
Giuro che aspettavo questa moto da diversi anni da quando ancora il segmento delle free ride non era neanche in testa ai progettisti di queste moto. Si perché quando facevo i “bob”, mitica mulattiera piena di stretti tornanti, mi chiedevo perché dovevo farli con una moto così lunga e alta e, tutte le volte che ci passavo, mi veniva da ridere al tornante “Ciccio” dove il grande Merriman non riuscendo ad appoggiare il piede per fare girare la moto si fece un volo di oltre quattro metri. In effetti non mi riuscivo a spiegare perché avere 300 mm di corsa utile delle sospensioni quando il salto più alto che potevo fare non superava i due metri.
Per anni purtroppo non trovai risposte fintanto che un giorno la Scorpa inventando la T-Ride creò un nuovo segmento che a mio avviso ha potenzialmente un numeroso pubblico.
Dopo aver posseduto la T-Ride sia a 2 che a 4 tempi mi ero promesso che appena fosse arrivata in commercio una free ride della KTM l’avrei presa invece la prima versione sul mercato fu il 4T da 350 cc. che provai ma non ne rimasi entusiasta perchè mi aspettavo qualcosa di più leggero e performante.
Quindi le aspettative per la nuova Free Ride 2 tempi erano molte e finalmente sono riuscito a realizzare una prova esaustiva e per fare le cose per bene ci siamo “sparati” oltre 15 km di trialere. Se prima di partire facevo il duro e puro reclamando l’avviamento a pedale al termine ringraziavo il bottoncino che mi permetteva di ripartire mentre con una ruota ero dentro ad una pozza e con l’altra sopra una pietra viscida, comunque anche se pesa un kg in più l’avviamento a pedale a mio avviso ci sta soprattutto perché con questa moto per sua elezione si va in posti sperduti e magari dover spingere, per farla partire perché la batteria è scarica, non è proprio il massimo.
Innanzi tutto parliamo dell’avviamento visto le numerose segnalazioni di difficoltà alla partenza a freddo, alla mia moto per ora i problemi sono stati uguali a zero perché parte perfettamente sia a freddo che a caldo, è anche vero che mi hanno riferito che la moto deve avere un po di km sul groppone, comunque vi terrò informati per questo argomento, intanto “per non saper ne leggere e ne scrivere” ho montato un cavetto da collegare al manutentore in modo tale da tenere sempre carica la batteria.
A freddo basta sfiorare il pulsante e la moto parte e il timbro di scarico è sensibile ed attiva immediatamente la produzione di ferormoni e del testosterone dell’endurista e fa capire che questa è una moto da enduro e onestamente non ho capito chi ha scritto che lo scarico ha la timbrica tipica delle moto da trial!?!?
Il motore derivato da quello della EXC 250/300 ha subito profonde rivisitazioni, in primis è stata tolta la valvola di scarico, rifatta la termica con diversi travasi ed una testa diversa, è stato modificato il cambio con le prime 5 marce corte e la sesta di trasferimento. Inoltre è stata rifatta la frizione ed infine una diversa mappatura della centralina che offre due scelte: standard e traction. Le modifiche sopra descritte hanno fatto si che questo motore pesi oltre 2 kg in meno rispetto all'omologo della EXC.
Robusto il telaio su cui sono montate sospensioni strettamente derivate dall’enduro.
Insomma una “piccola” enduro a tutto tondo, in altezza, se si passa più o meno il 1,70 m, va bene ma se si è più piccoli qualche difficoltà c’è, allora il potente aftermarket di KTM mette a disposizione una sella di 7 mm più bassa ed un kit che permette di abbassare sensibilmente le sospensioni alle quali si accorcia la corsa, è fornito anche un cavalletto più corto (costo del kit senza sella circa 160 €). Questo kit è consigliato per persone che non superino i 70 kg.
Bene si parte, le misure abitative, come sempre in KTM, sono buone, trovo solo le pedane un po altine per i miei gusti e sicuramente le arretrerò visto che c’è la possibilità di arretrarle di 8 mm.
Rispetto alla T-Ride offre più spazio per gambe e braccia e quindi anche i piloti più alti si troveranno bene.
Non ci sono sporgenze che danno fastidio nei movimenti e lo scarico è un piccolo capolavoro.
La 2 tempi rispetto alla 4 ha la culla più alta di 60 mm, una luce da terra di quasi 400 mm è altissima e permette di passare spesso indenne tra i massi, comunque ho ordinato la piastra paramotore in alluminio…si sa mai!
La sella risulta essere un paio di cm più alta rispetto alla 4T ed inoltre le sospensioni della 2T sono tarate più sul rigido comunque sono belle scorrevoli.
Dopo pochi metri mi accorgo che questa moto rispetto alla sua sorella a 4T è un’altra cosa, un’altra concezione di utilizzo.
