motoalpinismo.it
Varie ed eventuali => Drive in => Topic aperto da: diegog - 20 Dicembre 2011, 22:45:25
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ce lo scrivi il racconto di Natale?
e magari il Marcolino una poesia? :gno:
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Vai con i racconti di Natale :PDT_Armataz_01_37:
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Humm..non ce l'ho un racconto di Natale. Ma se mi promettete di aver pazienza provo a metterlo giù apposta per Voi, Amici miei, e anche per me, perchè no?
Anzi, grazie davvero: è un graditissimo invito a tornare a riflettere. Ora mi è diventato quasi un lusso. Male Alex, male! Dai retta agli Amici... molla quella manetta, scala una marcia, e portati a una velocità con la quale i pensieri non volino via dal casco come le foglie dai platani prima di un temporale.
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Dai' metti di nuovo in campo i tuoi neuroni da narrratore, e' un peccato lasciarli inoperosi visto quello che ci hai gia' fatto leggere, ma non devi fare come Oldrati, devi soltanto divertirti, cosi' viene meglio! sm08
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Perchè, che fa Oldrati? non mi dite che riesumano anche la Gori... o la GG ha bisogno di vendere tutti i motori che ha in magazzino? :bins:
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Sto' parlando di Thomas Oldrati, non di Fausto sm470 !Thomas Oldrati, dopo avere vinto il Mondiale Junior 125 tre anni fa' era stato "eletto" da tutti come il nuovo Alessandro Gritti redivivo, il problema e' che la eccessiva pressione dei media, dei tifosi e di tutti, lo hanno portato ad un eccesso di pressione e lo hanno fatto andare fuori di melone, un po' come era successo a Manuel Poggiali dopo avere vinto il mondiale di velocita' 125 e 250, qualcosa era scattato in lui e fine della carriera agonistica, leggiti in proposito l'editoriale di Motociclismo FuoriStrada di gennaio:
http://www.motociclismo.it/motociclismo-fuoristrada-ndash-gennaio-2012-moto-50684
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Dalle mie parti si dice che per forza non si fa nemmeno l'aceto. sm414
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ma chi è, quello che alla Sei Giorni non è manco partito perchè faceva fatica? :tris:
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Si' proprio lui!Alla Sei Giorni poteva benissimo limitarsi a fare presenza senza ritirarsi, capisco che sia esaurito, ma almeno un po' di rispetto per gli altri della squadra italiana poteva mettercelo! :73:
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Proprio il nuovo Gritti sm444 qale genio ha coniato cotanto parallelo? sm452
Chissà che ne pensa quello "originale", di questo paragone! :hee20hee20hee: sm97
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Credo che come in tutte le cose, anche se si e' dotati di talento per andare forte in moto ed arrivare a vincere un Mondiale, l'importante sia di divertirsi se no' non si va' da nessuna parte, credo che si tratti di entrare in "sintonia" con quello che si fa', tanto piu' a quei livelli dove andare molto forte puo' significare o vincere una gara o finire dentro ad una pianta!
Creco che chi ha il demone del vincente in corpo, il fatto di andare in moto vuole significare soltanto vincere e il divertimento diventa proprio quello!
Uno come Carl Fogarty, pluri campione mondiale di Superbike portava la moto in gara soltanto con l'intento di stare davanti agli altri, del piacere di andare in moto credo che gliene fregasse molto poco:
http://youtu.be/hiOR1b4j6BE
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Per rimanere in ambito di terra e sassi, penso si possa usare quello che sta facendo Ahola. Al di là dei motivi per cui ha abbandonato la HM (vedremo il 1° gennaio se la cosa avverrà davvero) un passaggio ad altra marca per lui non significa più guadagno, ma possibilità di divertirsi ancora facendo lo sport che gli piace. Se considerasse un passaggio di scuderia come un semplice lavoro e una fonte di arricchimento, avrebbe firmato per BMW due anni fa, e oggi ne parleremmo come un bel campione che è sparito nel nulla, ricco ma perdente.
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Si avvicinano le feste
In ginocchio sul presepe
Come me, voi pure avreste
Il taccuino con le crepe
C'è chi brama uno stivale
Chi lo zaino ultraleggero
L'accessorio per Natale
Fa felice ogni trialero
Con la nuova sospensione
Esaudiscimi o Befana!
