Primo sabato con temperatura decente, anche se a metà ha colto impreparati i più con nuvole e pioggia. E strade di nuovo vive per il rombo del bi/tri e per il rumore da frullatore dei 4 cilindri.
Ammazza però, se i giesse sono quasi rigorosamente in triple black, quanto bianco c'è in giro? :-\
Bianche le naked, le Tourer, le ormai rare Supersport... perfino le endurone!
La mia prima moto era verde inglese metallizzato, la seconda e la terza blu elettrico, la quarta di nuovo verde e la quinta aragosta, le altre un arcobaleno casuale così come venivano proposte dalla fabbrica, fino alla stabilizzazione, ossia fino al fatto che, secondo me, la moto è bella quando ha tanto nero possibilmente opaco, magari con un tocco di rosso, che fa racing vecchia maniera in generale, e se è una Ducati costituisce un doveroso tributo al blasone.
Oggi invece si assiste impotenti all'improbabile, il bianco imperante è interrotto da
urendi caffellatte, gialli sbiaditi, perlati che a guardarli a lungo danno nausea con le loro cangianze.
E soprattutto un mare di plastica!
Grigia, argentea, nera goffrata. Ma dove sono quelle belle moto che da lontano venivano riconosciute dal rumore e dalla tonalità del rosso, o del blu, per l'oro dei loghi che ne ingentiliva le forme?
Le enduro si riconoscevano dal colore. Un marchio, un colore. Punto. Arancione= KTM, verde= Kawasaki, blu= Yamaha, giallo= Suzuki, Rosso= Honda e così via... Adesso sotto le grafiche il solito bianco come se altrimenti non le volesse nessuno. E via a sguerciarsi per captare il loghino, celato da ghirigori stilistici indecenti.
Prostituzione.