Colpisce subito la posizione del baricentro, la 4T oltre ad essere più pesante ha il baricentro decisamente più basso e comporta una guida diversa poi la differenza tra i motori è sostanziale.
In effetti dopo poco più di un km mi fermo, spengo la moto e mi dico “se è così è meglio tornare a casa”, sotto si ha tiro poi un attimo di incertezza (carburazione grassa) e poi spinge forte come una EXC, questa erogazione può andare bene sui sentieri scorrevoli o in speciale ma sicuramente non aiuta tra i sassi.
Quindi smonto il fanale e cerco il cavetto da scollegare che attiva la mappatura “traction” e devo dire che le cose cambiano e non poco, la progressione diventa regolare e meno decisa comunque la risposta al gas è sempre vigorosa.
Cerco di spiegarmi meglio, soprattutto ai trialisti perché per gli enduristi questo particolare è meno sentito, ovvero quando si viaggia in una trialera quindi tra i sassi smossi e fissi, alti e bassi con la moto da trial si va a velocità ridotta e si guida di trazione, mentre gli enduristi viaggiano in velocità, questo comporta che il trialista non avendo l’inerzia che l’aiuta dosa il gas tra un sasso e l’altro e la risposta del motore, a seconda delle varie marche, è più o meno morbida ma sempre controllabile e precisa, questo per dire che invece la Free Ride 250 da una risposta enduristica ovvero vigorosa e meno precisa quindi per guidare da trialista occorre avere la frizione in mano e occorre “pelare” per parzializzare la potenza.
Questo fa capire lo spartiacque di destinazione rispetto alla sorella a 4 T che invece offre una risposta più dolce anche se più lenta.
La Free Ride 2T va guidata da endurista, stabilito questo la moto è eccezionale per leggerezza e stabilità.
Le sospensioni KTM, per la prima volta nella mia vita, ho trovato che funzionano divinamente (voto 9) copiano tutto e ad un certo punto si induriscono anche perché con questa moto si può anche andare ad andature allegre e quindi occorre che le sospensioni siano in grado di digerire urti importanti.
Il telaio, misto acciaio, alluminio e plastica mostra un rigidità quasi da telaio totalmente in alluminio, nelle discese in mezzo alle rocce la moto fila dritta basta tenere il manubrio.
A proposito di manubrio, non comprendo perché lo abbiamo fatto stretto, è un difetto a mio avviso di non poco conto perché il braccio di leva non è favorevole e lo sforzo per muoverlo non è indifferente e stanca le braccia. Si perché l’anteriore della FR non è proprio una piuma da muovere, vuoi le forcelle in piedi vuoi che non sono quelle di un trial ma di una enduro insomma il peso si sente e sicuramente il manubrio è da cambiare.
Giusto per dare qualche informazione a chi possiede la T-Ride, quest’ultima è una moto più facile da condurre perchè più bassa di baricentro, il motore è più dolce e il feeling è immediato per contro manca di motore e della sesta marcia.
La FR diventa divertentissima nei tratti più scorrevoli perché permette di giocare grazie alla potenza del motore, si impenna con il solo pensiero e il controllo della moto è facile, la frenata, grazie al nuovo impianto in essere dal my 2014, è potente il giusto.
Il comando della frizione è duretto, da moto da enduro, comunque si modula bene e resiste agli strapazzi.
Verso la fine della prova ero cotto e ho cominciato a sedermi ed affrontando un tratto di circa un centinaio di metri piuttosto brutto ho messo la seconda e la FR mi ha portato su senza problemi ed anche nei momenti in cui i giri del motore erano al minimo quasi da spegnimento il motore richiamandolo riprendeva senza incertezze.
Questo è positivo ed aiuta non poco nelle lunghe uscite.
Le nuove coperture della Maxxis si sono rivelate eccellenti in tutte le situazioni, ho fatto una pressione leggermente inferiore a quella suggerita, ovvero 0,6 al posteriore e 0,8 anteriore.
A mio avviso con una carburazione più precisa e montando un volano appesantito la moto cambierà sicuramente di carattere. La qualità dell’insieme che si percepisce è di buon livello e la moto vale la spesa.
In ultima analisi, prima di effettuare una comparativa 2T e 4T, possiamo dire che la 4T è più trialistica e adatta all’utilizzo esplorativo anche per un minore impatto sonoro, la 2T è aggressiva e divertente e richiede una guida più dinamica.



Monto il cavetto del manutentore













Il filtro dell'aria in stile aspirapolvere, è pratico da mettere/togliere però è infelice il pozzetto di alloggiamento perchè non ha uno scarico dell'acqua in caso di guado






Il robusto portatarga

Le zone delle nostre prove





Una delle belle trialere del test



