Non ho detto che il reddito che io ho definito di “sopravvivenza” lo veda come un male, anzi lo vedo come una futura e necessaria fonte di sostentamento dal prossimo decennio in avanti, con la delocalizzazione, nata unicamente per abbattere e portare quasi a zero i costi di manodopera e per aumentare gli utili aziendali, sara’ l’unica strada possibile, l’economia come ancora conosciamo noi sta sparendo, come sta sparendo la capacita’ di spesa degli occidentali, i dirigenti delle aziende propendono per arraffare utili il prima possibile, il medio e lungo termine sara’ l’azzeramemto della produzione in occidente, sopravvivranno soltanto le aziende di nicchia ad alta tecnologia, l’alta tecnologia non può venire delocalizzata perché i costi superano la convenienza, in ogni caso mi chiedo a chi venderanno ancora i manufatti prodotti in Asia quando sparirà l’occupazione in occidente, ma non è una cosa che interessa i manager delle aziende europee, finche’ dura...
Intanto i manufatti prodotti in Asia, li venderanno...in Asia, visto che è il mercato più importante. Cina e India da sole fanno più di un terzo della popolazione mondiale e la Cina consuma internamente parecchio di quel che produce.
Poi, scordati già ora che la Cina produca solo roba a bassa tecnologia e basso costo.
Sull'azzeramento della produzione in Europa...non so, ovvio che le aziende tendano al profitto, è la loro ragion d'essere, ma la cosa dipende da tanti fattori, non solo economici ma anche socio-politici, due esempi:
Causa COVID19 molti Paesi stanno ragionando sul fatto di essere dipendenti dalla Cina in caso di emergenze sanitarie.
Gli Stati Uniti hanno imposto dazi alla Cina, hanno stoppato l'importazione di alcuni prodotti, hanno impedito la diffusione di tecnologia 5G cinese e altri Paesi europei li hanno seguiti, e ci sono ulteriori esempi di protezionismo.
Questo vuol dire appunto, che certi processi vengono anche regolati dalla politica e che ci sta che prima di andare col culo per terra, le nazioni prendano certe decisioni.
Per i costi evidentemente hai ragione, in certi Paesi rimangono bassi, anche per scelta politica, ma personalmente non credo sarà sempre così, con l'aumentare della sofisticazione aumentano i costi, inoltre i lavoratori tutti, tendono a migliorare il proprio stato, perciò il costo del lavoro si alza, un certo esempio di questa parabola lo possiamo vedere nell'industria automobilistica della Corea del Sud, con un inizio fatto di prodotti più economici ma di livello più basso ed una attualità fatta di prodotti paritetici come prezzo e livello rispetto alla concorrenza occidentale.
La mia ipotesi, semplicistica, è che gli attuali Paesi che in senso generale definiamo "a basso costo" facciano lo stesso percorso e parifichino, più o meno, il costo del lavoro e la capacità di spesa, per cui vedremo detti Paesi non solo, non più, come produttori a basso costo, ma invece (anche) come enorme massa di nuovi clienti per quei Paesi che hanno cultura, tradizione, territorio, appetibile per questi potenziali nuovi clienti ed in questo siamo messi molto bene, se non mandiamo a donnine allegre le cose come al solito.
Il grosso interrogativo a mio avviso è: quanto la politica e la cultura in un Paese come la Cina possa impedire questo processo. E non è un interrogativo da poco.