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Post - ilario

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Stradali / Re: Le moto che nessuno vuole piu'
« il: 29 Aprile 2018, 10:55:29 »
I titoli mondiali conquistati dalla "ex casa svedese"sono stati "conquistati" a Varese,progettati a Varese,prodotti a Varese con
squadra e piloti diretti da Varese.Il reparto corse Cagiva venne dirottato sulla Huski per lanciarne il marchio.
Le moto attuali sono ancora ,per buona parte,Varesine--a parte il colore.
Se non fosse stato per Castiglioni,della gloriosa "casa svedese"si conoscerebbero solo le motoseghe (delle quali sono tra i primi al mondo).

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Stradali / Re: La moto stradale perfetta
« il: 21 Aprile 2018, 14:52:27 »
Esatto!
Se ti ricordi ti avevo contattato perché prevedevo di aver bisogno di un aiuto concreto.
Tralascio ,volutamente,di parlare delle cifre in ballo e delle persone che avremmo dovuto assumere piu' l'indotto che avremmo generato.
Se ne sono resi conto all'ultimo momento ritenendo inizialmente che fossimo i soliti raccontaballe,quando sono arrivati progetti e licenze
edilizie approvati sono iniziati gli incubi e la gara a creare problemi e ritardi per cercare di indurti a tacitare ed accomodare.
L'unica cosa che non avevamo era il tempo,di quello ce ne anno fatto perdere troppo!
Peccato!

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Stradali / Re: La moto stradale perfetta
« il: 21 Aprile 2018, 10:09:31 »
Semplicissimo!
Il mezzo doveva essere integralmente Italiano--progettato e realizzato in Italia con materiali Italiani--non erano previste deroghe se
non nel periodo di partenza.
Nel resto del mondo il prodotto Italiano e' molto considerato(fino a pochi anni fa eravamo i numeri uno al mondo per la bici da corsa).
Mi e' stata portata una bici asiatica per farmi capire le dimensioni ed il concetto e mi fu data carta bianca per la progetto e il modo
di realizzarlo.Ripiegabile,inossidabile,doveva superare test portata di 300 kg(contro i normali 150),niente catena,frenatura potente,buona ciclistica,ruote in fibra,prevista trasformazione in elettrica ed estrema semplicita' di produzione con sistemi robotizzati.
In dieci giorni presentammo progetto ed il primo prototipo, furono sconvolti dal tempismo ed il risultato.
Ci proposero di produrre un numero di pezzi incredibile mettendoci a disposizione i capitali per il sito e le linee di produzione.
Doveva essere tutto nuovo ed avveniristico,non previsto utilizzo di siti gia' esistenti se non per i primi mesi di messa a punto impianti,
ci venne consegnato un capannone di 5000 mt per partire,venne acquisita una area di 75000 mt ed un progetto di un immobile(bellissimo) di 45000 mt,noi ci eravamo gia' fatta progettare dalla ABB la prima linea di produzione completamente automatica.
Si produssero i primi pezzi in maniera artigianale ed i risultati furono superiori alle gia' esaltanti aspettative,fummo costretti a calmare
i committenti perche'ci proposero numeri non realizzabili--eravamo pronti!
Qui viene il bello--ci remarono tutti contro,i verdi,i rossi,i neri,i diversamente colorati,i protettori dell'uccello padulo e del rospo palustre,
,la burocrazia di tutti i generi che ,capita l'entita' del potenziale investimento pensarono bene di saltare in tutti i modi sul carro.
Ci avversarono,ostacolarono,ritardarono in tutti i modi non comprendendo che si stava gettando il bimbo assieme ai pannolini sporchi.
Quando gli investitori capirono che non saremmo riusciti ad andare a regime prima di 2/3/4 anni ci dissero che era un progetto che
doveva partire subito perché eravamo in vantaggio rispetto al resto del mondo di almeno tre anni e che avevano acquisito dalla
nasa la tecnologia delle batterie del rover di marte.Tutta la tecnologia nasa viene messa sul mercato dopo un certo numero di anni.
Tentammo di dirottare il progetto nella vicina svizzera ma ci fu rifiutato,il prodotto doveva essere Italiano.
Ci rimane tanto rammarico,l'onore di aver contribuito e partecipato ad un progetto tanto importante,5000 mt di capannone e 75000 mt
di terreno abbandonati di proprieta' della multinazionale dove stanno crescendo erbacce ed un bosco dove prospereranno l'uccello padulo ed il rospo palustre.
Peccato!!!!

