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DAKAR 2018
alex:
Venuto meno Sunderland, Si è letteralmente scatenato Barreda.
Secondo me la KTM sta adottando una tattica che alla lunga potrebbe essere efficace: oggi ha sguinzagliato Walkner a far sentire il fiato sul collo a BamBam, domani potrebbe essere la volta di Price, poi Meo, in modo da tenerlo sempre sotto pressione costante mentre per gli arancioni c'è la possibilità di fare delle tappe secondo il proprio ritmo o a seconda delle esigenze di classifica.
Valchisun:
Oggi, altra rivoluzione in classifica:
https://www.automoto.it/dakar/dakar-2018-live-day-6.html
Enzo:
Comunque non mi dispiacerebbe una vittoria Yamaha , chissà come andrà a finire . Peccato vedere che gli Italiani non sono nelle posizioni che contano , speriamo in un futuro.
bibo:
Oramai questa Dakar è una fars. Niente navigazione, niente incertezze, un lungo "fetucciato" dall'inizio alla fine. Tappe da 200 km dove i primi 5 hanno distacchi che si contano in secondi e non in minuti. E' divetatra un circo di giochi al massacro, dove si vince se arrivi vivo tu e il mezzo meccanico. Nessun altra discriminate.
La tappa dell'altro ieri dove Barreda ha dato 10 minuti al secondo non conta. Barreda era riuscito (sa dio come) ad accumulare 20 minuti di ritardo per un errore di navigazione in una tappa precedente. Tutti lo davano abbastanza fuori dai giochi perchè in un "ffettucciato lungo due settimane" recuperare 20 minuti è molto difficlie. Barreda così non aveva niente da perdere e ha guidato come ha spesso fatto in passato "a vita persa" , e questa volta, diversamente dalla altre , gli è andata bene e ha recuperato 10 minuti a chi invece, da perdere aveva tutto.
E l'ha fatto, itelligentemente, dove si poteva fare la differenza: nella sabbia (a occhi anche molto bastarda) della prima parte di gara, perchè ho idea che dalla bolivia in poi diventerà veramente un "fettucciatone". Bravo Barreda per la guida, per la tattica, e un po' anche per essere (questa volta) sopravvissuto. Nel frattempo in sordin lontano dalle telecamere Sunderland vola lungo come spesso gli accade anche in rally minori come allHellas Rallye in Grecia in cui ha "tagliato" un intera vallata volando sopra un torrente andandosi a schiantare addirittura contro il declivio opposto. Stavolta deve aver fatto un lungo su una duna e all'atterraggio (inteso come ritorno dall'orbita sulla terra) una compressione fortissima. Una prova in più mche questa "Dakar" è un gioco al massacro, un "ne rimarrà soltanto uno".
Oggi riposo e domani La Paz-Uyuni. Una "tappa" che "ho fatto" anche io nel 2002 in giro con il mio Transalp, e se la memoria non mi inganna, l'orografia obbliga molto lo sviluppo del percorso, e a meno di "note trabocchetto" mi sa che sarà un altra tappa con distacchi scarsi, a meno di noie o incidenti.
Ciao!
Bibo
Bikerider:
Mi dispiaceva quando suonava gli italiani nell'enduro e nei rally, ma provo sempre ammirazione per il fuoriclasse Peterhansel, per quello che ha vinto nei due mondi (e non solo Dakar) e ancor di più per come lo ha vinto. Pilota eccezionale e tutt'ora manico eccelso in moto a dispetto dell'età e del non essere più rider professionista.
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