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Post - Titto

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DAGLI APPENNINI ALLE ALPI
Ecco come è andata. Non vuole essere un reportage ma solo qualche indicazione per i provenienti dalla Terronia, i Polentoni, già pratici, non hanno bisogno delle mie chiacchiere.
Dopo aver girovagato per gli Appennini, io (Fabrizio detto Titto) e mia moglie Raffaella, Jaffy per gli amici, su due
monocilindriche un po' cariche di bagagli, siamo giunti a Triora nel pomeriggio. Il paese è delizioso e merita una visita, è tutto dedicato alle streghe in memoria di un processo che vi si è svolto secoli fa. Ci viene indicato Augusto, il proprietario di un fantastico negozio di specialità alimentari della zona, "La strega di Triora". E' un superappassionato della via del sale e ci propone una sua interpretazione di questa buttando giù una piantina a penna su un foglio A4. Con questo percorso di 155 km si parte da Triora (il bivio è accanto al suo negozio) e si percorrono 90 km di sterrato prima di ritrovare l'asfalto a Casterino, in Francia. Nel dettaglio: A Triora non c'è benzina, a Molini di Triora (6 km) il distributore ha chiuso, si deve arrivare a Badalucco (20 km anche se il primo cartello indica 13, il secondo 18, e così via per chi se li vuole giocare). Pazienza, si partirà con un litro in meno nel serbatoio, consumato su asfalto. Tanto ho varie bottiglie di benza di scorta, non so cosa aspettarmi e mi tengo prudente. Da Triora si sale al passo Guardia, si gira a sinistra in direzione Sanson ma, un km circa dopo un tunnel, si gira stretti a destra in salita per il passo Tanarello. Grosso modo qui terminano i dislivelli, perché poi si viaggia sopra i 2000 metri. Dal Tanarello vale la pena di salire un attimo in cima al monte Saccarello, poi si ridiscendono alcuni tornanti in direzione di una mandria di bovini che solitamente si trova radunata all'interno di un recinto rotondo ben distinguibile. La pista prosegue attraverso la riserva Navette, boscosa, e si arriva al rifugio Don Barbera. Sosta d'obbligo (rigatoni, birretta e torta al cioccolato nel nostro caso) e si riprende la pista verso la Francia, che ormai è a un passo. Qui il fondo è roccioso, con qualche gradino e sassi smossi. Per chi mastica un po' d'enduro, anche poco come me, fa ridere. Jaffy invece piangeva un po'... Ma era in buona compagnia, abbiamo incontrato vari motociclisti un poco in crisi. Ripeto: è una semplice sassaia, niente di che. I primi 5 km sono un po' più faticosi e al decimo (grosso modo) la pista riacquista un fondo normale. In Francia la pista è sbarrata. A fianco della sbarra si vede dove passano tutti, scendendo e risalendo un fossatello. Lo spazio è poco ma il gestore del Don Barbera mi giura di essere passato con un Doblò. Misteri della fisica. Quindi di straforo si percorre la parte (diventata) francese, arrivando alle bellissime fortificazioni e alla funivia. Da qui si potrebbe scendere a Limone Piemonte o al versante francese, in pratica fino a uno o all'altro capo della galleria del Tenda, che passa sotto di noi in quella zona. Invece si prosegue, passando accanto alle fortificazioni, per Casterino, in Francia. Gli ultimi km sono asfaltati. Arrivati a un bivio, si scegie l'asfalto o si opta (stupidamente) per la vecchia via, ripida, a tornanti e pavimentata con ciottoli di fiume. Pavimentata in passato, cioè. Ora è distrutta. Questo mi è costato caro: porta giù per un tratto la mia moto, torna su a piedi e porta giù quella di Jaffy che non ci pensa per niente, e così via. Abbiamo così fatto tardi e, senza farla lunga con i dettagli, abbiamo chiuso il giro il giorno dopo.
Da Casterino si scende su asfalto fino alla statale del tunnel del Tenda, la si percorre per un breve tratto in direzione di questo (verso l'Italia, cioè) e si gira a destra verso La Brigue. Se serve, un paio di km dopo il bivio, sulla statale del Tenda, c'è un distributore. Dalla Brigue si prosegue fino al bivio per Notre Dame des Fontaines e, accanto alla chesetta con questo nome, inizia la sterrata che arriva in cima al passo di Sanson. Qui si gira a sinistra (a destra è indicata Ventimiglia a 55 km, la strada inizia sterrata, chissà come sarà?) e subito dopo a destra per scendere a Realdo (asfalto) e tornare a Triora.
Conclusioni per i non pratici: giro bellissimo, senza pendenze né difficoltà, a parte un po' di sassaia di pochi km ed evitando di scendere a Casterino per la strada vecchia, a meno che non cerchiate l'enduro un poco più tecnico. Questo a ferragosto, naturalmente. A inizio luglio mi hanno detto che si può ancora trovare la neve, ma vale la pena andare in quel periodo perché la montagna è in fiore ed è uno spettacolo. Anche a settembre i colori sono bellissimi, con l'arrivo dell'autunno. Sbagliare percorso è difficile, ci sono varie indicazioni e si trova sempre qualcuno a cui chiedere. Però, a parte Augusto a Triora, tutti quelli che ho incontrato conoscevano solamente il tracciato nelle vicinanze (anche al rifugio Don Barbera ignoravano la pista per Casterino!).
Se qualcuno ne ha bisogno, ho la traccia, la spedisco volentieri.
PS: nel girovagare per gli appennini sono riuscito a intercettare 15 km dell'antica via Vandelli, se a qualcuno serve la traccia per proseguirla... Va da Modena a Massa.
PPS: ho trovato vietato il passo del Giovo (o foce a Giovo), il più alto passo appenninico non asfaltato. E' chiuso perché è l'antica via Ducale, non asfaltata ma comunque pavimentata. Consiglio in alternativa, come passo appenninico non asfaltato, il passo di Croce Arcana, di pochi metri più basso (1652) tra il pistoiese e il modenese. E' asfaltato solamente in parte sul lato toscano, più abitato. L'altro lato corre in mezzo ai boschi.

