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Tutta la verita' sulla Ducati Gp 12

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Valchisun:
Questo e' uno informato sui "fatti"..... sm443

http://manziana.motocorse.com/blog/32888_I_desmo_perche.php#.UD0RXJfw3kM.facebook

Penso che il tutto sia abbastanza probabile, forse l'arrivo dell'Audi in un momento cosi' delicato del reparto corse Ducati e' stato piu' un male che  un bene, nel senso che e' possibile che abbiano congelato ogni tipo di investimento previsto sulla moto Gp e di conseguenza Rossi si e' stufato di essere preso in giro, da qui il casco con la scritta "stiamo uniti" con cui ha corso al Mugello mentre lui se ne era gia andato.... :PDT_Armataz_01_37:
Anche andare a cercare l'aiuto in Furusawa, il princpale mentore e progettista della Yamaha M1 vincente di Rossi, pare che sia stata un libera iniziativa di Filippo Preziosi e la dirigenza non ha gradito....

http://manziana.motocorse.com/blog/32879_DelTorchio_pensiero_dopo_Rossi.php

sgnaus:
credevo fosse l'ennessima tavanata e invece devo ddire che l'articolo è molto interessante... poi chissà

alex:
Dalle varie letture sul web e sulle riviste specializzate sembrerebbe che tutti i problemi della D16 siano riconducibili al motore per tre motivi fondamentali:

1) la caratteristica configurazione V90° che comporta un baricentro basso
2) l’erogazione brutale
3) il peso, dovuto al fatto che è stato progettato per essere parte integrante della struttura (motore portante)



Il baricentro basso comporta:
- difficoltà nei trasferimenti di carico con conseguenti criticità in frenata ed in accelerazione; in apertura, poi, il problema è anche accentuato dalla erogazione violenta che richiede un intervento dell’elettronica troppo invasivo.
- appena comincia a piegare, una moto col baricentro alto, anche con un solo grado di inclinazione, sposta lateralmente verso l’interno il proprio baricentro più velocemente di quanto non si sposti il punto di contatto a terra P. La moto col baricentro basso, invece, all’inizio della piega si ritrova con uno spostamento laterale del baricentro insufficiente; la moto, in questo preciso istante, non soltanto non scende in piega ma addirittura tenta di raddrizzarsi. Il suo peso, invece di contrastare la forza centrifuga opponendosi ad essa, si somma in quanto genera un momento di verso opposto a quello della piega e quindi invece di chiudere la traiettoria tenta di andare verso l’esterno curva. Ecco la mancanza di feeling: la D16 oppone resistenza, allarga l’ingresso di curva e deve piegare di più a parità di percorrenza.



Devo dire che questa è una caratteristica comune a quasi tutte le moto di Borgo Panigale, chi più chi meno, e non solo alla D16. E' anche il motivo per cui alcuni preferiscono le Ducati: è un modo di guidare più stancante ma molto soddisfacente. Richiede più capacità tecnica (stiamo parlando dell'utente della strada) e sortisce angoli di piega esagerati e che soddisfano anche i palati più esigenti. Sicuramente sono caratteristiche che, in gara, qualcuno accetta e qualcun altro preferisce farne a meno.

Analisi non scientifica...  :93:

tangos32:

--- Citazione da: alex - 02 Settembre 2012, 10:38:48 ---Dalle varie letture sul web e sulle riviste specializzate sembrerebbe che tutti i problemi della D16 siano riconducibili al motore per tre motivi fondamentali:

1) la caratteristica configurazione V90° che comporta un baricentro basso
2) l’erogazione brutale
3) il peso, dovuto al fatto che è stato progettato per essere parte integrante della struttura (motore portante)



Il baricentro basso comporta:
- difficoltà nei trasferimenti di carico con conseguenti criticità in frenata ed in accelerazione; in apertura, poi, il problema è anche accentuato dalla erogazione violenta che richiede un intervento dell’elettronica troppo invasivo.
- appena comincia a piegare, una moto col baricentro alto, anche con un solo grado di inclinazione, sposta lateralmente verso l’interno il proprio baricentro più velocemente di quanto non si sposti il punto di contatto a terra P. La moto col baricentro basso, invece, all’inizio della piega si ritrova con uno spostamento laterale del baricentro insufficiente; la moto, in questo preciso istante, non soltanto non scende in piega ma addirittura tenta di raddrizzarsi. Il suo peso, invece di contrastare la forza centrifuga opponendosi ad essa, si somma in quanto genera un momento di verso opposto a quello della piega e quindi invece di chiudere la traiettoria tenta di andare verso l’esterno curva. Ecco la mancanza di feeling: la D16 oppone resistenza, allarga l’ingresso di curva e deve piegare di più a parità di percorrenza.



Devo dire che questa è una caratteristica comune a quasi tutte le moto di Borgo Panigale, chi più chi meno, e non solo alla D16. E' anche il motivo per cui alcuni preferiscono le Ducati: è un modo di guidare più stancante ma molto soddisfacente. Richiede più capacità tecnica (stiamo parlando dell'utente della strada) e sortisce angoli di piega esagerati e che soddisfano anche i palati più esigenti. Sicuramente sono caratteristiche che, in gara, qualcuno accetta e qualcun altro preferisce farne a meno.

Analisi non scientifica...  :93:

--- Termina citazione ---
ottimo ,in base alla mia esperienza corsaiola, provato sulla mia pelle con ducati 888r,hai illustrato perfettamente il problema/caratteristica

alex:
Beh, neanche io sono Furusawa, altrimenti Preziosi avrebbe segretamente chiesto a me.  sm452 sm453
Ho tentato (riuscendoci non so fino a che punto) di usare i dati che sono noti con la esperienza. Anche le moto di Tamburini si comportavano nello stesso modo (tu me lo confermi con l'esperienza 888) perchè perfino il 998R andava invitato di braccia, e per "invitato" intendo buttato giù senza tanti complimenti con un bel lavoro di gomiti e di spalle che coinvolge anche i fianchi. E la tendenza si è prolungata nell'era Terblanche, sia con la 749/999 sia con la Multistrada (e anche qui ho esperienza diretta) che con la Hypermotard.

Il denominatore comune, qui, è ancora il motore a V di 90°, quindi una accentuata bassezza di baricentro. E' proprio questo modo di guidare che determina l'unicità di una Ducati, e non il colore rosso. Una guida che definirei (osando magari un po' troppo) all'italiana. E che personalmente non sostituirei mai, anche se implica una fatica tripla, anche se sei sempre in situazioni più critiche dei tuoi compagni di giro. Ti impone di conoscere la tua moto, capirla, e adattarti a lei pre spremerci il massimo. ben altra cosa che farsi portare da lei. E' un po' come trom**re insomma: una scalmanata ti schianta ma te la ricordi finchè campi  sm444

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