Non è la barca, è l'uomo.
Parole di oltre 10 anni fa del mio allenatore di canottaggio. Un concetto molto semplice.
Per noi basta sostituire la barca con la moto.
Semplicemente non sono i mezzi che permettono di fare qualcosa, ma è principalmente la persona la parte più importante nel superare gli ostacoli della vita.
La moto "sbagliata" (Non la più blasonata ktm 690 /701 rally adventure), le borse sbagliate (Non le Magadan per i lati ed Enduristan per il sopra), non la tenda della MSR, non il sacco a pelo ultra performante o il completo della Klim adventure della klim.
Dopo circa 50000 km con la XRV in meno di due anni, a giugno sono partito per un viaggio che organizzavo da quasi 2 anni. Anni di sacrifici per poter completare questo viaggio, sacrifici come il dormir a sfroso a scuola sullo stesso materassino che mi avrebbe accompagnato durante il viaggio. Non sto qua a raccontare tutta la storia, troppe emozioni e c'è troppo da dire. Mi prende troppo tempo siccome sto già lavorando per il 2019 dove ripeterò qualcosa di simile.
Se vuoi fare veramente qualcosa lo fai. Ognuno poi ha il suo modo di fare le cose, di viverle e di organizzarsele. L'emblema di ciò è Wilson, un ragazzo canadese:
Ha trovato la moto in vendita ad Osh, l'ha comprata per meno meno di 1000$, ha organizzato i visti e ha preso l'aereo. Nella foto ci troviamo nel Wakhan corridor, uno dei posti più interessanti del Pamir e lontano dalla M41. Ad Osh avevo incontrato gente con Triump Tiger, CRF1000 e GS1200 e mi dissero che avevano incrociato il ragazzo alla dogana e sicuramente non sarebbe stato capace di fare la Bartang valley (Le sopra citate moto non l'avevano fatta) e molto probabilmente di arrivare a Tashkent.
Ho visto gente tutta bardata con bellissime KTM 690 sulla M41, mi dissero che seguivano la M41 e che è una strada tosta.
Notare l'abbigliamento tecnico di Wilson. Nella foto era fermo intento a pranzare, nei giorni antecedenti aveva percorso la Bartang Valley a scendere per poi risalire la M41 e scendere lungo il Wakhan corridor.
Non sto qua a dire che il metodo Wilson è il modo giusto di viaggiare, ma ciò è l'emblema che se uno vuole fare qualcosa lo fa, gli altri son tutti chiaccheroni.
Torniamo a noi e al viaggio.
Una carrellata di foto:
La moto il giorno prima di partire. Per finire sono partito alle 22 di sera e mi sono sparato 27 ore non stop sulla moto e oltre 2000 km fino a Chisinau. Non sto qua a raccontare tutta la storia ma dico semplicemente che l'amore gioca brutti scherzi e le deprivazione di sonno mi ha quasi ucciso tra varie allucinazioni.
La bandiera ucraina in una foto.
Tra Moldavia e Ucraina il panorama è molto strada dritta su e giù tra qualche collina e tutto circondato prevalentemente di campi.
Hotel Patriot a Belgorod. Stanza ok, niente acqua calda, situazione assai comune in Russia. Costo irrisorio.
La strada per Volgograd. Ci siamo imbucati in stradine laterali ma che finivano in piste di sabbia. Non il massimo con la moto carica e le gomme non consone per l'altra Africa twin. Inoltre la sua moto iniziò a mostrare dei problemi, come se il getti del massimo fossero toppi.
Cambio gomme a Volgograd e il cerchio anteriore mostra il primo segno. L'unica parte della moto di cui non avevo completa fiducia mostrava già i primi problemi. Lo comprai sul forum dell'africatwinclub tramite la italcerchio. Mea culpa.
In Volgograd fummo accolti da dei biker locali. Estremamente gentili e ci invitarono ad una visita ad un campo estivo per bambini. Orfani e non, estremamente simpatici e curiosi visto che io ero la star straniera. L'altra Africa risolse il problema. A marzo gli diedi una lista delle cose da fare e controllare e lui non l'aveva seguita alla lettera. Le valvole sono state registrate e il filtro oliato siccome il suo k&n era secco, per questo motivo i getti del massimo si erano toppati.
Bad timing. Lungo la Volga tra Maggio-Giugno c'è un invasione di moscerini. Noi eravamo proprio nel mezzo. A Volgograd ed Astrahan c'erano nuvole attorno alle persone.
Prima volta della mia vita a pecorrere 400 km senza vedere nulla e tutto piatto.
Il ponte tra Astrahan e il Kazakistan. Al confine abbiamo dovuto aspettare 1 ora per poter uscire la Russia malgrado tutto fosse in ordine. Normale prassi. 15 minuti al confine Kazako ed eravamo entrati...nel nulla!