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Grazie Lamberto, è quel che volevo sapere. Per curiosità, l'alta via è tecnicamente e legalmente percorribile con un enduro guidato da un pirla? Magari questa volta no, ma la prossima...

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Aggiungo ancora: non devo arrivare a Ventimiglia? Devo andare a Taggia? Ho capito male? Perchè a Ventimiglia parte uno sterratone in quota, da quanto vedo sulla carta.
Siate buoni, guidate 'sto terrone passo passo, ché se sperdo mia moglie in montagna poi chi la sente

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Aggiungo: circa 150 km grosso modo da Ventimiglia a Limone? Si trovano indicazioni ai bivi? Scusate le ingenuità...

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Io ci provo: nessuno ha una traccia?

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Grazie a entrambi, aspetto il messaggio  :baci:

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Non mastico molto delle Alpi, abito a Roma... Quest'estate le mie vacanze sono in tono minore, nove giorni in cui, bighellonando per strade più che secondarie ed eventuali sterratelli, io e mia moglie percorreremo gli appennini fino a Ventimiglia su due moto dual. Da lì vorremmo avere un assaggio di via del sale, ma il tempo è troppo poco per perderci, quindi chiediamo se qualche anima pia, esperta del posto, ci può spiegare come orientarci e cosa vale la pena di vedere in zona. Una traccia gps non guasterebbe...

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Non nego che i cavalli siano una parte dell'emozione di una moto, però l'accelerazione (con una elle) e la risposta al gas non possono essere tutto, altrimenti in passato l'andare in moto sarebbe stato una ciofeca. Ancora negli anni settanta le maxi moto stavano sui sessantacinque cavalli dichiarati all'albero ma i motociclisti si divertivano lo stesso...