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Stradali / Re: La moto stradale perfetta
« il: 20 Aprile 2018, 18:02:49 »
Bici di interasse normale con ruote piu' piccole per essere leggera,ripiegabile e trasportabile,trasmissione a cinghia dentata(la prima
al mondo)--predisposizione per diventare elettrica,molto pedalabile e di ottima tenuta strada.
Il progetto era decisamente avveniristico--tanto da essere stato immediatamente "sposato"dalla piu' importante multinazionale del settore.
Parliamo di parecchi anni fa,ci fecero ordini con numeri  incredibili ma con tempi di consegna mooolto stretti--tanto stretti che
non riuscimmo nemmeno ad uscire dal primo incubo della nostra amata burocrazia.
Poi ci sarebbero stati il secondo,il terzo e via tutti gli altri con un tempo di realizzazzione stimato di due/tre anni.
Gli amici americani,abituati alla loro tempistica,ci salutarono cordialmente e se ne andarono.

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Stradali / Re: La moto stradale perfetta
« il: 20 Aprile 2018, 08:16:55 »
Vero!
Molto triste vedere tanto impegno e sacrifici morire in un angolo di un capannone.
Uno dei motori da competizione e' sullo scaffale.
La bici e' un mio progetto e realizzata totalmente da noi,la versione finale e' quella argento,avrebbe dovuto essere prodotta per una
multinazionale statunitense con numeri mooolto importanti.
Non ha avuto seguito per le lungaggini della nostra burocrazia che non ci permise di produrre entro i tempi richiesti dal contratto.
Pure lei e' a "morire" in un angolo del capannone.

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Stradali / Re: La moto stradale perfetta
« il: 14 Aprile 2018, 12:04:23 »
Malanca.
Nata nei primi anni 60 a Bologna come produttrice di bici.
Si trasformo' in costruttore di motocicli di piccola cilindrata e partecipo' al mondiale 125 per alcuni anni vincendo qualche gara
con piloti come Villa , Caracchi e Buscherini.
Si presento' anche nella cilindrata 250 senza grandi risultati.
Scomparve a meta' degli anni 90 alla morte del proprietario.
Siamo particolarmente legati a questo marchio perché qualche anno fa decidemmo ,con un gruppo di amici ,di rilevarne il marchio
e magazzini per poterlo eventualmente sfruttare per la produzione di una bici mooolto particolare(progetto poi abbandonato).
Ci sono rimasti,accatastati nel capannone di un amico,ricambi,prototipi e le moto storiche da competizione.
Devo averne le foto da qualche parte e ,se il Capo mi da una mano,ve le posso anche proporre--se vi puo' interessare.

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Moto GP/SBK ecc. / Re: Secondo GP
« il: 12 Aprile 2018, 19:14:40 »
Se volete elencarli tutti vi siete dimenticati Agostini.
Non sono stati i miei eroi,ho sempre "tifato" per gli altri.
Non confondiamo il "tifo" con lo sport.
Ho assistito a confronti mooolto duri,maschi,pesanti ma leali--nel motocross ci si sportella ad ogni curva(ma a 50 all'ora)qui si superano i 300 e pilota-moto sono sempre oltre il limite.
Ho visto piloti doppiare tutti gli avversari ed essere osannati come i campioni dei campioni,altri fare come il gatto con il topo giocando
tutta la gara facendo un poco di cinema per poi passare tutti alle ultime curve ed essere considerati degli dei,ma e' la prima volta che
assisto a gare ad eliminazione con un "pilota"che corre per eliminare fisicamente gli avversari buttandoli fuori con sorpassi impossibili
ed arrivando costantemente "lungo"all'interno calcolando "l'appoggio"come una regolare parte della curva.
Mi parlate di "carica agonistica"di elenco di piloti fatti cadere da Rossi--mi sta bene-ma in 20 anni e per il primo/secondo posto--qui si
e' assistito in una sola gara a una sequenza di azioni mooolto discutibili ed ultimo il "contatto" con Rossi per il quinto/sesto posto.
Questo e' un coglione pazzo scatenato che va calmato prima che ci scappi il morto!!!!
Mi domando se e' questo il "motociclismo"che amate "tifare"???
Non si corre piu' per vincere ma per fare perdere l'avversario e,se non si riesce diversamente,eliminandolo fisicamente!!!!!
A me non interessa piu'!
Continuate pure a scannarvi e a "fare tifo"!

