Un vecchio detto recita: "L'operazione è perfettamente riuscita, il paziente è morto".
Più o meno è questa la sintesi della mia prova delle Thok, da perfetto ignorante di eMTB.
Ma andiamo per gradi. Ho noleggiato le Thok Mig da un loro punto di riferimento a Lecco. Il ragazzo che le noleggia è stato molto collaborativo e al telefono abbiamo organizzato tutto. Loro hanno in prova le tre taglie S, M e L della Thok MIG e mi ha proposto un pacchetto con le due bici (S per Sabrina, M per me) e una guida che ci avrebbe portato in giro per circa 3 ore. Un veloce contatto telefonico con la guida ci permette di accordarci su una partenza da poco sopra Ballabio in modo da rimanere un po' in quota e soffrire meno il caldo.
Domenica mattina, alle 9:00 ci troviamo all'appuntamento dove conosciamo Alberto, la guida. È un ragazzo "non ragazzissimo", molto ben messo fisicamente e di grossa corporatura. Pratica regolarmente downhill e mountain bike muscolare, anche in competizioni. Chiacchierando del più e del meno scopriamo che di Introbio, è un ex endurista, ex trialista e ex-minder di Grattarola quando Grattarola era alla Sherco. Lui fa principalmente muscolare ma in quel momento per accompagnare noi è con una eMTB Kastle della moglie.
Gli spiego il motivo della nostra prova, ovvero che volevamo capire se una mountain bike elettrica poteva sostituire a livello divertimento o esplorazione il tipo di esplorazione che faccio con le moto piccole.
Forse ho insistito un po' troppo su questo aspetto, su questo parallelismo di utilizzo, e questo ha condizionato forse un po' troppo la scelta del percorso da parte della nostra guida.
Infatti la premessa è stata "vi faccio fare un percorso diverso dai soliti, in cui ci sono dei punti in cui vedete chiaramente quando è indispensabile avere una eMTB".
Dopo averci adattato le bici a livello di misure e leve e spiegato il funzionamento ai vari comandi, partiamo.
Non sto lì a descrivervi minuziosamente il percorso che comunque si è svolto solo su sterrato, con parti scorrevoli e parecchie parti abbastanza inpestate. Il tutto sommato a due più due strappi di mulattiera con sasso smosso dove Alberto, prima di partire, ci ha istruito sul cosa e come fare.
In particolare, per quelle pendenze e fondi dissestati, potenza assistenza al massimo e penultimo rapporto, sennò non ce la si fa salire. Bilanciamento in sella per dare trazione me stare attenti a che non si impenni la bici.
Altra cosa importante, tassativamente non fermarsi se no è quasi impossibile di nuovo ripartire. "Naturalmente" io mi sono fermato per via di una traiettoria sbagliata a causa di un grosso ciottolo che si e smosso dopo che l'ho preso in pieno. E naturalmente non sono riuscito a ripartire, neanche con sella abbassata e seduto perché la mia potenza muscolare non ce la faceva a far partire e innescare l'assistenza. Gli ultimi 5 m li ho fatti spingendo la bici.
Questa due strappi sono i punti in cui lui ci ha detto che erano il motivo per cui comprare una eMTB, solo con questo tipo di mezzo si riescono a fare in scioltezza questi strappi e queste salite (in quasi scioltezza lui, io ho sputato due bronchi e un polmone).
Ora, come sapete io sono un completo ignorante in tema di mountain bike elettriche e questa è la mia prima prova "vera".
E non ne sono uscito entusiasta. Quantomeno non per questo percorso.
E' un percorso che mi sarebbe piaciuto probabilmente parecchio in moto (peraltro credo che sia anche quasi legale) ma che è stata una sofferenza in bicicletta.
Non parlo tanto della fatica fisica, anche se in quei due strappi sono praticamente morto, ma del comfort e piacere di guida in generale. Nel senso che alle velocità con cui si sale su quei terreni scoscesi e rotti con la eMTB, i sassi, i ciottoli, le traverse, le radici e i canali di scolo si sentono tutti nelle chiappe, sulla spina dorsale e sulle braccia.
Perché su va troppo lenti, perché si è seduti, perché forse avevo anche gomme un po' troppo gonfie o sospensioni un po' troppo dure.
Quindi per quel che riguarda la salita la bicicletta me la sono goduta più nei falsopiano o salite sterrate scorrevoli che affrontava principalmente in modalità "eco" o raramente "trail" (l'assistenza intermedia Shimano).
