E' tre giorni che sono a letto con 38 di febbre, la moto è pronta da una settimana per la Monfa, il borsone l'ho religiosamente riempito.... ma manca la salute, non piango per anzianità di servizio, però porca Eva!!
Nel mio candido lettino mi sono portato il laptop giusto per sperimentare il nuovo modem wireless (senza fili), scusa ufficiale, ma in realtà è per rimanere in compagnia di questi sacramenti di Soloenduro.it.
Così durante la notte preso da totale insonnia e dalla febbre alta scrivo :
Da vecchio endurista e informatico mi sono divertito tra il serio ed il faceto a stilare una macro suddivisione del nostro eterogeneo popolo citando alcune esperienze.
Per questione di privacy i luoghi ed i nomi dei partecipanti non vengono citati, la cosa l’ho scritta col puro spirito di fare quattro risate ma è la pura verità.
Penso che ognuno di noi appartenga con percentuali diverse a queste categorie.
Categoria : Enduristi da bar
Età : solitamente giovanissimi
Moto : bellissime
Capacità enduristiche : prossime allo zero
Note particolari : spocchiosi
Un venerdì mi telefona un mio amico concessionario dicendomi che ha appena consegnato un moto nuova ad un ragazzo di 20 anni che partecipa al campionato regionale, siccome abita da poco nelle nostre lande mi prega di farlo scorazzare con i suoi amici, ovviamente non mi aveva chiesto se avevo altri programmi aveva già dato il mio numero di cellulare al giovane pilota. Va bene ! Tanto noi vecchi abbiamo lo spirito e la pazienza di fare la chioccia…anzi ci piace.
Domenica mattina io ed il mio compagno di avventure ci troviamo puntuali come la morte e dopo dieci minuti arrivano 3 martufelli, uno con un “K” nuovo (era lui il pilota), uno con un Kawasaki, nervoso e taciturno teso come se dovesse partire per una speciale del mondiale. Il terzo un tipo speciale come la sua moto….che dico moto, un oggetto che farebbe rabbrividire la moto di Merriman, praticamente un WR dove di serie c’era solo il telaio, il resto era un coacervo di alluminio, leghe speciali, titanio, berillio, carbonio a profusione, serbatoio in alluminio lucidato a specchio, convogliatori in carbonio (assurdi), sottosella in carbonio ecc.ecc., sospensioni Ohlins ma non quelle che trovi in giro così, ma arrivavano direttamente dalla casa produttrice…..mi apostrofa il padrone di tale bellezza dicendomi “sai mio papà quando va negli Stati Uniti mi compva i pezzi che gli dico io e così ho una moto unica e leggevissima” se la “r” moscia mi è sempre piaciuta stavolta mi faceva girare gli zebedei.
Guardo sconsolato la mia WRrrina fiammante che come mi vede ammoscia i parafanghi ed il manubrio come le orecchie di un cocker.
Veloce briefing e si parte, rassicuro la mia motoretta che non avrò altro che lei e che i pezzi dell’altra mi sembravano le tette e le labbra della Parietti….una montatura…insomma qualche balla bisogna pur raccontarla a volte.
Entriamo nella sterrato e dopo un paio di curve il tipo con la Kawasaki mi si affianca scodando in frenata e derapando come un ossesso ed intanto tira della sgasate a vuoto per fare capire la sua impazienza, cerco di dirle telepaticamente “pirla ! Vicino all’asfalto vado piano perché puoi trovare gente” il mio messaggio telepatico non arriva tant’è che il lobotomizzato prosegue nel vano tentativo di ingarellamento, appena possibile aumento decisamente l’andatura ed il Kawa mi sorpassa in una impennata da paura, ma chi è costui Jordi Tarres o Cannobbio incontrastato re delle penne ? Non fa niente proseguiamo sino ad una curva dove se non c’era qualche santo che mi guidava tagliavo in due il Kawapirla che mi si era messo davanti non vedendo che c’era una curva secca, alchè mi rompo e con un cenno chiamo il mio compagno e gli dico “percorso 1 variante 2” mentre annuisce mi grida qualcosa come “’stardo”, d’altronde questa giovane esuberanza va giustamente appagata.