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Moto GP/SBK ecc. / Re: Secondo GP
« il: 12 Aprile 2018, 16:00:44 »
Mi ero ripromesso di non entrare piu' in discussioni che riguardassero la competizione perché le ritengo tifo da stadio ma mi ci tirate per i capelli che non ho piu' in testa da mooolti anni..
Mi ero gia' espresso in riguardo del nostro eroe spagnolo quando,alle prime armi, cercavate di spacciarlo per il piu' grande campione di motociclismo mai presentatosi sulle piste mondiali.
Mi ero limitato a giudicarlo come uno dei tanti con un gran talento ed in grado di dare del gas e che avrebbe dovuto,nel tempo,
dimostrare di essere anche un campione.
Sono rimasto dello stesso parere,anzi la mia stima per il personaggio e' andata a sfumare nel tempo,un campione non lo sara' mai!
Continua ad essere uno che ci da del gas ma che il cervello,se ne ha,lo lascia al box quando parte.
Fino ad ora e' stato anche mooolto fortunato,di personaggi come lui sono piene le nostre strade dove andiamo a posare mazzolini di
fiori alla memoria.
Ma per favore!!! piantatela con questa menata che pur di dare contro a Rossi difendete l'indifendibile!!!
Questo e' un emerito coglione!
Io non ho mai amato Rossi ma quando dite che avrebbe dovuto montare una gomma da fuoristrada o che avrebbe dovuto andare dritto
invece di cadere una volta sportellato--mi chiedo se ,come marchez,spegnete anche voi il cervello quando siete alla tastiera.
Vergognatevi!!!

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Motore / Re: Vite del minimo bloccata
« il: 31 Marzo 2018, 09:44:10 »
Ci ho provato ma invano.
La vite era stata bloccata con il frenafiletti!!!???
Ho dovuto riforare in misura e rifilettare utilizzando maschi a tre passaggi cercando di ribeccare il filetto originale.
Niente di particolare.

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Filosofia motoalpinistica / Re: domande
« il: 30 Marzo 2018, 08:48:10 »
La seconda-terza e per chi e' fortunato come me la quarta vita motociclistica ti porta inevitabilmente su quel cammino.
Incominci e devi privilegiare la parte escursionistica e meno fisica del motociclismo--meno gas a manetta e piu' contemplazione.
Ti troverai,quasi sempre ,a camminare in solitaria perché i giovani hanno un altro passo e non ti andra' di essere loro di peso e
quelli a te piu' vicini di eta' sono gia' tutti alla Baggina (famoso ricovero per anziani).
La ritengo,a livello personale,le piu' bella ed appagante stagione motociclistica della mia vita.
Posso finalmente fare cio' che non mi era permesso fino a qualche anno fa,programmare e realizzare giri che erano dei sogni  inraggiungibili,due tre quattro giorni in montagna con la Montesa e 5/10/15.000 km con il 990.
A me piace la moto,mi piace andare in moto--molto meno parlarne--mio padre mi diceva "caro ragazzo piuttosto che niente e' meglio piuttosto" io sono nella fase del "piuttosto".
Dovrai cercarti compagni che vivano la stagione del "piuttosto" e la tua vita motociclistica sara' piu' felice e meno stressata e non
dipendete dalla cilindrata e dalle prestazioni della moto ma dalla compagnia che riuscirai ad avere.
Come ultima possibilita' il "camminare"in solitaria--io lo faccio da anni e non e' cosi' male.

