no un momento, anche solo da un punto di vista etico, lui non può giustificarsi lasciando sulle spalle della collettività italiana i costi delle sue decisioni, deve solo dire grazie alla mancanza di una vera politica industriale, ma di lì a dichiararlo apertamente ci vuole una bella faccia di soprattutto alla luce dei fatti! tanto per fare un esempio, a milano Hynes ha venduto il 40% delle sue azioni all'emiro del qatar, trasformando il cantiere di porta nuova, nel cantiere più grande d'europa. se s'investe in progresso in italia del nord, gli investitori hanno un buon tornaconto, a patto che sappiano produrre beni utili e di qualità. la crisi sta diventando una scusa per troppi industriali marcioni intenti a fallire solo per non pagare i debiti, non scordiamolo!
Sgnaus personalmente concordo che l'economia non dovrebbe essere solo numeri né un giochino da manager rampanti che fanno e disfano con leggerezza e senza controllo. Inoltre le idee e le capacità ancora danno frutti, ci sono molti esempi a riguardo.
Però, al di là della scarsa eleganza nelle affermazioni (va anche contestualizzato, forse a un giornale non del proprio paese, nel proprio paese, non avrebbe reso palesi gli stessi concetti) questo concetto: " Nel nord Italia attualmente è in atto un fenomeno di deindustrializzazione, il Paese non è più competitivo, le aziende internazionali se ne vanno" possiamo confutarlo con ragione?
A me quello che preoccupa è la sostanza, ovvero che il Paese è pericolosamente vicino alla rovina, o comunque per certo in forte recessione con quel che ne consegue e che è sotto gli occhi di tutti. Focalizzarsi sulla forma e non occuparsi della sostanza a mio personale avviso è uno dei tanti mali italiani (Sganus sia chiaro, non è mia intenzione polemizzare con te o fare un attacco personale).
Che le cose vadano male mi preoccupa davvero, non lo scandalizzarsi perché uno dei teutonici (non noti per eleganza e raffinatezza) fa un affermazione, ahimè vera! Anche perché a lui le cose vanno bene.