“Papà ho fatto una relazione sul viaggio e mi sono accorta di non aver centrato la questione, di non essere entrata nel merito dell'argomento, mi sono limitata a parlare genericamente delle aspettative ma non ho valutato le sensazioni contingenti. Come posso essere meno stringata? Mi dai un'idea? Cosa posso dire sul tema del viaggio per sé stesso senza limitarmi all’aspetto paesaggistico della questione ed evitando le solite banali considerazioni sulla meta da raggiungere?”
Mondoboia, mi prendi un po’ in contropiede, sono stanco e andrei volentieri a letto, ma proviamo a ragionarci su insieme, un po’ come se tu fossi qui e non a Bath, a proposito: mi manchi.
Tanto per cominciare, inizierei col sottolineare che la meta da raggiungere non è mai un argomento banale, in fondo il viaggio lo fai per spostarti da un luogo all’altro e la meta è il motivo che ti porta a spostarti, certo non è l’unico argomento valutabile, insieme al viaggio ci sono vari momenti determinati dalla nostra personalità, dal nostro stato d’animo e dalla difficoltà intrinseca del viaggio e questi momenti, incidono molto su come vedi le cose durante un viaggio. Di certo c’è un fatto da sottolineare: quando si viaggia si entra in contatto con molte altre persone che fanno parte del tuo viaggio ma che spesso non sono in viaggio loro stesse, anzi sono in una condizione di assoluta normalità, di quotidianità, però entrano a far parte del tuo viaggio, quindi non è semplice spiegare come si possa fare parte di una cosa senza appartenervi in prima persona, mi verrebbe da pensare che infondo siamo tutti in viaggio, in ogni momento, ogni giorno, tutti.
Ti invito a ragionare su questo e sul fatto che il viaggio ti porta inevitabilmente chilometro dopo chilometro, ad entrare in tante realtà diverse, fatte di luoghi e culture nuove, diverse tra loro e dalla tua, respirando aria nuova e toccando suoli che non sono quelli che hai lasciato alla partenza, ma li calpesti ugualmente come se fossero tuoi, come se tu fossi cresciuta lì, usi il suolo e il terreno nello stesso modo in cui lo usa una persona “del” luogo e questo, ti porta ad un’altra riflessione da approfondire (ci sono testi in materia che ti possono aiutare molto di più di me): come è possibile dire che un luogo ti appartiene? Il viaggio e la vita, ti portano ad appartenere a diversi luoghi e tu non diventi mai padrona dei luoghi, come possibile dire invece che un determinato luogo ti appartiene? Assurdo non ti pare? Secondo me la realtà delle cose è che noi non siamo assolutamente i padroni di nulla, siamo tutti inevitabilmente di questo pianeta, o forse siamo dei senza terra e il viaggio, che ti porta a respirare aria diversa, bere acqua di luoghi diversi e calpestare terreni differenti, ti dovrebbe far capire che il “tuo” luogo è quello in cui respiri, quello in cui vivi in quel preciso momento lì. Questo è il viaggio, questa è la vita, l’attraversamento di un’insieme di nuovi luoghi e nuovi momenti a cui tu appartieni e che non ti appartengono perché nessun luogo è esclusiva di qualcuno, singolo o gruppo che sia, quindi secondo me le persone che fanno parte del tuo viaggio ma non sono coinvolte in esso, in realtà sono loro stesse "il" viaggio. Cioè quando tu sei in un luogo ne diventi parte, esattamente come un albero, una casa o un lago, quindi chi t’incontra vede in te il viaggio stesso, il nuovo, l’emozione di un incontro casuale. È come quando chiedi:”Scusi per andare a Volterra, che strada devo prendere?” lo chiedi ad una persona che appartiene a quel luogo e non viceversa, perché il luogo non è suo ma lei "è" del luogo.
Il viaggio è il senso della vita, quello spostarti in su e in giù senza sentirti diversa, al massimo straniera cioè non di quel luogo, perché in ogni luogo in cui ti muovi porti con te gli occhi coi quali distinguere ovunque il bene dal male, il bello dal brutto, il buono dal cattivo, il fondamentale dal superfluo.
C’è molto da dire sul viaggio, il viaggio ti porta ovunque geograficamente, ma non è solo una questione di spazi, non è solo una questione di chilometri, perché si può essere molto lontani anche a pochi passi da casa. Il viaggio è filosofia perché ti apre e ti chiude porte ovunque e certamente, con la mente arrivi più lontano di dove arriveresti con qualunque mezzo.
Se ho fatto casino, ne riparliamo domani io ho sonno adesso, ma mi raccomando non con what’s-up perché divento matto con le dita grosse a digitare tutte quelle parole!
Notte Amore mio