Sono due settimane che ho in garage la nuova moto da trial e tra impegni di lavoro, famiglia e cattivo tempo non sono ancora riuscito a provarla.
Un cliente mi sposta un appuntamento ed allora decido di allungare la pausa pranzo per andare a provare la bellissima GG, mia moglie non vuole che vada via da solo ma la rassicuro che sara' una cosa breve giusto per mettere a punto i comandi, poi gli ho installato il software sul telefonino che  e' in grado di comunicarle dove mi trovo, per finire gli dico guarda che faccio la mulattiera n. 9, Giuliano, il mio vecchio compagno di uscite, sa dove' quindi stai tranquilla.
Pochi minuti di furgone e scarico la moto e parto, la mulattiera che percorro da trent'anni e' scorrevole e ci sono pochi punti impegnativi. La moto sale con facilita' e dolcezza disarmante pero' mi sento a disagio e secondo me e' la posizione del manubrio troppo avanzata, come arrivo in cima tiro fuori la brugola e lo alzo un attimo, riparto e vedo la luce, la moto la sento in un modo incredibile non e' piu' quella di prima. Inizio la discesa eccitato come non mai e quando arrivo al furgone non voglio smettere ed entro nel bosco per fare un breve trasferimento per poi attaccare la salita "giusta" per provare la moto. La leggerezza ed un motore dolce ma potente mi permettono di salire in quarta anche con il gas al minimo, fantastica!
Di solito ci fermiamo a tirare il fiato ma il pensiero di tornare in ufficio e l'effetto moto nuova fa si che non sento la stanchezza. Decido di fermarmi, pulisco il sentiero in un passaggio ostico pronto per la prossima volta. Inizio rapidamente il ritorno e non mi accorgo che un albero caduto di recente che in parte occlude la strada da dove sono arrivato non mi fa comprendere che ho imboccato un canalone, sono convinto di essere nel canalone che conosco da sempre pero' comincio a vedere delle piante che ostruiscono il passaggio e mi costringono a passaggi da contorsionista oppure devo sollevare la moto di peso per superare l'albero caduto.
Una pianta deve essere caduta da poco la terra sotto le radici e' umida e fresca e i rami spezzati hanno la linfa che li inumidisce, si e' caduta da poco, ma tutti gli altri alberi da dove arrivano?
Neanche un esercito di Troll potrebbe ridurre questo vallone in queste condizioni, comincio ad avere la certezza di avere sbagliato strada, scendo lungo una lastra di pietra scivolosa e mi infilo in un tratto che termina con una diga alta 4/5 metri formata da alberi di diverse dimensioni e non c'e' possibilita' di uscita, le pareti laterali sono ripide tento di salire ma senza successo, la moto si alza davanti dopo due metri e dovrei salire ancora 7/8 metri per poter superare le radici delle piante per poter poi ridiscendere, ma niente da fare i miei tentativi sono vani, comincio ad agitarmi per questa situazione senza via di uscita e allora decido di ritornare sui miei passi pur sapendo che non mi aspetta un bel percorso. Questo canalone non viene frequentato da nessuno e il fondo e' coperto da rami, alberi, sassi, foglie e sotto tanto viscido.
Mi siedo sulla piccola sella e comincio a zampettare per superare questo mare di roba poi arrivo davanti ad un sassone di circa tre metri un po' a scalini, salgo ma non faccio neanche due metri e torno indietro malamente, il primo tratto è viscidissimo poi come la ruota trova grip mi si impenna e non riesco a tenerla giu' poi questi gradini peggiorano la situazione.
Dopo diversi tentativi parto piu' deciso ma cappotto e la moto rotola lontano da me mentre io prendo una bella botta alla gamba. Faccio altri tentativi provando ad attaccare da punti diversi ma torno sempre giu'. E' piu' di mezzora che tento sto cavolo di sasso e sono quasi le 16:30 e mi devo sbrigare.
Allora decido di metterci tutta la decisione possibile partendo con tutti i due piedi sulle pedane e dato che non ho un centimetro di rincorsa parto deciso e arrivo in cima ma la moto mi disarciona violentemente e mentre lei salta in alto volo cadendo contro un roccione a lato sbattendo violentemente la testa e la spalla, mi schizzano via gli occhiali e poi cado di sotto battendo una gamba e poi la faccia e per finire mi arriva addosso la moto fortunatamente l'urto viene attutito dallo zaino.