Ad Atirau, una delle borse iniziava a mostrare segni di cedimento, andare a 100 km/h sulle strade piene di buchi ha conseguenze. Per dare un idea, ho incrociato una suzuki utilitaria targata Italia, erano una coppia di Italiani che viaggiavano verso l'Asia Centrale. L'oro andavano a 20 km/h sulla stessa strada.
La strada tra Atirau e Aktobe. Nessuno vi consiglierà mai di passare di qui. Google maps la marca "gialla" ma consiglia di fare il giro lungo andando verso Uralsk all'inizio. La strada non esiste più, tutti i camion e poche macchine che ci passano stanno sui bordi. Ci sono forse 2 villaggi da 500 persone lungo la strada.
Loro ci aiutano, noi li aiutamo. Mi son fermato ad aiutare questo camion con una gomma bucata siccome non avevano più colla. Uno dei due villaggi era in vista, quindi se la sarebbero cavata.
Scesi a Shalkar, le strade rimanevano simili. Bellisimi posti nel nulla. In questa foto una antica città, Savran, vicino a Turkistan. Queste mura formano un cerchio lungo oltre 2 chilometri!
Dopo 3 giorni nella pianura Kazaka, finalmente in Kirghizistan. Un piacere finalmente potersi lavare con dell'acqua. (Volendo ci sono tanti hotel nelle città, ma hanno prezzi fissi troppo alti, quindi 2 notti di campeggio viicno a Baikonur e Kandyagash
Soprattutto finalmente di nuovo nelle montagne!
Arrivato a quasi 4000 metri, iniziava a diventare notte e scendendo dal passo, questa persona mi fermò, poteva parlare un po' di Inglese e mi chiese se volevo mangiare qualcosa. Dissi di sì e mi offrì anche di dormire sotto il tetto dietro di lui. Parlammo tutta la sera mangiando un po' di simil Plov, poi il mattino seguente lo stesso riso a mo di minestra. Mi disse di provare il Kumis, Kumiz, etc, il latte di cavallo locale. Gli regalai la medaglia della distinzione al tiro in campagna e ci salutammo.
Trovai questo uomo. Alcune tende avevano il cartello "Kumiz", ma la sua no. Non era nemmeno una Yurta ma un solo telo. Vive li con i suoi figli. Provai il latte, era conservato in un contenitore da 40 litri di simil pelle a temperature ambiente. L'odore sapeva di marcio, il gusto era peggio: per oltre 2 settimane avrei cagato a spruzzi al mattino. Ho fatto salire sulla moto il figlio, poi la figlia voleva anche salire sulla moto, ma non per provare la moto, solo per raggiungerei il pupazzo sul cupolino. L'ho slegato e glielo ho regalato. Al fratello ho lasciato il dinosauro.
ARrivato ad Osh, ho fatto riparare le mie borse ad un calzolaio locale. Le borse hanno resistito per i restanti chilometri, qualche caduta tra cui una a 100 km/h con un bell highsider.
Qui lo Svizzero che ha aperto un negozio di moto ad Osh, vende ricambi quali olio e gomme. Molto conveniente come punto di appoggio per spedire i ricambi in anticipo. Ha qualche gomma Heidenau in stock ma nulla di garantito. I prezzi sono ovviamente alti, c'è chi si lamenta, ma siccome deve importare poche gomme alla volta, dogana e spedizione influenzano tanto il prezzo. L'olio costa poco ed è Liqui Moly o Motul.
Pulendo il filtro k&n, notai che era pieno di buchi. Buchi grandi, tipo da 1-2 mm. Nessuna idea del perché. Ci misi sopra questa calza ad alti denari per evitare di far entrare la polvere più grande.
La terra di nessuno tra il confine Kirghiso e quello Tajiko. Qui incontrai una moto guzzi scrambler.
Pamir, un posto meraviglioso, assai incomprensibile perché la gente vi ci viva.
Nel Wakhan Corridor, un tipico animale locale.
Sempre il Wakhan Corridor. A sinstra c'è l'Afghanistan. Una strada correva lungo il fiume dalla parte Afghana, magari sarà un progetto per il futuro.
Lo scollinare della Bartang Valley dentro la valle che porta di nuovo alla M41 nella zona del lago Karakul.
La valle Bartang è forse il posto più bello dove sia stato in tutti i chilometri in moto.
Di nuovo a 4000 metri, prima di arrivare all'M41 si può andare dove si vuole. Seguire la double track sarebbe solo una noia. La XRV con carburazione orignale, la calza sullo snorkel tolta, riusciva ad andare al massimo qua sopra (gas completamente aperto) e ha raggiungo quasi i 140 km/h.
Continuo appena posso!