Io sono sempre stato un sostenitore della zona impossibile, nel senso che quasi sempre, sia nelle gare indoor che sul terreno naturale, arriva il fuoriclasse che ti "stampa" uno zero, magari facendo un passaggio che a prima vista sembrava assurdo, ma che poi assurdo non e' per l'immensa bravura di questi extra terrestri, ricordo che la difficolta' di quelle zone sono alla portata al massimo di quattro o cinque piloti, anzi nella finale delle gare indoor, forse di soli tre piloti soltanto, Cabestany, Raga e Bou che fanno ancora la differenza tra loro e gli altri, fra questi, il solo Toni Bou ha il sufficiente talento e determinazione di tentare passaggi che sarebbero impossibili per gli altri, ricordo che nel trial, e soprattutto sugli ostacoli artificiali il piede a terra in aiuto non sempre serve, o si sale con un passaggio netto o non si sale, e forse la grossa differenza che mi fa' apprezzare la specialita' del trial e' anche quella, mi spiego meglio, su una pista da motocross, su un circuito asfaltato o in un fettucciato, si puo andare piano ma il percorso lo fa' anche una "scarpa", nel trial no, o si sale o non si sale.....
Credo che la bravura di un tracciatore di quelle zone sia sempre quella di tenere conto dell'incolumita' del pilota, d'accordo che oramai "tutto quanto fa' spettacolo" specie negli sport indoor, incidenti compresi, ma bisognerebbe adottare una sorta di "limitatore" al metodo di tracciatura delle zone indoor, d'accordo che i piloti sono pagati per quel genere di gare e sono sempre gare di campionato del mondo, ma bisognerebbe tenere a freno la voglia di "esagerare" tipica di quei fuoriclasse, sempre pronti ad andare oltre i loro limiti personali...
Sicuramente il trial e' e restera' sempre meno pericoloso del motocross o delle gare di motovelocita'!