Il silenzio e' totale, sento male da tutte le parti e rimango immobile cercando di capire la situazione, non ho nulla di rotto e comincio a sfilarmi da sotto la moto, sono sfinito e comincia ad essere tardi ed e' evidente che da qui non ne vengo fuori, anche se ho la corda da solo non riesco a fare nulla, decido rapidamente di abbandonare la moto e dolorante con in mano il casco comincio a risalire, il cuore batte talmente forte che lo sento in gola, scivolo diverse volte mi attacco dove posso per sostenermi, raggiungo un pianoro e mi fermo per tirare il fiato e fare il punto della situazione, davanti a me il canalone a salire a sinistra vedo quello che sembra un sentiero. Purtroppo non mi rendo conto dove mi trovo, sono convinto di essere piu' in basso di dove realmente mi trovo ed inoltre penso che il canalone che conosco sia alla mia sinistra quindi decido di non risalire ancora il canalone e prendo la mulattiera alla mia sinistra, salgo e dopo poche centinaia di metri sono sulla cresta, scivolo malamente, vado avanti ancora poi decido di fissare il casco dietro sullo zaino, mi accorgo che ho perso i guanti ma non ho voglia di tornare indietro e' tardi, il sentiero ora scompare sotto ad un spesso strato di foglie, vado avanti puntando verso ovest ed in parte scendendo convinto di andare ad incrociare il sentiero che conosco.
Comincia a scendere rapidamente la montagna e vedo sotto di me una piccola gola, forse ci sono, mi separano poco piu' di una ventina di metri di parete ripida che non riesco a scendere con la faccia rivolta a terra aiutandomi con le mani perche' i piedi scivolano ed allora decido di scendere con il sedere per terra frenando con piedi e mani fin che arrivo nel canale, percorro una ventina di metri e capisco di essere nel posto sbagliato, un groviglio di alberi e' davanti a me, comincio un percorso di guerra sino ad una nuova diga di piante troppo alte per essere superata, salgo allora sulla sponda sino ad andare sulla cresta nuovamente, questa altalena si ripete piu' volte, attivo il GPS dello smartphone perche' se dovessi cadere almeno il segnale c'e' perche' per il resto non c'e' campo.
Intanto la luce comincia a scarseggiare, la situazione e' abbastanza preoccupante perche' sono a circa 1000 mt di quota e la temperatura comincia a scendere e soprattutto non vedo niente che assomigli ad un sentiero, scendo nuovamente nel canalone che ora e' diventata un gola profonda e buia, dopo alcune decine di metri intravedo una sagoma oramai famigliare, l'ennesima diga di alberi, le pareti a lato sono ripide e allora mi decido di arrampicarmi sulle piante, metto lo smartphone tra i denti e comincio a salire e quando arrivo in cima alla pigna di alberi accendo la torcia del telefono per vedere come fare a scendere, mi raggelo vedendo che sotto c'e' una scarpata di quasi una decina di metri, impossibile da scendere senza corda e chiodi.
Ritorno indietro ed attacco la ripida parete, ogni tanto scivolo per qualche metro, pero' arrivo in cima, sono sfinito, completamente senza forze e le gambe ed una spalla mi fanno male, il buio e' quasi totale. Controllo il segnale e vedo che c'e' un poco di campo, decido allora di avvertire a casa ma non mi rispondono, telefono allora al mio amico Giuliano, l'unico che puo' capire dove piu' o meno mi trovo in questo massiccio.
Gli dico di tenere calme le mie donne che so essere molto apprensive, intanto mi avverte che si portera' con l'auto il piu' vicino ai piedi della montagna.
Comincio ad illuminare a 360 gradi per capire qualcosa ma oltre al buio comincia a salire la nebbia, scendo di alcuni metri per vedere come prosegue la gola ma mi accorgo che ci sono decine di piante che impediscono ogni passaggio inoltre con questo buio come faccio a scendere su una parete ripida? Quindi risalgo accendo la torcia ed intravedo una decina di metri di tratto che assomiglia ad un sentiero ma sono foglie che sostenute da un albero caduto danno l'impressione di essere un piccolo tratturo.
Comunque sono obbligato a prendere quella direzione anche perche' non ci sono alternative, scendo per una cinquantina di metri e le foglie secche finalmente si diradano, vedo una lingua chiara di una ventina di metri purtroppo con la torcia non riesco a capire di cosa si tratta, sento un gorgoglio di acqua e non faccio in tempo a realizzare che volo a gambe all'aria cadendo con il sedere ed una gamba prendendo una botta tremenda. Non si sta in piedi, percorro questa lingua di roccia e ghiaccio a carponi perche' non riesco ad alzarmi, al termine entro in una piccola palude e mi trovo nel fango per fortuna sono poche decine di metri, il buio e' totale quando la torcia e' spenta non riesco a vedere neanche la punta del naso.
Decido di staccare il GPS perche' assorbe troppa carica della batteria, devo avere assolutamente l'energia per alimentare la torcia.
