E' evidente che la classifica della Moto Gp ha gia' dato il verdetto quasi definitivo su chi si giochera' il Mondiale di quest'anno, ci sono due piloti che hanno gia' vinto cinque gare ciascuno, Marc Marquez e Jorge Lorenzo, e che sono i due veri rivali in questa stagione 2013 che offre qualcosa di piu' di una semplice contesa per un titolo iridato.
Con la forza e l'incoscienza dei suoi vent'anni Marquez sta obbligando Lorenzo, divenuto piu' riflessivo e quindi meno propenso a prendere rischi, ad accettare la lotta, quindi a spremersi. E' cosi', grazie al ragazzino portatore di un talento sfrontato, adesso possiamo ammirare Lorenzo in tutto il suo potenziale. Cioe' non nel ragioniere che dodici mesi fa' si limito' a stare sempre dietro a Pedrosa, diventando campione. E nemmeno nello scapestrato guerriero che, al debutto, nel 2008, getto' scompiglio nella classe regina ma con poco costrutto. Oggi ammiriamo Jorge Lorenzo in tutta la sua forma e il suo splendore, lo vediamo al limite e dunque al meglio. Perche' Marquez gli ha tolto la calma e le certezze, lo ha obbligato a cambiare il metodo di allenamento e soprattutto ad accettare il fatto che per vincere bisogna rischiare. Casey Stoner, che ha battuto Jorge nel 2011, non era riuscito a metterlo in crisi nella maniera in cui lo ha fatto Marquez in sole undici gare. Si, undici, perche' il momento della selezione finale, il periodo in cui quei due (Marc e Jorge) hanno cambiato ritmo , corrisponde al dopo gara del Gp Repubblica Ceca. Fine agosto. E' stato il pomeriggio in cui Lorenzo, preso dallo sconforto per l'ennesima umiliazione subita, disse. "A questo punto potrei anche a non riuscire piu' a vincere nemmeno una gara quest'anno".
Trattandosi di Jorge Lorenzo nessuno si e' impressionato. Nel senso che sappiamo che Jorge ha un umore che viaggia sulle montagne russe: ci vuole un attimo a portarlo a zero, un istante per farlo risalire alle stelle.
"Piu' che di umore, e' una questione di tecnica - ribatte lui oggi - cioe' il fatto che con la Honda in questo momento per noi e' dura", ma proprio dopo la batosta subita tra i boschi della Moravia il campione ha trovato la forza per reagire. Quindi per cambiare passo. Infatti Lorenzo ha piegato Marquez a Silverstone (addirittura in un corpo a corpo!) e poi lo ha umiliato sulla costa romagnola.
A Misano Jorge Lorenzo ha fatto cio' che ha voluto: ha impostato il ritmo con un primo giro da antologia e con altre tre tornate da mettere negli annali, poi ha gestito il passo in base alla reazione di Marquez. Nessuno lo ha visto dopo cinque o sei curve, nessuno lo ha piu' visto durante la gara. Lorenzo ha dominato, punto e basta. Quindi siamo a due vittorie consecutive per il maiorchino, e queste sono molto importanti per il morale. Per la prima volta da quando ha deciso di distruggere i suoi avversari - Lorenzo in primis, essendo lui il numero uno - Marquez non aveva mai detto cio' che ha pronunciato dopo questa gara: " Continuo a pensare che si deve sempre partire solo per vincere, ma d'ora in poi potrei anche valutare di accontentarmi di un piazzamento".
Il ragazzino sta capendo che, se vuole diventare campione battendo uno tosto come Lorenzo, cioe' uno che non cede mai, dovra' diventare piu' accorto. E piu' calmo. Anche in questa gara, infatti, Marc ha commesso diversi errori. E li ha pagati, perche' lui si confronta con un pilota (Jorge) che non sbaglia quasi mai.
E' vero che 34 punti, con un Marquez che quando delude finisce in seconda posizione, potrebbero diventare una muraglia insormontabile, Ma con Lorenzo non si sa mai. Infatti sia Marc che Jorge hanno cominciato a fare certi calcoli, addirittura mentre rientravano ai box, dopo la gara: mancano cinque gare e ci sono 34 punti da gestire (per Jorge): grazie alla trasmissione di nuova generazione ( il cambio seamless) inserita nel motore della Yamaha M1 ufficiale adesso i contendenti giocano praticamente ad armi pari anche dal punto di vista tecnico. O almeno si puo' dire che la Yamaha adesso e' meno lontana dalla Honda. Anche se Jorge non e' del tutto d'accordo.
Come andra' a finire? Difficile dirlo, ma ci sono alcune certezze: colui che si e' posto di fronte al campione del mondo come uno sfidante che non ha alcun timore non e' solo un pilota molto forte: Marquez e' un fenomeno. E' uno a cui non basta il futuro, lui vuole essere anche il presente. Pero' sappiamo che commette ancora parecchi errori e cosi' nulla e' scontato.
Lorenzo non ha alternative, se non la battaglia - lo ha fatto a Silverstone e a Misano, e promette che continuera' fino a Valencia - e, se guidera' sempre come ha fatto nelle ultime due gare, lo svantaggio (34 punti) potrebbe non essere incolmabile.


Sara' un gran finale di Campionato quello che ci aspetta.