568
« il: 10 Settembre 2018, 09:33:32 »
Conosciamo molto bene l'Asia,esportiamo nei paesi asiatici(terzo mondo) il 70% del nostro fatturato.
Se qualcuno mi avesse detto(15 /20 anni fa)che noi italiani saremmo potuti diventare subfornitori del (terzo mondo) lo avrei preso
per pazzo--ora e',per fortuna,la realta'.
Non sono ancora in grado di produrre materia prima di alto livello ed e' ancora ,per il momento,conveniente utilizzare i nostri prodotti
di qualita' per assemblare le nostre moto europee e rispedircele pronte all'uso.
Come ci si abbassa di livello vengono assemblate con prodotti interamente asiatici.
Sono due i settori che conosciamo mooolto a fondo--la bici da competizione e la moto--ci lavoriamo da 70 anni.
La bici ,della quale eravamo tra i piu' importanti subfornitori del settore,e' stata completamente abbandonata perché ci eravamo
stancati di progettare,prototipare,realizzare prodotti che poi ci venivano immancabilmete clonati(marchio compreso) e messi sul
mercato al30% del nostro prezzo(eravamo giunti al punto di prototipare e presentare prodotti non funzionanti o con delle tare
difficilmente riscontrabili per avere il tempo materiale di avere almeno una stagione di vantaggio sul mercato(tutto inutile perché si
dimostrarono piu' furbi di noi ed incominciarono a collaudare internamente eliminando i difetti.
Per la moto si potrebbe fare una fotocopia della bici con la differenza che, da fornitori diretti dei marchi mondiali,siamo diventati fornitori degli "amici" asiatici che (per il momento) hanno nelle specifiche di fornitura prodotto l'utilizzo di alcuni particolari europei.
Tra i nostri clienti non ne risulta nessuno (Cinese).
Il nostro paese e' diventato mooolto marginale ed e'di mentalita' molto provinciale,ci si fida esageratamente di cio che ci viene proposto
da stampa e tv dove si tende a coprire le nostre mancanze e a sminuire le capacita' e le crescite altrui.
Io giro molto,per lavoro e per diletto,privilegiando paesi del non particolarmente gettonati--ho avuto la possiblita' di toccare con mano
la loro crescita e confrontarla con il nostro immobilismo(e' devastante).