Caro Sergio il mondo e' cambiato,siamo cambiati noi.
Non ci sono piu' i presupposti per poter fare cio' che facevamo a venti o trenta anni,allora eravamo in pochi a girare in moto,
auto ne circolavano pochissime ed erano tutte lente e controllabili,bastava vedere chi guidava e se aveva il cappello era un
contadino che aveva appena abbandonato il trattore ed era abituato a girare ignorando le frecce(nei campi non servivano) lo si
curava ed era fatta.---Ora sono tutti contadini e non puoi controllarli tutti.
Noi partivamo dopo cena e ci sfidavamo in indiavolate Gallarate-Genova(l'ultimo pagava il caffe') e riuscivamo talvolta ad arrivare
senza incrociare una auto sulla Serravalle.
Delle moto ci interessavano le prestazioni,i freni erano un opzional perché non li usavamo mai (bastava che reggessero una frenata
quando incontravamo il contadino)!
Non c'erano limiti di velocita,non c'erano controlli,non c'era traffico--solo noi con le nostre moto ed i nostri limiti--il mondo era
una pista.
Ora le cose mi sembrano "leggermente" cambiate e "cio che fu" non e' nemmeno pensabile--lo sport nazionale e' diventato
"la caccia al motociclista" con tutte le sue varianti e variabili.
Capisco la tua "voglia" di antico e di prestazioni esasperate ma dobbiamo renderci conto che che il mondo ci e' "cambiato attorno"
e ci dobbiamo ritenere fortunati per aver vissuto un momento irripetibile.