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« il: 31 Maggio 2013, 09:18:19 »
Ma è in gara che il crossista offre il meglio di sè stesso. Come in tutte le forme di disagio mentale, le condizioni limite estremizzano la patologia.
- La gara è sacra, la pista va provata, i giorni antecedenti l’evento l’alimentazione passa dalla modalità “mangio come il tritarifiuti dei flinstones” a “sono un’atleta che nutre il suo corpo in modo sano ed equilibrato”, alla fidanzata è vietato chiedere: sesso, coccole, attenzioni, aiuto, consiglio, tempo, e rivolgere qualsiasi domanda che non includa la parola “moto”. Agli insegnanti non è permesso pretendere un aggiornamento del programma, ai genitori va imposto di sopportare assenze, mugugni e tiri da matto. Agli amici non è permesso nulla perchè se li è giocati tutti.
- Se la gara va male, la pista finirà nel libro nero degli sterrati, la giornata verrà cancellata per sempre dalla memoria e per tre giorni l’unica ragione di vita sarà trovare un motivo che spieghi la pessima prestazione: chi in silenzio lo ama, nonostante tutto, spera solo di non rientrare nelle cause.
- Gli occhiali si puliscono solo con lo sputo. I guanti si appoggiano solo rivolti verso l’alto. Il casco va lasciato ad asciugare di lato. Il leatt brace si sgancia solo da una parte.
- un amico residuo, o preferibilmente la morosa, la domenica vengono mandati nell'area segnalatori a mostrargli i tempi. Per il/la disgraziato/a significa: lavagna, pennarello, carta, e tanto fiato in gola. Sporgendosi ai limiti dell’inverosimile oltre la staccionata segnala per tutta la gara la posizione incitando il pilota al passaggio. Risultato? Fine manche e il crossista esce dicendo “cos’ho fatto? non ho visto le segnalazioni”. Le uniche volte in cui guarderà la lavagnetta saranno quelle in cui al posto della posizione scriverai “dai cavolo / non mollare / dai gas” , in quel caso, uscendo dirà “perché non mi segnalavi la posizione? è inutile che mi scrivi dai gas, cosa credi sia dentro a fare?”
- la morosa viene spesso equipaggiata con una reflex e spedita nei posti più sfigati della pista, anche se non esiste ancora Facebook. Macchina al collo e comodissimo tele-zoom da 400-1000, la malcapitata perlustra ogni angolo della pista cercando la curva migliore, il salto più lungo, la staccata più bella. Fa 500 scatti, e soddisfattissima a casa ti mostra i provini. Peccato che tu (ma lo scoprirai col senno di poi, un poi molto postumo) abbia un solo metro di giudizio: la tua posizione in moto. Foto da copertina ma ha il dito sulla leva del freno? è una schifezza. Foto su un salto con inquadratura pazzesca ma hai una posa poco plastica? foto di mmmer_da. Scatto in curva con la sabbia che si alza e la moto in posizione impossibile? Il parasole del casco è abbassato, foto di mmmmer_da.
- L’importante non è quale sia il dolore, perché ogni dolore è speciale, solo lui lo può avere così forte, e solo lui viene irrimediabilmente penalizzato in gara per questo. Il compito della morosa, che già non tromba da una settimana e si sorbisce le sue paturnie e i suoi insulti a caso perso, è accudirlo e curarlo dimostrandogli amore, nonchè impedirgli di prendere l’oki per far passare il mal di stomaco o di ingerire un moment con la birra.
- Una sera d'estate la morosa di un amico disse: “Capisci di amarlo solamente quando ti ritrovi a lavare alla fontana pubbblica la sua pettorina sbavata e puzzolente” Mai verità più vera fu scritta.