Riesce ogni evoluzione!
Son più fico di Pastrana!
Di sto casco sono stufo!
Senti uno po' Santa Lucia!
Porteresti mica un Ufo?
Cosi il vecchio getto via?
Cosa meglio di una tuta
Sotto i rami dell'abete
O la tanica che aiuta
Se la moto ha troppa sete?
Ma il Bambino nella grotta
Vede tutto sto frociame
Il rincorrere, la lotta
A chi espone più ciarpame
Cosa credi tu trialista
E tu pure con l'enduro
Che sia il bello della pista
Se non sei più tanto duro?
E' trovarsi la mattina
Sopra il monte con l'amico
Sia col sole o nebbiolina
Rimirando un posto antico
E' finire la giornata
Senza fretta in trattoria
Con la storia raccontata
O la balla.. "ma va via!"
Ed allora cosa chiede
Al Gesù "motoalpinista"
Chi per questo si ravvede
Ed aggiorna la sua lista?
Chiede un forum come quello
Del Lamberto e Valchisùn
Mulatrial col brutto e il bello
Tutti quanti a far brum brum
Alex Gianni Nonnomiki
Vanni Lazzaro ed Ilario
Max il Cassio e tanti amichi
Troppo lungo è l'inventario
Questo chiedi nella calza
Se ti piace la montagna
L'accessorio ti rimbalza
E' l'amico la cuccagna!
M
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Oggi vi racconto di un ragazzo come tanti. Non proprio come tutti, ma come quelli, tanti appunto, cui ci accompagnamo nei nostri giri per mule e sterri, come quelli che incrociamo e che tanto volentieri spengono la moto per scambiare due chiacchiere, regalandoci sempre la sorpresa nel riscoprire che metti due motociclisti insieme, che non si sono mai visti, che non hanno mai conversato né si sono scritti, e parleranno delle stesse cose, ed esprimeranno le medesime sensazioni, così come per magia.
Per la verità non è proprio un ragazzo. Ha la sua bella fracca di anni, una famiglia e un lavoro avviato che coi tempi che corrono si tiene stretto azzannandolo coi denti come un pitbull su una chiappa di un vescovo. Ma è anche uno che ricorda, e che ricordando sospira. Si, perché una volta, tanti e tanti anni fa, aveva i capelli, una ragazza bionda con gli orecchini color fragola, qualche migliaio di lire in tasca e una SWM 125.
Bene, sui capelli ha messo da un pezzo la fatidica pietra, la ragazza dai lunghi capelli biondi gli passa rare volte nella mente come un ricordo bello e spensierato che scalda come il sole a primavera, ma la SWM gli brucia dentro ed ogni primavera la finestra aperta dell’ufficio, la strada del centro, la piazza dell’aperitivo rimbombano al canto di cilindri e terminali, aprendo una ferita che nemmeno pensava potesse avere, un tempo, aperta quando vendette la sua adorata saltafossi per dedicarsi all’università, al lavoro, alla famiglia, a fare insomma tutte quelle cose che ti accompagnano mentre cresci e ti condizionano fino. Fino al giorno in cui te ne accorgi.
E ti incazxi come una mangusta.
E proprio questo accadde, poco tempo fa, al ragazzo di questa nostra storiella. Si accorse del valore delle cose coltivate per anni, si gratificò intimamente per la dedizione con cui le aveva portate avanti nonostante… nonostante la vita. Ma decise anche che da allora in avanti avrebbe rialzato la testa, e che quella testa avrebbe calzato nuovamente un casco.
Per cui, qualche settimana prima di Natale, decise che un regalo, quell’anno, l’avrebbe fatto anche a sé stesso. Iniziò a tornare a casa a sera qualche minuto più tardi, non di più. E per rientrare non faceva più il percorso usuale, quello appena più lungo ma con meno traffico. Il suo TomTom ormai registrava tracce strane, deviazioni e arzigogoli ogni giorno diversi.
