I concetti che riporti, Bert, sono quelli che ci appartengono da dentro. Il fatto è che fino a che chiederemo norme di comportamento tra di noi, nel chiuso dei forum, ci sarà sempre qualche furbetto che se la riderà sotto i baffi, si metterà il casco ed andrà ad arare qualche campo, tanto non è problema suo.
Al di là di queste mie considerazioni odiose da qualunquista benpensante (ma perché si dirà così, che son quelli che ne tirano fuori di maligne da rizzare i capelli?) mi risulta che la FMI sia intervenuta col CAI (correggete se ricordo male) a seguito di una levata di scudi di quest'ultima, che arroga il diritto esclusivo di utilizzo delle montagne perché se le è mappate, tabellate e catalogate. Che è come se pretendessimo di usare in moto dei percorsi solo perchè ci abbiamo piantato dei paletti ogni tanti, con la freccettina.
La verità è che il CAI è una organizzazione capillare e che copre il territorio in modo totale, a fondovalle con le sedi, in alto con i rifugi in gestione. Un centro rurale/artigianale di 3-4000 anime conta mediamente, qui da noi, 600 tesserati suddivisi in alpinisti, arrampicatori tecnici, sciatori e simpatizzanti vari. Appartenenza: assoluta trasversalità di ceto sociale, professione, livello culturale. Attaccati al territorio come il lichene. Per contro cosa abbiamo?
Abbiamo una federazione (volutamente minuscolo) che va a perorare la propria causa e che fa? Per cavarsene fuori fa un bel distinguo. Butta al cesso l'endurista e si inventa la differenziazione di categoria: il trialista! Il motociclista buono. Scusateci, è solo quella pecora nera con la sella, fate bene a stangarli, ma salvate quelli buoni, quelli che guidano in piedi...hanno un sacco di tessere e le previsioni le danno in aumento esponenziale per i prossimi anni.
Abbi pazienza, io non solo non ci sto, ma mi inviperisco come una iena. Mi fa vomitare il personalismo opportunista (altro che tricolore, è questo il vero collante italiano da celebrare nel 150°!!!) del "pro domo sua" che oltretutto non considera che la casa è già diventata, con questa operazione, una stanzetta, le altre stanze le ha fatte chiudere e sigillare col nastro bicolore: quella dove stanno rinchiusi gli enduristi smanettoni, quella dei fracassoni con le Supersport, quella dei criminali che cambiano le frecce alla propria moto per creare incidenti mortali (patetico!). però, e lo dico con invidia, chi ha una EVO potrà andare dove gli pare senza nemmeno il contrassegno di immatricolazione (leggi targa), circolando senza una sella (e il CdS, ricordiamolo, vieta espressamente la guida in piedi sulle strade) benedetto e addirittura tutelato dalle FF.OO. in quanto silenzioso e munito di gomme che non scavano? ma si, facciamola la guerra tra pezzenti, quale sarà il risultato? Solo quello di incentivare il carbonaro, i tanti che avevano accettato le regole rimetteranno il targhino, al forestale tireranno una bella scarpata nella palle e col cavolo che si fermeranno a far quattro chiacchiere: da banditi il destino è la fuga.
Vedete, è semplicemente una questione di coglioni. Permettetemi una volta tanto l'espressione poco edificante ma decisamente in grado di inquadrare il requisito. Una volta di più, mi pare che la FMI ha dimostrato di non saper difendere né i motociclisti come categoria unitaria e vantante medesimi diritti (e doveri) né tanto meno il suo altro scopo istituzionale, ossia la collaborazione con le case motociclistiche, che pure annaspano tra mille difficoltà. Insomma, hanno ribadito il concetto che non li hanno, ma lo sono, e tanto!
Qui non si difende la categoria, anzi, si butta a mare parte die ssa per salvare le tessere. Che sono quelle che mantengono la FMI: Disprezzo.
Poi non dimentichiamoci che questi problemi li viviamo solo in un 50% scarso del territorio. Il resto è zona franca, il Paese di bengodi. Evviva l'unità. Io vado, prendo su la moto e mi faccio la solita sterrata consentita.