Motoki pensò che aveva già diciannove anni nell’ottavo giorno del mondo e nello stesso momento lasciò la frizione avvertendo quella spinta che ti muove qualcosa dentro: gli attimi irripetibili della prima volta che si va in motocicletta e ci si sente mossi in un universo incostante ma in un imprevedibile equilibrio. Era quello che desiderava. Inebriato e assetato di scoperta capì che la strada era lì per lui, la motocicletta era lì per lui, il mondo pure.
Come un rimestamento nello stomaco. Magone. Grazie, Privitera!