Il ragazzo, tra neve, piogge e vento freddo, visitava un concessionario a sera, riprendeva a respirare l’ambiente, si informava, chiedeva, guardava e si meravigliava. Stava segnando il proprio destino, gli correva incontro dritto e deciso, per quanto inconsapevole.
Un giorno scelse, e lasciò un acconto. Provò quasi soddisfazione davanti ai propri cari basiti. Finalmente li aveva stupiti. Molte volte aveva laconicamente registrato come, per cose che avrebbero dovuto meravigliarli, loro dessero per scontato quel che era e quanto facesse.
Tornò dalla prescelta, staccò con una strana emozione l’assegno per il saldo, e insieme appose la firma al proprio destino.
Casco ben allacciato, e luci accese anche di giorno, dice il Nico, e lui così fece. Ingranò la prima ed uscì dal piazzale. Verso il destino.
Sorrideva, il ragazzo. Aveva un mondo ristretto, angusto, ma suo. Quant’era che non gli capitava più? Quel mondo era il suo nuovo destino, ma questo lo sappiamo solamente noi. Lui si limitava a sorridere e ad andarci dritto contro.
Azzardò, una domenica gelida di metà dicembre, la sua prima uscita sui colli vicini a casa. Poche ore, in modo da essere a casa per pranzo. Ma quell’aria limpida, le creste tanto nitide nel sole, quel profumo di Natale che anche i pini sprigionavano e l’odore della terra gli rubarono un singhiozzo gioioso nel casco, restituendogli non i capelli, né la ragazza bionda, ma quel che era ed aveva sepolto quando il mondo aveva deciso che fosse abbastanza cresciuto per essere grande. Il bagliore di un desiderio l’illuminava dentro: condivisione!
Certo che.. quanta strada ha fatto la tecnologia in pochi lustri! A guardarle passare mica ci si rende conto! Quanto era diverso il suo Sachs, quasi rudimentale ora, guardando l’intrico di tubi, cavi e staffe che si stagliava sul prato color caffelatte, bruciato dalla brina. Un pensiero che l’avvicino di un abbondante Parsec al suo destino, con accelerazione inimmaginabile.
Dopo pranzo con la scusa delle email augurali si rintanò in pace avanti al pc, aprì la pagina di Google, e digitò “differenza tra 4T e 2T”. il motore di ricerca rispose coi suoi dati in 0,432 secondi.
In cima ai risultati, una discussione. La lesse. Il suo destino pulsava vita propria. Aprì altre pagine. Poi si illuminò. Fece richiesta di attivazione di un account.
smel Nuovo Amico! Non lo sapevi, ma siamo il Tuo destino! Grazie per esserti unito a noi. Uno di noi. Bello!
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Che dire? Bravi tutti e due :PDT_Armataz_01_37:
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Beh io dico la verità .. meno male che ero al lavoro perchè se fossi stato a casa, dopo il racconto di alex andavo in garage a piangere abbracciato alla moto nuova!
E' una Beta non vorrei che con le lacrime si staccassero gli adesivi!
Auguri a tutti amici!
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Tra noi ci sono molti ex ragazzi che hanno avuto i capelli ed una ragazza bionda con i capelli lunghi e che ora leggendoti si identificano in lui.
Grazie Alex e Ilveromarcolino--siete unici.
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Oggi vi racconto di un ragazzo come tanti. Non proprio come tutti, ma come quelli, tanti appunto, cui ci accompagnamo nei nostri giri per mule e sterri, come quelli che incrociamo e che tanto volentieri spengono la moto per scambiare due chiacchiere, regalandoci sempre la sorpresa nel riscoprire che metti due motociclisti insieme, che non si sono mai visti, che non hanno mai conversato né si sono scritti, e parleranno delle stesse cose, ed esprimeranno le medesime sensazioni, così come per magia.
Per la verità non è proprio un ragazzo. Ha la sua bella fracca di anni, una famiglia e un lavoro avviato che coi tempi che corrono si tiene stretto azzannandolo coi denti come un pitbull su una chiappa di un vescovo. Ma è anche uno che ricorda, e che ricordando sospira. Si, perché una volta, tanti e tanti anni fa, aveva i capelli, una ragazza bionda con gli orecchini color fragola, qualche migliaio di lire in tasca e una SWM 125.