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Motore / Re: Vite del minimo bloccata
« il: 30 Marzo 2018, 08:06:33 »
Foro 3.5 -filetto m4 -foro 4 e poi filetto m5 come vite.
In centro asse e non a casaccio.

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Motore / Re: Vite del minimo bloccata
« il: 29 Marzo 2018, 08:02:52 »
estrattori partono da m4 ma ritengo che sulla plastica facciano ben poco.
la tecnica del chiodo dovrebbe funzionare--poi rifiletti.
se me lo porti facciamo prima.

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Moto d'epoca / Re: A proposito di Hiro, Ancillotti Ch 125
« il: 29 Marzo 2018, 07:54:12 »
Esatto!

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Moto d'epoca / Re: A proposito di Hiro, Ancillotti Ch 125
« il: 28 Marzo 2018, 08:12:28 »
E' impossibile conoscerle tutte.
Solo in provincia di Varese sono nati dal 1895 ad oggi 38 marchi motociclistici tra artigianali ed industriali importanti e complessivamente 112 comprendendo le officine che produssero pochi esemplari.
Dati della camera di commercio!
Ero convinto che fossero "solo" una quarantina ma mi sono dovuto ricredere!

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Molti rimpianti ed occasioni perdute!
Cerchero' di essere il piu' sintetico possibile ma stiamo parlando di 70 anni di moto e penso di essere tra i pochi "supestiti"in grado di
parlarne.
La provincia di Varese e' geograficamente una provincia povera,terreni alluvionali,basse colline,argille e ghiaia,molti laghetti,paludi e marcite  nei punti in piano,lago Maggiore ad ovest la ricca Milano a sud e la poverissima Svizzera a nord(solo negli ultimi 50 anni
diventata ricca con i soldi e le ditte lombarde).
Niente materie prime,niente agricoltura--l'unico sbocco era il cervello e le braccia e l'Olona--lungo le sue sponde si e' sviluppata l'industria Varesotta--otto tessiture che superavano i 10.000 dipendenti con il Bustese che ne contava 27.000.(sono tutte scomparse
negli anni settanta perché le proprietà decisero di investire altrove) e la meccanica di precisione Isotta Fraschini ,decine di marchi
motociclistici e AEREO --le prime mongolfiere a Busto Arsizio e Gallarate(chiamati ironicamente Brusabalon -bruciapalloni dai Bustocchi
perché il loro primo tentativo fini' in rogo) .
Tutto l'aereo Italiano era progettato e prodotto nel Varesotto--Siai Marchetti-Agusta-Caproni-Macchi-piu' molti altri minori.
L'industria motociclistica importante nacque nei primi anni del dopoguerra perché l'AEREO venne "cancellato"dai vincitori (che si appropriarono di studi e progetti) proibendo qualsiasi attivita'che non fosse di manutenzione dei mezzi statunitensi.
Le nostre ditte si convertirono mettendosi a produrre moto e motocarri.
Macchi Aeronautica=Aermacchi   Agusta Aeronautica=Mv Agusta  Piaggio=Vespa ecc.ecc.ecc.
Veniamo a noi!
Mio padre(motorista aeronautico) era il motorista sull'aero del conte Corrado Agusta--dopo vari anni di raid(a farsi sparare nel sedere
come ai tordi uno a pilotare e l'altro a rabberciare i buchi con il fil di ferro) si convertirono a costruire moto--mi sono visto passare
in casa la storia del motociclismo Italiano.MV.Gilera,Guzzi,Benelli,Aermacchi,Aspes ecc.ecc.ecc.
Con il ritorno della possibilita' di ritornare a lavorare per l'aereo molti marchi abbandonarono la moto(che non era ancora diventata
l'oggetto del desiderio e rimpiazzata dall'auto come strumento di lavoro).
Furono anni duri e bui rischiarati solo dalla competizione e la storia la conosciamo.
Aermacchi abbandona ed e' assorbita da Harley ,che vuole avere in Europa uno sbocco per le sue moto.