Dopo un paio di strappetti dove perdiamo i nostri nuovi compagni ci fermiamo ad aspettarli e ripartiamo alla volta della prima punizione solo una cinquantina di metri di mulattiera viscida con sassi lisci che per altezza e posizione sembrano messi ad arte per mandare in disequilibrio una moto, io ed il mio compagno partiamo tranquilli dopo aver raccomandato ai giovincelli di tenere il gas costante di stare in piedi e con le gambe flesse.
Dopo giusto una quarantina di minuti i tre passano il Piave con la faccia stravolta ed io con fare rassicurante da sergente dei Marines gli dico che il peggio deve ancora venire, comunque li lascio riposare.
Mentre si riposano ai tre spiego cosa gli aspetta, ovvero la variante 2, un tratto hard ma non viscido come quello appena percorso, grip ce n’è a volontà, è solo roccia però sassi smossi e poi dopo la curva dovete aumentare la velocità perché troverete una parete di roccia scalinata in modo irregolare e occorre avere inerzia ed alzare la ruota davanti al momento giusto, vedevo le loro maledizioni uscire dalle orecchie….ma non una parola.
In effetti si tratta di una trialera intesa nel senso da farsi con le moto da trial e se cè bagnato pure con quelle fatichi. Io ed il mio amico percorriamo il primo tratto sapendo che è inutile percorrerla tutta tanto quelli non arriveranno mai.
Ci fermiamo, facciamo pipì, beviamo, veloce controllo alle moto e partiamo a piedi alla volta del recupero corda alla mano. Mentre scendiamo si sente un rumore di carbonio che sbatte contro le roccette ai lati della trialera, le altre due moto ronzano ancora un paio di minuti poi il silenzio totale. Lo spettacolo è come me lo immaginavo..il tipo del Kawa di quelli che non si fermano mai rimette in moto la belva e va avanti a fare bornout su un sasso liscio, erre moscia che ha la moto che neanche Merriman può avere mugugna qualcosa perché il telaio si è graffiato mentre per le centinaia di euro di pezzi da cambiare non è un problema “tanto papà me li ricompva, poi la mavmitta non si è fatta niente pensa che covsta 2500 dollavi”. Non menziono le scuse puerili dei due che tornano indietro mentre il pilota del “K” spinto dal motto dell’endurista “nel dolor la felicità” si fa spingere, lo faremo più volte in quella mattinata ma volentieri, il premio più bello è stato quando al termine il giovane compagno ci ringrazia dicendo di aver capito la lezione. Se da un lato sono stato propedeutico per uno che ha poi preso la carriera enduristica, dall’altro mi sono iscritto nel registro dei “bastardi” perché quella mattina per la prima volta ho perso la pazienza.
Categoria : Enduristi professional
Età : dai 25 ai 35 anni
Moto : ovviamente race oriented
Capacità enduristiche : massime
Note particolari : che manetta !
Di solito le vere manette nel nostro mondo, a parte le dovute eccezioni, non se la tirano anzi sono campioni di umiltà come il nostro duro sport richiede, ed ho avuto la conferma di recente quando per ragioni di lavoro mi sono trovato in un posto dove attraverso SOLOENDURO.IT sono riuscito a creare un contatto, il “contatto” mi spiega che al bar “xxxx” alla domenica mattina si trovano due compagnie una di manette toste ed una di vecchietti!! Tra me e me penso spero di non trovare le manette.
Siccome sono quasi svizzero arrivo al bar con mezz’ora di anticipo e trovo due piloti a cui chiedo, presentandomi, se appartenessero alla categoria manette o ai vecchietti, ghignando mi dicono che corrono nell’italiano e nel regionale ed uno mi fa un esame orale, “riesci a fare le mule bastarde?” rispondo con un timido si “ed i passaggi trialistici” annuisco ma preciso “sono un bradipo e come tale salgo ovunque ma con il suo passo”, “allora non ti preoccupare, vamos!!”. Chiedo ma i vecchietti quando arrivano? Mi rispondono “tardi e poi non è detto che escano sono delle mezze pippe”.