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Drive in / Re: Stoner si ritira.
« il: 18 Maggio 2012, 14:09:22 »
Bravo Valchi, "L'unica limitazione ad una VERA categoria prototipi dovrebbe essere il fatto di avere due ruote e basta!"
Neanche la cilindrata dovrebbe avere limiti, che si corra con moto potentissime insieme ad altre più guidabili per vedere qual è il compromesso migliore. E affan... unica marca di gomme, ecc. L'unica cosa: trovare il modo di porre un limite all'eccessiva ottimizzazione della moto con ogni pista, non sopporto che si vada verso moto utilizzabili su un solo circuito. Faccio un esempio: si potrebbe arrivare a memorizzare il circuito perché il motore scali le marce da sé, o avere gomme adatte a fare più curve a destra o a sinistra. Non è fantascienza, no? Ecco: a me piace che corrano moto che siano in grado di uscire da un dato circuito e rimanere utilizzabili.

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Ossa / Re: Ed ecco la nuova Ossa Explorer
« il: 11 Maggio 2012, 16:08:15 »
Scusate la pigrizia, non so se ne avete parlato, non mi fate rispulciare 9 pagine: ma il radiatore, a memoria, mi pare che fosse messo in modo da essere raffreddato solo dalla ventola sul modello trial. Mi sbaglio? E qui com'è?

idem
E' un peccato non sfruttare l'aria della corsa su una moto più veloce di una trial. E poi chi mi dice se la ventola si è fermata? Lo sbuffo di vapore o la grippata?

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Ossa / Re: Ed ecco la nuova Ossa Explorer
« il: 10 Maggio 2012, 11:59:19 »
Scusate la pigrizia, non so se ne avete parlato, non mi fate rispulciare 9 pagine: ma il radiatore, a memoria, mi pare che fosse messo in modo da essere raffreddato solo dalla ventola sul modello trial. Mi sbaglio? E qui com'è?

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Notizie e curiosità / Re: Vendite motocicli ad aprile!
« il: 04 Maggio 2012, 13:41:05 »
forse pero'... meno impegno delle case per studiare al meglio i mezzi...
inferiore qualita' per risparmiare e uscire a prezzi piu' accattivanti...
Vero in parte: sicuramente meno progresso tecnologico, ma i prezzi si dovrebbero abbassare proprio a causa della diminuzione degli acquirenti. Inoltre la minore evoluzione dei modelli aumenta l'economia di scala (una moto prodotta più a lungo costa meno).
Per il resto volevo dire proprio questo: la scrematura dei motociclisti non può che far bene alla categoria; anche il numero ridotto migliora il nostro "impatto" (brutta parola da usare parlando di moto...) sull'opinione pubblica.

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Notizie e curiosità / Re: Vendite motocicli ad aprile!
« il: 04 Maggio 2012, 08:20:10 »
Meno siamo, meno diamo nell'occhio...

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Enduro racing e dual sport / Re: TTR 600 SPECIAL
« il: 18 Aprile 2012, 16:36:08 »
Posso dire la mia? Ho avuto un TTR e ora me lo sono ricomprato perché, con due soldi, ci vado dappertutto, ho solo montato gli MT 21. L'ho affiancato a un WR 450, quindi conosco bene tutt'e due. Per quanto si possa mettere le mani su un TTR, rimarrà sempre una dual che derapa bene, si arrampica e supera ostacoli decenti, ma non chiedetele l'impossibile: messa sul sollevatore per cambiare le gomme, cade in avanti anche senza la ruota anteriore. O si trova il sistema di portare indietro quel mattone di motore, oppure è inutile perderci troppo tempo, usatela com'è ché è divertente lo stesso.

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Moto d'epoca / Re: Le moto "maledette"
« il: 12 Aprile 2012, 12:00:21 »


http://digilander.libero.it/massimo254/MOTO/guzzi400gts_79.JPG
Un mio amico ha avuto il 350, ma ci ha subito trapiantato un motore Honda 500 four, clonato dalla Guzzi di De Tomaso. Il Guzzonda andava niente male... L'unica sensazione che ricordo è quella della sella, imbottita come quella di un enduro racing ma larga e piatta, sembrava la cassapanca dei giochi di mia figlia.

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