Bene, sui capelli ha messo da un pezzo la fatidica pietra, la ragazza dai lunghi capelli biondi gli passa rare volte nella mente come un ricordo bello e spensierato che scalda come il sole a primavera, ma la SWM gli brucia dentro ed ogni primavera la finestra aperta dell’ufficio, la strada del centro, la piazza dell’aperitivo rimbombano al canto di cilindri e terminali, aprendo una ferita che nemmeno pensava potesse avere, un tempo, aperta quando vendette la sua adorata saltafossi per dedicarsi all’università, al lavoro, alla famiglia, a fare insomma tutte quelle cose che ti accompagnano mentre cresci e ti condizionano fino. Fino al giorno in cui te ne accorgi.
E ti incazxi come una mangusta.
E proprio questo accadde, poco tempo fa, al ragazzo di questa nostra storiella. Si accorse del valore delle cose coltivate per anni, si gratificò intimamente per la dedizione con cui le aveva portate avanti nonostante… nonostante la vita. Ma decise anche che da allora in avanti avrebbe rialzato la testa, e che quella testa avrebbe calzato nuovamente un casco.
Per cui, qualche settimana prima di Natale, decise che un regalo, quell’anno, l’avrebbe fatto anche a sé stesso. Iniziò a tornare a casa a sera qualche minuto più tardi, non di più. E per rientrare non faceva più il percorso usuale, quello appena più lungo ma con meno traffico. Il suo TomTom ormai registrava tracce strane, deviazioni e arzigogoli ogni giorno diversi.
Il ragazzo, tra neve, piogge e vento freddo, visitava un concessionario a sera, riprendeva a respirare l’ambiente, si informava, chiedeva, guardava e si meravigliava. Stava segnando il proprio destino, gli correva incontro dritto e deciso, per quanto inconsapevole.
Un giorno scelse, e lasciò un acconto. Provò quasi soddisfazione davanti ai propri cari basiti. Finalmente li aveva stupiti. Molte volte aveva laconicamente registrato come, per cose che avrebbero dovuto meravigliarli, loro dessero per scontato quel che era e quanto facesse.
Tornò dalla prescelta, staccò con una strana emozione l’assegno per il saldo, e insieme appose la firma al proprio destino.
Casco ben allacciato, e luci accese anche di giorno, dice il Nico, e lui così fece. Ingranò la prima ed uscì dal piazzale. Verso il destino.
Sorrideva, il ragazzo. Aveva un mondo ristretto, angusto, ma suo. Quant’era che non gli capitava più? Quel mondo era il suo nuovo destino, ma questo lo sappiamo solamente noi. Lui si limitava a sorridere e ad andarci dritto contro.
Azzardò, una domenica gelida di metà dicembre, la sua prima uscita sui colli vicini a casa. Poche ore, in modo da essere a casa per pranzo. Ma quell’aria limpida, le creste tanto nitide nel sole, quel profumo di Natale che anche i pini sprigionavano e l’odore della terra gli rubarono un singhiozzo gioioso nel casco, restituendogli non i capelli, né la ragazza bionda, ma quel che era ed aveva sepolto quando il mondo aveva deciso che fosse abbastanza cresciuto per essere grande. Il bagliore di un desiderio l’illuminava dentro: condivisione!
Certo che.. quanta strada ha fatto la tecnologia in pochi lustri! A guardarle passare mica ci si rende conto! Quanto era diverso il suo Sachs, quasi rudimentale ora, guardando l’intrico di tubi, cavi e staffe che si stagliava sul prato color caffelatte, bruciato dalla brina. Un pensiero che l’avvicino di un abbondante Parsec al suo destino, con accelerazione inimmaginabile.
Dopo pranzo con la scusa delle email augurali si rintanò in pace avanti al pc, aprì la pagina di Google, e digitò “differenza tra 4T e 2T”. il motore di ricerca rispose coi suoi dati in 0,432 secondi.
In cima ai risultati, una discussione. La lesse. Il suo destino pulsava vita propria. Aprì altre pagine. Poi si illuminò. Fece richiesta di attivazione di un account.
smel Nuovo Amico! Non lo sapevi, ma siamo il Tuo destino! Grazie per esserti unito a noi. Uno di noi. Bello!