Investono parecchio ma il tutto coincide con il periodo piu' turbolento nella storia dell'industria Italiana(scioperi selvaggi come se piovesse) Harley da un ultimatum comunicando che non sono piu' disponibili ad accettare una situazione del genere e che al primo
sciopero avrebbero chiuso (vi erano allora 750 dipendenti).
Lo stesso pomeriggio erano tutti fuori (e li rimasero perché la dirigenza usci' mettendo i lucchetti ai cancelli e chiudendo definitivamente).
Ora entra in gioco Castiglioni.Claudio Castiglioni era mio amico d'infanzia perché ,nato e cresciuto a 3 km da me ,veniva a passare le
vacanze scolastiche da sua zia che era la mia vicina di casa,la vicinanza di eta' e la mancanza di alternative ci faceva passare moolto tempo assieme.
I Castiglioni sono dei piccoli imprenditori che producono fibbie e bottoni per l'industria calzaturiera (altra ex eccellenza Varesotta)
che con la crisi del settore decidono di investire nell'immobiliare a cui fa gola la proprieta' Harley(3/4 km fronte lago per 1 in profondita'
piu' tutti gli immobili).
Passano tre anni e Harley mette in vendita ,nessuno si fa avanti pensando a cifre astronomiche,Castiglioni offre due miliardi ed Harley
accetta.Pochi giorni dopo ci sono le ruspe ed i rottamai al lavoro per radere al suolo e trasformare in villette a schiera.
Chiamo Claudio e gli faccio presente che sta facendo una emerita ca**ta ,siamo i piu' vecchi fornitori della ditta e conosciamo bene
la situazione,c'erano 4 miliardi di moto gia' pronte e che andavano solo assemblate,mi comunica che gli andava bene ma che gli avrei
dovuto dare una mano perché la prime cose che sono andate distrutte erano i serbatoi ed i parafanghi(allora in lamiera)--lampo di
genio di Tamburrini che propone di produrli in plastica----i primi al mondo!
Riassunti 70 dipendenti con l'obiettivo di eliminare il magazzino e poi demolire---il primo anno si produssero 70.000 moto -80.000 il
secondo ed ordini di 110.000 il terzo,numeri che non si raggiunsero mai perché vennero rilanciati marchi come MV-Husqvarna-Ducati-
Morini--erano quasi chiuse le trattative per l'acquisto di BMW (che stava attraversando un periodo nerissimo).
Fu l'inizio della fine--si riusciva a produrre a fatica il 50% degli ordini e si lascio' lo spazio a Beggio(che era un assemblatore per Cagiva)
di sfruttare i fornitori Cagiva che faticavano ad essere pagati.
La crescita di Beggio e l'intestardirsi a fare rinascere Ducati provoco' una grossa perdita economica e di materiale umano che porto'
alla migrazione del reparto corse quasi al completo(che aveva portato alla conquista di decine di campionati mondiali e Parigi Dakar)
e permettendo ad Aprilia di conquistare il ricchissimo palmares di cui si puo' fregiare.
Qui nasce la Hiro,Battaini che era il responsabile del reparto corse Cagiva non accetto di passare al nemico e creo' con alcuni fidati tecnici a Saronno la Hiro.
Non certo degli sprovveduti,tecnicamente e progettualmente i numeri uno.
I loro motori erano mooolto prestazionali e costruiti con grande perizia--meno quella ciofeca per il trial-che e' poi lo stesso della
Cagiva e della Merlin. Non puoi utilizzare un motore Ferrari da montare su un furgoncino per i corrieri.
La loro scelta era dettata dal fatto il reparto corse in Cagiva era stato smantellato e non avevano accettato di passare al nemico
(che si era comportato non in maniera cristallina) decidendo di costruirsi un loro motore.
Quando Cagiva si riprese (solo parzialmente ed a fatica) ritornarono ad occuparsi di sviluppo Husqvarna-Cagiva-MV.
Scusatemi se mi sono dilungato troppo ma e' l'unico modo per tentare di spiegare alcuni passaggi.