Devo dire che quella è stata una delle più belle e dure mattinate di enduro della mia vita, ho visto posti bellissimi e mule irripetibili. Il mio allenamento da computer e la moto di 15 kg più pesante mi obbligavano a soste per riprendere fiato ed intanto osservavo questi enduro-scoiattoli buttarsi in discese da brivido mentre io frenavo anche con i piedi. Ad ogni bivio dubbio mi aspettavano, capii che mi fecero fare sulle prime delle mule propedeutiche alle seguenti, e visto che arrivavo in cima pur se al mio passo incominciò il festival ..azzolina roba dura da sfinimento e loro freschi come una rosa appena colta. Quasi al termine del giro ero distrutto, ci fermammo in un bar e mentre ingurgitavo, completamente privo di liquidi, una mega birra il pensiero era di chiedere per favore di essere sotterrato nel piccolo cimitero di montagna e di avvertire mia moglie che nel testamento olografo non avevo menzionato le moto, ditegli di venderle subito perché mia figlia marca male ha 12 anni e vuole l’endurina da 50 cc della Beta, con il ricavato delle mie moto la ragazza si paga gli studi superiori e l’università. I miei pensieri vengono bruscamente interrotti dal capo banda che mi dice “Se non ci fermavamo avevamo un vantaggio di almeno mezz’ora, comunque ti sei arrangiato da solo, quando vuoi sai dove trovarci”.
Questa accettazione mi diede l’energia per arrivare a casa, mi apparto per avvertire con il telefonino mia moglie dicendo che tutto era andato bene e di preparare la bombola dell’ossigeno del nonno perché, perchè …non ti preoccupare.
Non andrò più con loro perché mi spiacerebbe interrompere il ritmo che atleti di quel livello devono avere.
Categoria : Enduristi vecchietti race oriented "S"
Età : over 35
Moto : special
Capacità enduristiche : buone
Note particolari : devono dimostrare di essere ancora giovani, per loro il tempo non è passato, "S" perchè è una categoria veramente speciale, unica direi
Conosco in un negozio un simpatico coetaneo endurista e come capita spesso, ci si invita reciprocamente al “giro settimanale”, accetto per prima io e ci diamo appuntamento per il sabato mattina, prima di lasciarci chiedo al mio interlocutore ma a che andatura andate ? “Tranquillo, siamo tutti sposati”…la risposta non mi era piaciuta.
Come sempre in anticipo mi presento al bar, sono solo, per forza sono il solito quasi- svizzero pirla, comunque alla 8 e mezza non c’è nessuno, alle 9 meno cinque arriva il primo personaggio, e nell’arco di mezz’ora arrivano quasi tutti con molta flemma. Il comportamento tipo è quello dello svaccamento sulla povera sedia nel portico di questa bellissima piazzetta, alcuni hanno gli stivali e le giacche aperte, c'è chi ordina cappuccio e brioche e chi un panino con la birra (che fisico !), comunque il tutto nella massima calma e io da lumbard comincio a spazientirmi, verso le 10 meno alcuni minuti cominciamo ad accendere le moto, alcuni ruttano in segno di approvazione (che fisico!).
Partiamo e facciamo 15 chilometri di asfalto ad andatura da moto GP, ho capito come è nato il supermotard ! Paeselli, semafori, fattorie, curve, borghi e quant’altro in cui ci si imbatte viene passato in quinta piena, ma i bambini ? Le vecchiette ? I cani ecc. se ne incontriamo uno non abbiamo il tempo di frenare, ad un certo punto ho un rigurgito, non è possibile ingarellarsi in questo modo e rallento, comunque oramai non mi perdo perché siamo nello sterro, nessuno si ferma, via a manetta ! Ma vanno molto più forte delle vere manette, c’è qualcosa che non mi quaglia, aspetto ancora un po’ per avere la conferma ai miei pensieri. Due – tre chilometri di mula impestata ad andatura da mondiale, ma cavoli come fanno a reggere questo ritmo ? No problem, innesto le mie ridotte e vado gagliardo a buon passo…da bradipo. Al primo pianoro trovo gran parte della compagnia stesa per terra chi con panza fuori a rinfrescarsi, chi fuma, chi beve, un clima tipicamente da Gay Pride. Ovviamente sono in compagnia e ci si aspetta, tolgo il casco e aspetto una ventina di minuti, si riparte, dopo poche centinaia di metri il compagno che ho davanti cade, e siccome non gli partiva la moto lo aiuto, alla fine si riaccende e con un grunito di ringraziamento riparte a fuoco. Corro alla mia motoretta e via, mula dura ma fattibile arrivo ad un bivio ma non c’è nessuno, ma gli insegnamenti di Tex Willer mi ricordano che Aquila della Notte scendeva da cavallo e andava a piedi in cerca delle tracce, le trovo! E via sempre più gagliardo ormai sono al massimo delle mie performances so che posso spingere ancora un zik ma poi il controllo della moto non c’è…. il bradipo ha i suoi limiti, intanto mi domando che cappero di enduro è una sparata all’ultimo respiro e poi fermarsi 20 minuti, mi sembra un enduro con l’eiaculazione precoce.