L'ho scritto ieri sera al mio amatissimo nipote che mi fatto gli auguri dall'Australia: sei un GRANDE!
Grazie Alex, grazie ragazzi, per quest'anno con i regali di Natale sono a posto così......sono questi i regali che fanno la felicità!
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Marco/ Alex Poesia e Racconto da mettere sotto l'Albero!!!!! BRAVI E BUON NATALE A VOI E ALLE VOSTRE FAMIGLIE :baci: :baci: :baci:
NONNOMIKI....
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E' una Beta non vorrei che con le lacrime si staccassero gli adesivi!
Occhio che alle Beta altro che adesivi, con le lacrime si dissalda il telaio! sm444 :bins: :siga:
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smbrv smbrv ................ tutti e due!! sm419
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Bravissimi!Complimenti a tutti e due, adesso che avete cominciato ad esaudire le nostre richieste, la prossima sara' di vincere almeno un titolo regionale a testa, trial ed enduro,per la scelta della specialita', mettetevi d'accordo tra di Voi! :bins: sm453
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Si avvicinano le feste
In ginocchio sul presepe
Come me, voi pure avreste
Il taccuino con le crepe
C'è chi brama uno stivale
Chi lo zaino ultraleggero
L'accessorio per Natale
Fa felice ogni trialero
Con la nuova sospensione
Esaudiscimi o Befana!
Riesce ogni evoluzione!
Son più fico di Pastrana!
Di sto casco sono stufo!
Senti uno po' Santa Lucia!
Porteresti mica un Ufo?
Cosi il vecchio getto via?
Cosa meglio di una tuta
Sotto i rami dell'abete
O la tanica che aiuta
Se la moto ha troppa sete?
Ma il Bambino nella grotta
Vede tutto sto frociame
Il rincorrere, la lotta
A chi espone più ciarpame
Cosa credi tu trialista
E tu pure con l'enduro
Che sia il bello della pista
Se non sei più tanto duro?
E' trovarsi la mattina
Sopra il monte con l'amico
Sia col sole o nebbiolina
Rimirando un posto antico
E' finire la giornata
Senza fretta in trattoria
Con la storia raccontata
O la balla.. "ma va via!"
Ed allora cosa chiede
Al Gesù "motoalpinista"
Chi per questo si ravvede
Ed aggiorna la sua lista?
Chiede un forum come quello
Del Lamberto e Valchisùn
Mulatrial col brutto e il bello
Tutti quanti a far brum brum
Alex Gianni Nonnomiki
Vanni Lazzaro ed Ilario
Max il Cassio e tanti amichi
Troppo lungo è l'inventario
Questo chiedi nella calza
Se ti piace la montagna
L'accessorio ti rimbalza
E' l'amico la cuccagna!
M
eccolo!!!! Grande Marcolino!!! :baci: smbrv smbrv smbrv
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Oggi vi racconto di un ragazzo come tanti. Non proprio come tutti, ma come quelli, tanti appunto, cui ci accompagnamo nei nostri giri per mule e sterri, come quelli che incrociamo e che tanto volentieri spengono la moto per scambiare due chiacchiere, regalandoci sempre la sorpresa nel riscoprire che metti due motociclisti insieme, che non si sono mai visti, che non hanno mai conversato né si sono scritti, e parleranno delle stesse cose, ed esprimeranno le medesime sensazioni, così come per magia.
Per la verità non è proprio un ragazzo. Ha la sua bella fracca di anni, una famiglia e un lavoro avviato che coi tempi che corrono si tiene stretto azzannandolo coi denti come un pitbull su una chiappa di un vescovo. Ma è anche uno che ricorda, e che ricordando sospira. Si, perché una volta, tanti e tanti anni fa, aveva i capelli, una ragazza bionda con gli orecchini color fragola, qualche migliaio di lire in tasca e una SWM 125.