Dopo oltre due ore di vagare al buio comincio a pensare al peggio anche se riesco ad essere calmo tanto so che agitarsi non porta a nulla, i pensieri si accavallano e sono preoccupato per mia moglie e mia figlia, intanto penso, mentre cammino in mezzo a questi alberi, come passare la notte, nello zaino ho solo un leggero Kway che tengo per le emergenze, non ho nulla con me tranne gli attrezzi d'altronde ero uscito solo per fare un breve test, ho una sete pazzesca e poi mi vengono i crampi alle cosce, la stanchezza, gli sforzi immani ed il freddo intenso mi fanno procedere con fatica, mi massaggio le gambe e riparto. Mi trovo in mezzo a della erba alta quanto me e non capisco dove girarmi pero' con la debole luce della torcia vedo sotto l'erba della terra rasa come fosse un sentiero, spariscono i pensieri negativi e percorro sta tundra per alcune centinaia di metri finche mi trovo in mezzo ad una radura dove intravedo quello che sembra un sentiero, si dipana poi in altri sentieri....ma sono sentieri? Non importa tanto l'inclinazione non e' impegnativa, sino a pochi minuti prima avevo camminato sempre con pendenze a rischio ed ora mi sembra uno scherzo a confronto, anche se sono sicuramente ad alcuni km dalla prima strada ora mi sento come se fossi arrivato, aumento il passo anche perche' ho paura che lo smartphone mi lasci e in questo buio totale non saprei dove andare. Arrivo finalmente ad un sentiero maestro, ci sono delle frecce in legno che danno indicazioni, memorizzo i nomi cosi' perlomeno sapro' dire dove mi trovo, avanti ancora circa un km altre frecce poi un cartello indica una sorgente, la conosco, so dove mi trovo, sono a meno di un'ora di cammino dalla civilta'.
Il mio smartphone ha ancora il 25% di carica e penso possano bastare per illuminarmi la strada, finalmente arrivo alla n. 10 ancora un km e ci sono, avverto Giuliano e poco dopo ci troviamo.
Il giorno dopo siamo entrambi impegnati per il lavoro e se anche dovessimo rimediare un paio di ore non sarebbero sufficienti per salire e cercare il posto dove ho lasciato la moto quindi decidiamo di andare il sabato.
Mentre faccio la doccia conto i bozzi che ho in giro per il corpo, sono cribbiato come se mi avessero pestato una banda di Hoolligans, tra i dolori e l'adrenalina che ho in corpo dormo si e no mezzora.
Passo la giornata camminando come Robocop e se a fatica salgo le scale a scenderle proprio faccio una fatica incredibile.
Come d'accordo sabato sul presto iniziamo l'ascesa, sono preoccupato perche' non ho idea del tempo che ci vorra' per trovare il punto dove ho lasciato la moto.
Ragazzi, come e' dura salire! Ci sono dei tratti bellissimi da fare in moto ma che a piedi stroncano, Giuliano che ogni tanto va a correre sale spedito mentre io ogni tanto mi devo fermare per riprendere fiato, comunque dopo un'ora e mezza di passo spedito siamo all'attacco del vallone dove devo iniziare la ricerca del punto dove mi sono perso. Mi fermo per prendere fiato ed intanto mi guardo intorno e riconosco la mulattiera che avevo preso a piedi e mi e' chiaro cosa e' successo, scendendo dal canalone che conosco avrei dovuto prendere a sinistra pero' essendoci una pianta di traverso non avevo preso in considerazione il sentiero, anzi non mi era sembrato un sentiero ed ho proseguito dritto entrando nel canalone maledetto, mi mangio le mani pensando che quando avevo iniziato la risalita a piedi se avessi guardato con attenzione a destra avrei visto una freccia indicatrice e trovato da subito il sentiero corretto permettendomi di tornare a casa in meta' tempo e soprattutto senza rischiare le piume.
Scendiamo lungo il canalone maledetto sperando di rivedere la moto, anche se sono convinto che in questo posto dimenticato dal Signore non passa nessuno pero', come si sa, dato che alla sfiga non c'e' limite un po' di apprensione ce l'ho.
Finalmente scorgo la sagoma, arrivo e finalmente la posso vedere e ne verifico lo stato visto che l'altro giorno dopo il secondo volo ero talmente messo male che dopo averla appoggiata alla roccia non la avevo degnata di uno sguardo.
Insomma qualche segno della battaglia c'e' pero' queste moto purtroppo prima o poi le ferite le mostrano a meno che le si usino per andare al bar.
Lego la corda alla piastra della forcella e il buon Giuliano con decisione mi aiuta a venir fuori da questo posto del cavolo dove sono certo che con la Montesa ce l'avrei fatta ad uscire perche' meno reattiva e piu' pesante di avantreno ma sia chiaro sono felice della nuova cavalcatura perche' tolto il punto malefico mi ha regalato delle sensazioni fantastiche, grande GG.
Proseguendo la salita mi rendo conto che se anche se avessi superato il sassone mi sarei fermato poco dopo, troppo impestato.
Certo che alla mia eta' andare a ficcarsi in un guaio di questo genere come un pivello e' grossa come una casa, e' proprio dimostrato che a volte basta poco per trasformare un momento di allegria in un tragedia che questa volta, per fortuna, e' stata solo sfiorata.
Una cosa e' certa: da solo non esco piu!

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