Data una mia recentissima esperienza volevo con queste mie righe dare un piccolo contributo che possa dare qualche utile indicazione per chi ha questa patologia.
Ai primi di febbraio dopo la partecipazione ad una mulatrial dove avevo partecipato divertendomi e senza alcun problema, il giorno dopo mi ero svegliato con dei dolori alla schiena terribili che mi avevano bloccato a letto per un paio di settimane in quanto non riuscivo neanche a tirarmi in piedi dal male.
Vi risparmio il calvario di medici e medicine, alla fine il verdetto era unanime “discopatia severa”, infiltrazione alla spina dorsale e tante medicine (due iniezioni al giorno + pastiglie varie), mi era stato detto chiaramente che per il resto dei miei anni niente più moto, niente corsetta, niente di niente. D’accordo ho 54 anni ma mi sembrava un po drastica e frettolosa la conclusione.
Per mia fortuna ho conosciuto un simpatico professore di oltre settanta anni che da quasi cinquanta studia la spina dorsale, mi è piaciuto l’approccio perché davanti alle lastre mi aveva spiegato tutti i problemi che ho, parte dettati dalla vita sedentaria e parte da una mia predisposizione. Quindi da subito avevo chiara la situazione, certamente ancor più brutta della discopatia precedentemente diagnosticata, per dare una visione al medico di quale fosse il mio hobby mi ero portato dietro un giornale di motoalpinismo così mostrai al dottore le posizioni e gli stress fisici a cui si viene sottoposti. Preso atto della cosa non diede un particolare peso però mi disse che per poterlo praticare nuovamente avrei dovuto prendere le debite precauzioni.
Allora perchè tutti questi problemi? Vuoi per queste brutte abitudini di postura, vuoi perché si è davanti ad un monitor otto ore al giorno più le ore che passiamo in auto determinati muscoli non vengono più sollecitati e lentamente perdono tono.
Questi muscoli sono: il pavimento pelvico, i traversi dell’addome (da non confondersi con gli obliqui e gli anteriori) e il multifido (muscolo retto dx e sx. Questi muscoli perdendo tono fanno si che la colonna vertebrale non abbia una struttura adeguata e diventa instabile con la conseguenza che con l’andare del tempo le vertebre si disallineano ed anche i dischi intervertebrali si spostano creando a volte anche delle ernie esposte.
Prima ancora di arrivare a questi livelli questo disordine vertebrale crea infiammazione dei nervi che escono dalle vertebre perché la non corretta posizione di quest’ultime schiacciano i nervi.
Questa instabilità degenera e attraverso l’artrosi si creano delle escrescenze ossee (becchi) al fine di cercare di stabilizzare la colonna saldando tra loro le varie vertebre.
Ovvio che vertebre tra loro connesse danno stabilità ma creano altri problemi alle vertebre adiacenti e tolgono anche la possibilità di flettere.
A questo punto il medico mi spiega che per risolvere il problema non servono medicinali, a parte gli analgesici per i momenti più acuti, ma occorre fare dei semplici esercizi per mettere in funzione i muscoli che determinano la struttura che sorregge la spina dorsale.
Guardiamo questo schema, cerchiamo di immaginare il nostro addome come se fosse un cilindro dove alla base abbiamo il pavimento pelvico (sono i muscoli che sorreggono le nostre viscere), poi abbiamo ai lati i traversi dell’addome, dietro il multifido (retto dx e sx) e come apice il diaframma.
Il diaframma è l’unico muscolo tonico perché lo utilizziamo per respirare.
Recentemente (1999) hanno scoperto che i muscoli sopracitati, se sono normalmente dimensionati, si muovono automaticamente all’unisono per proteggere la spina dorsale e il contenuto del nostro addome.
Con un apparecchio miografico si è potuto vedere che questi muscoli come avvertono un movimento di un arto (ad esempio quando si cammina) si attivano rapidamente per evitare che arrivino delle sollecitazioni alla colonna ed ai visceri. Ora nel mio caso come in migliaia di altri casi, il mal di schiena e la instabilità si genera perché non è più attivo questo automatismo muscolare di protezione perché i muscoli sono ridotti al minimo tranne il diaframma.
Quindi, per fare un esempio, quando io spingo sulla sella per cercare trazione in una salita impestata tutti i colpi che i sassi danno alla moto vengono trasmessi alla spina dorsale senza che questa possa difendersi e quindi i dischi intervertebrali si schiacciano ed i nervi si infiammano.
Ovviamente questo fenomeno ha entità diversa in base alle sollecitazioni prese ed al proprio stato fisico.
Per risolvere questo occorre fare degli opportuni esercizi fisici che nulla hanno a che vedere con quelli che normalmente si fanno in palestra.
Ho cercato di essere il più sintetico possibile per cercare di spiegare il problema di per se piuttosto complesso, ovviamente non ho le competenze mediche, vi ho descritto con le mie parole solo per farvi sapere che oggi ci sono i metodi per guarire o perlomeno meglio convivere in una data situazione.
La mia oggi è compromessa perchè i dischi una volta schiacciati non si ripristinano più, però non sono proprio al capolinea anche se per andare ancora in moto dovrò prestare più attenzione.
Lamberto