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Moto d'epoca / Re: Kawasaki 500 Mach III H1, l'indomabile
« il: 03 Gennaio 2015, 14:44:38 »
Telai !!!!????
Non mi ero accorto che le moto giapponesi avessero "anche" il telaio allora.
Grandi motori,grandi impennate,sul dritto erano imbattibili ma telaio e freni erano un opzional non previsto.
Sono stato il "fortunato" possessore di una delle prime dieci 500 importate nel nostro paese (nove morti su dieci moto),me la sono cavata perché mi comprai la 750 che aveva un poco piu' di telaio ed un freno a disco che reggeva almeno due frenate ma che
alla terza ti piantava .
Per tornare pero' a divertirmi e ad "andare in moto" dovetti tornare alle moto nazionali.
Le Ducati (con le quali ho sempre provato un sentimento di amor-odio)molto prestazionali al mattino ma delle ciofeche allucinanti
al pomeriggio quando si tornava--ti si smontavano progressivamente sotto il sedere e con la carburazione a schiopettii.
Le Laverda che avevano un motore infinito ma un baricentro ad altezza sella,sul dritto-veloce e curvoni lunghi erano velocissime
e delle rocce ma appena si doveva giocare un poco in curva ti superavano anche i motorini.
Le Guzzi che erano un poco meno veloci ma telaio ,tenuta e freni ottimi,motore indistruttibile che ti portava sempre a casa(anche con
un solo pistone).
Le Giapponesi non si arrugginivano(come le nostre)avevano estetica e motori performanti ma per arrivare ad avere prestazioni complessive come le nostre dovettero copiare ancora per molti anni.
La moto sportiva era Italiana--gli altri costruivano moto da lavoro,moto da viaggio,moto da immagine ma ,nel mondo,la motodeisogni
e' sempre stata Italiana.
Non mi ero accorto che le moto giapponesi avessero "anche" il telaio allora.
Grandi motori,grandi impennate,sul dritto erano imbattibili ma telaio e freni erano un opzional non previsto.
Sono stato il "fortunato" possessore di una delle prime dieci 500 importate nel nostro paese (nove morti su dieci moto),me la sono cavata perché mi comprai la 750 che aveva un poco piu' di telaio ed un freno a disco che reggeva almeno due frenate ma che
alla terza ti piantava .
Per tornare pero' a divertirmi e ad "andare in moto" dovetti tornare alle moto nazionali.
Le Ducati (con le quali ho sempre provato un sentimento di amor-odio)molto prestazionali al mattino ma delle ciofeche allucinanti
al pomeriggio quando si tornava--ti si smontavano progressivamente sotto il sedere e con la carburazione a schiopettii.
Le Laverda che avevano un motore infinito ma un baricentro ad altezza sella,sul dritto-veloce e curvoni lunghi erano velocissime
e delle rocce ma appena si doveva giocare un poco in curva ti superavano anche i motorini.
Le Guzzi che erano un poco meno veloci ma telaio ,tenuta e freni ottimi,motore indistruttibile che ti portava sempre a casa(anche con
un solo pistone).
Le Giapponesi non si arrugginivano(come le nostre)avevano estetica e motori performanti ma per arrivare ad avere prestazioni complessive come le nostre dovettero copiare ancora per molti anni.
La moto sportiva era Italiana--gli altri costruivano moto da lavoro,moto da viaggio,moto da immagine ma ,nel mondo,la motodeisogni
e' sempre stata Italiana.