Raggiungo il gruppo e non chiedo spiegazioni perché ho capito che non sono gradito, strano nel nostro sport, ma vero. Comunque tra alcuni del gruppo non gira buon sangue. Si riparte e cominciano le prime defezioni il ritmo forsennato dei primi non può essere tenuto da tutti c’è chi si perde, chi scivola, chi abbraccia alberi, cominciano le telefonate per ritrovarsi e dopo un’ora il gruppo si ricompone. Partenza come al solito a razzo e ridai con i dispersi e le cadute, la scopa Bert ne tira su un paio, poi fancula il successivo, mi fermo solo se veramente merita un aiuto. Il capobanda mi ricorda un nostro famoso pilota che faceva a fuoco le prime tappe della Dakar poi schiattava lui e la moto. Non so se ne ha mai finita una. Non posso dire di più pena la querela.
Comunque ormai capito l’antifona ai bivi seguenti vado a naso e siccome ho un buona canappia GPS centro quasi tutti i bivi poi ad un certo punto mi trovo in un posto bellissimo dove penso di trovare cappuccetto rosso, purtroppo segni di passaggio nisba.
Macchisenefrega ! Tanto ormai siamo alla fine, cerco la via del ritorno.
La morale : per quanto bello fosse il percorso la gente "cacca culo" ti rovina la poesia, non so quanti di questi enduristi ci sono, io fortunatamente ho conosciuto solo loro nella mia vita.
Categoria : Enduristi vari
Età : 20 - 70
Moto : di tutto, di più
Capacità enduristiche : da zero a cento
Note particolari : sono veramente quelli che noi definiamo pane e salame, compagnoni, sempre pronti ad aiutarti, gogliardici e sono fortunatamente la maggioranza
Rimando ad altra sede la suddivisione di questo variegato microcosmo, certo che qui lo spirito agonistico c’è ma è velato, ogni tanto ci si ingarella ma dura cinque minuti.
Ci si aiuta, ci si prende per i fondelli “cazzarola ! Ma che pippa sei ? Dopo vent’anni ti fermi sempre nello stesso punto!”, e finisce lì.
Certo anche qui ci sono le eccezioni, il pirla di turno che quando guada la pozzanghera e sa che dietro c’è un compagno…ma apre tutta la manetta e inesorabilmente smerdola il povero malcapitato.
Oppure non guarda se qualcuno ha bisogno di aiuto.
Comunque in oltre trent’anni di fuoristrada tra trial ed enduro mi hanno insegnato che il bello è uscire insieme, condividere le difficoltà, rimirare i panorami, star seduti su un sasso elogiando la moto ultimo modello appena comperata tanto sai che alla fine il passo è sempre lo stesso come con tutte le altre. Ed infine gustarsi la birretta di fine giro. Queste pochi e semplici modi di vivere questo sport non mi hanno mai fatto dubitare se abbandonare le mulattiere, certo oggi è più difficile praticare questo sport quindi ora quando mi è possibile cerco di uscire durante la settimana per non incontrare famiglie o guardie forestali, rimane comunque che la sindrome del maiale che sguazza nel fango o che crista sui sassi impossibili è ancora viva come trent’anni fa.
Bert
Tre regole semplici :
Se si trovano bottiglie o schifezze abbandonate da turisti per caso che vi additerebbero come dei delinquenti incrociandovi con le vostre moto, tirate su il pattume, nelle nostre giacche abbiamo spesso dietro una tasca capiente.
Non vi aspettate un encomio dal sindaco.
Ho comperato un seghetto pieghevole, ovviamente svizzero che mi permette di aprire sentieri facilmente, non taglia il grosso albero ma una pianta da 10/15 cm di diametro si. Spesso è utile.
Quando incrociamo pedoni, cavalli ecc. spegnete la moto.
‘azzolina non mi prendete per un prete mormone per piacere, ma poche regole e la tolleranza possono aiutare.