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« il: 13 Marzo 2012, 09:35:32 »
Arrivano alla sera, quando sei stanco e abbassi le difese. E’ allora che se ne approfittano e ti piombano addosso come vietcong, spuntando da chissà dove. Sono quei fottutissimi pensieri che per tutto il giorno tieni da parte col decisionismo e con il sapere come si fa, quelli che ti insinuano il dubbio e che ti mandano in vacca lavori portati avanti con coerenza, pianificazioni perfette, timing da meccanismo fatto a Schaffausen.
Nella fattispecie, dopo le 22 quando invece di andare a dormire ciondolo per casa come un vitello bolso, sbucano i pensieri oziosi sulla moto ideale per accompagnarmi su questo viale del tramonto fuoristradistico.
Da un canto mi attira la moto facile, e mi dico “surdimensiono l’attitudine del mezzo all’uso estremo e poi me ne vado per mulette medio-impegnative, quelle che, adesso, se sono in compagnia affronto come la scala del patibolo, e se son da solo a volte rifuggo vergognosamente per garantirmi autonomia fino all’ora di cena. Una motina leggera, con le quote giuste e un motorino che non strappa gli omeri dalle spalle. Ma poi inizio a chiedermi: ma lo sai dove vivi? Vivo in un posto dove posso permettermi poco più che gli ampi sterrati, sempre che non si voglia rischiare di farsi fare un mazzo così ad ogni uscita. Dove per fare una di quelle mulette medio-impegnative sono costretto a caricare tutto l’ambaradan sul carrello per sciropparmi una trasferta di qualche ora. Il che potrà capitare quante volte, in un anno, 3, 5, 7? Settemila euro in garage per goderteli al massimo 7 volte l’anno mi pare eccessivo, e mi secca avere pensieri simili, quando per una vita me ne sono fregato dei costi della passione. Perché la passione non si budgettizza. Eppure adesso lo faccio, e mi odio.
Poi inizia la solfa: ma sono proprio sicuro che per arrivare a sera mi andrà bene un motore “che fa quel che può”? Quanto ci metterò a stufarmi? Mi viene in mente il povero Pegaso, liquidato in meno di tre mesi perché dovevo tenerlo sempre a chiodo e una volta su due cercavo un’altra marcia che non esisteva. Poi ancora: un piccolo 2T mi darà un briciolo di emozione, che è ancora l’unica cosa che cerco quando esco in moto? Va tenuto sempre alto, occorre giocare continuamente di cambio e frizione, almeno 5 volte tanto rispetto a un 4T di media cubatura, va fatto scorrere e tenuto veloce. Ma sono poi sicuro che sia quel che voglio? In effetti sono sicuroe sattamente del contrario. Ora ci saranno commenti sul come i pacchi lamellari bla-bla…sui moderni motori derivati dal trial… si ma sempre un 200, un 250, un 280 a 2 tempi resta, e si guida così, lo si tiene allegro e veloce, altrimenti in uscita di curva ci si ritrova piantati con un povero cadaverino agonizzante che riprova a recuperare la coppia per andare avanti. Un motore a miscela lo si può evolvere quanto si vuole, ma rimarrà sempre confinato su rendimenti ad alto regime ed a schiena di coppia altalenante. Per sua propria conformazione. Le G-Force o similari hanno solo spostato un po’ più sotto il problema. O almeno io lo vedo come problema. Ed è a me che interessa, al di là dei discorsi di carattere generale. Insomma, per come la vedo io, per il mio scopo specifico, non mi soddisferebbe. Fosse un Kappino 200 o una X-Ride.
Allora riprende piede la corrente di pensiero che dice “ti tieni la Bastarda a tempo pieno” e impari ad andarci dove puoi e come puoi, tanto non tornerai mai più quello che pesa 6 chili in meno ma indossa una giacca 2 taglie più grande. che poi, in fondo, a me piace come va, solo che devo ricordarmi che non ci posso andare dove osano i duemmezzo, per limiti tecnici e fisici soprattutto. E psicologici. E forse, scendere a patti col fatto che sono quel che sono è la cosa migliore, ed è inutile girarci attorno. Emozione garantita, forse un ripiego comunque, ma almeno quando giro il gas mi arriva la botta di adrenalina. Dopotutto, è adrenalina anche quando ci si caca sotto