Bene, sui capelli ha messo da un pezzo la fatidica pietra, la ragazza dai lunghi capelli biondi gli passa rare volte nella mente come un ricordo bello e spensierato che scalda come il sole a primavera, ma la SWM gli brucia dentro ed ogni primavera la finestra aperta dell’ufficio, la strada del centro, la piazza dell’aperitivo rimbombano al canto di cilindri e terminali, aprendo una ferita che nemmeno pensava potesse avere, un tempo, aperta quando vendette la sua adorata saltafossi per dedicarsi all’università, al lavoro, alla famiglia, a fare insomma tutte quelle cose che ti accompagnano mentre cresci e ti condizionano fino. Fino al giorno in cui te ne accorgi.
E ti incazxi come una mangusta.
E proprio questo accadde, poco tempo fa, al ragazzo di questa nostra storiella. Si accorse del valore delle cose coltivate per anni, si gratificò intimamente per la dedizione con cui le aveva portate avanti nonostante… nonostante la vita. Ma decise anche che da allora in avanti avrebbe rialzato la testa, e che quella testa avrebbe calzato nuovamente un casco.
Per cui, qualche settimana prima di Natale, decise che un regalo, quell’anno, l’avrebbe fatto anche a sé stesso. Iniziò a tornare a casa a sera qualche minuto più tardi, non di più. E per rientrare non faceva più il percorso usuale, quello appena più lungo ma con meno traffico. Il suo TomTom ormai registrava tracce strane, deviazioni e arzigogoli ogni giorno diversi.
Il ragazzo, tra neve, piogge e vento freddo, visitava un concessionario a sera, riprendeva a respirare l’ambiente, si informava, chiedeva, guardava e si meravigliava. Stava segnando il proprio destino, gli correva incontro dritto e deciso, per quanto inconsapevole.
Un giorno scelse, e lasciò un acconto. Provò quasi soddisfazione davanti ai propri cari basiti. Finalmente li aveva stupiti. Molte volte aveva laconicamente registrato come, per cose che avrebbero dovuto meravigliarli, loro dessero per scontato quel che era e quanto facesse.
Tornò dalla prescelta, staccò con una strana emozione l’assegno per il saldo, e insieme appose la firma al proprio destino.
Casco ben allacciato, e luci accese anche di giorno, dice il Nico, e lui così fece. Ingranò la prima ed uscì dal piazzale. Verso il destino.
Sorrideva, il ragazzo. Aveva un mondo ristretto, angusto, ma suo. Quant’era che non gli capitava più? Quel mondo era il suo nuovo destino, ma questo lo sappiamo solamente noi. Lui si limitava a sorridere e ad andarci dritto contro.
Azzardò, una domenica gelida di metà dicembre, la sua prima uscita sui colli vicini a casa. Poche ore, in modo da essere a casa per pranzo. Ma quell’aria limpida, le creste tanto nitide nel sole, quel profumo di Natale che anche i pini sprigionavano e l’odore della terra gli rubarono un singhiozzo gioioso nel casco, restituendogli non i capelli, né la ragazza bionda, ma quel che era ed aveva sepolto quando il mondo aveva deciso che fosse abbastanza cresciuto per essere grande. Il bagliore di un desiderio l’illuminava dentro: condivisione!
Certo che.. quanta strada ha fatto la tecnologia in pochi lustri! A guardarle passare mica ci si rende conto! Quanto era diverso il suo Sachs, quasi rudimentale ora, guardando l’intrico di tubi, cavi e staffe che si stagliava sul prato color caffelatte, bruciato dalla brina. Un pensiero che l’avvicino di un abbondante Parsec al suo destino, con accelerazione inimmaginabile.
smbrv
In cima ai risultati, una discussione. La lesse. Il suo destino pulsava vita propria. Aprì altre pagine. Poi si illuminò. Fece richiesta di attivazione di un account.
smel Nuovo Amico! Non lo sapevi, ma siamo il Tuo destino! Grazie per esserti unito a noi. Uno di noi. Bello!
ecco il nostro Alex come lo conosciamo! smbrv :baci:
ora però proporrei una cosa:
tutto ciò che è racconti, poesia, lo inserirei in un topic chiuso, di sola lettura, per dar modo ai nuovi iscritti di poterlo leggere evitando di seppellirlo sotto mucchi di altri post, e permettere ai "vecchi" di poterli rileggere di tanto in tanto.