Oppure me la sono goduta di più nei single-track in costa alla montagna con pendenze scarse, ma frequenti saliscendi da affrontare anche in questo caso o in "eco" o, se volevo fare il "comodoso", in "trail".
Fare le salite pendenti e smosse dove in teoria avrei dovuto avere delle soddisfazioni con l'assistenza "Boost" invece l'ho trovato affaticante, scomodo, fastidioso, per via della scarsa velocità e del terreno antipatico.
In discesa invece stata una goduria. Il percorso in discesa è stato praticamente uguale a quello della salita. L'unca differenza è che abbiamo aggirato i due strappii separati facend un unica discesa di uguale o (secondo me) maggiore pendenza ma senza soluzione di continuità, che ci avrebbe stremati se l'avvessimo fatta tutta all'andata in salita.
Una volta preso un po' di velocità il telaio mi è piaciuto tantissimo, la stabilità è aumentata in maniera evidentissima e mi sono divertito come un idiota sia nelle sterrate scorrevoli che negli single-trail con un po' di pendenza, se non contiamo il paio di volte che ho rischiato di cappottarmi per via dei freni "invertiti".
È questo doppio comportamento che mi lascia un po' perplesso, non capisco se in generale ammortizzatori e gomme erano troppo duri per il mio peso e avrei potuto ammorbidire entrambi senza nessun problema ne in salita ne in discesa, oppure che sia sempre una coperta corta e se devi essere stabile e ben gestibile in discesa devi pagare comfort alle basse velocità con tarature rigide.
Conclusione. L'esperienza mi ha lasciato abbastanza dubbioso. Nel senso che la mountain bike così, sulle mulattiere sassose e ripide IN SALITA NON mi piace. Mentre mi piace in salita sugli sterrati scorrevoli, per intenderci quelli vietati ai mezzi a motore di tutti che però vengono regolarmente transitati dai mezzi a motore di quelli che vanno alle malghe o rifugi. Una cosa di più ampio respiro e magari meno pendenza. Sul sassoso ripido e lento dove si pedala a mulinello, si rimbalza sui sassi e si sale lenti, e dove è necessario usare la potenza massima invece soffro tantissimo il dover rimbalzare da un sasso all'altro e il dover stare seduto per mantenere l'aderenza.
Per intenderci, nei due strappi che ho citato prima la bicicletta tendeva ad alzare la ruota anteriore facendola galleggiare sulle pietre e rendendo difficile la gestione della traiettoria. Oltre ovviamente a farmi venire il fiatone lo stesso.
Sabrina se l'è cavata molto meglio di me da questo punto di vista, quantomeno a livello di fiatone.
Una cosa che ho trovato molto fastidiosa è il l'immediato rilascio dell'assistenza del motore. Ma questo è un problema mio. Nelle ripartenze da fermo nella salita impestata o comunque molto pendente per avere aderenza ero costretto a stare seduto e per toccare a terra ero costretto ad avere la sella completamente abbassata. Una volta partito però la posizione della sella era troppo bassa e quindi avevo la necessità di tirarmi su e fare alzare il sellino, Siccome il sellino non arrivava mai esattamente all'altezza che mi serviva mi capitava per un attimo di stare fermo coi pedali mentre assestavo il sellino, e li l'assistenza scendeva subito a zero, complici velocità minima e inerzia scarsa mi ritrovavo fermo e dovevo rifare tutto.
Probabilmente con il telescopico del sellino registrato in escursione massima l'altezza corretta non avrei avuto questo problema.
Riflessione post. Visto il tipo di percorso che prediligo, o quantomeno visto il tipo di percorso che NON mi piace, continuo ad avere il tarlo della Thok-ST con le ruote da 29 (su cui volendo ho scoperto si possono montare le 27.5). Ho la sensazione che forse la Thok-ST, il modello più economico con la ruota da 29 pollici, possa essere più adatto alle mie esigenze, o meglio, alle mie preferenze. Per ora rimugino, qualsiasi riflessione o consigli da parte vostra, pro delle eMTB, saranno graditissimi.
Per quel che riguarda il percorso, nell'agitazione alla partenza mi sono dimenticato di accendere il GPS che avevo nel camelback. L'ho acceso su un soltanto una volta arrivati in cima e quindi ho tracciato ha solo il percorso in discesa, ma quello in salita è stato praticamente identico a parte i due strappi aggirati con una discesa unica. Qui sotto il link al file "gpx" per chi volesse scaricarlo, dagli un'occhiata e dirmi se il percorso è stato significativo e/o usuale a livello di pendenze o altro.
http://www.segreto.com/caronte/2018-07-22-ProvaThokValsassina.gpxCiao!
Bibo