E il mio Mhr 900 del 1981 allora?

ero praticamente impazzito per quella moto, ne avevo trovata una in perfette condizioni da Grassotti & Rosa, chi e' di Torino sa' benissimo di che negozio sto' parlando, a quei tempi era il punto di riferimento di tutti gli appassionati di moto di Torino e dintorni, Batti Grassotti corse anche qualche Parigi-Dakar di quegli anni.
Venne perfino a sentirla girare un guru della valle di Susa, uno che conosceva vita, morte e miracoli delle Ducati di quel periodo, in pratica avevo coinvolto una marea di gente per l'acquisto di quella moto, la consegna era diventata un evento...

Devo dire che tanto entusiasmo venne ricambiato dalla soddisfazione di averla e di guidarla, raduno dello Stelvio, Misano a vedere una gara di moto storiche, giri in Francia a iosa, sara' stato l'entusiasmo o i vent'anni, ma allora in moto si andava spesso e volentieri.
La moto era da fachiri, il precedente proprietario, probabilmente affetto anche lui dalla sindrome del "cavallo basso", aveva tolto completamente la sella, messo un foglio di neoprene sottilissimo e rifatto l'imbottitura del codino che faceva diventare la sella una monoposto, e a me la cosa calzava a pennello...
Posizione di guida completamente "sdraiata", il manubrio era posto quasi all'altezza della sella, tipo bici da corsa..., ma la moto era leggerissima, intorno ai 200 kg. scarsi, non esisteva nemmeno il motorino d'avviamento, arrivato poi sulle successive versione di mille cc., indicatori di direzione rimossi, tanto allora non erano ancora obbligatori...Nonostante la posizione e la mancanza della sella, la moto permetteva anche delle lunghe percorrenze autostradali, non era certo una moto da tornanti, per salire allo Stelvio ti dovevi calcolare bene la traiettoria per non rischiare quasi di dovere fare manovra....E il rumore di scarico? A quei tempi l'arrivo di una Ducati si riconosceva anche a duecento metri di distanza, era il valore aggiunto, un rombo rauco e profondo dovuto allo "zoppicare" dei pistoni per via della disposizione ad L dei cilindri e delle marmitte Conti di serie quasi aperte, il rumore delle Ducati di allora era un marchio di fabbrica depositato, inimitabile.
Tolto i cuscinetti ad aghi del forcellone che avevano preso gioco, per il resto di problemi non me ne aveva dati assolutamente, partiva benissimo al primo o secondo colpo di pedale, il motore era eccezionale con una coppia ai bassi da trattore ed un allungo da distribuzione desmodromica, supera i 220 km/h senza problemi, l'unica accortezza era quella di cambiare l'olio motore ogni 3.000 km., a quei tempi non si parlava ancora di olii sintetici, di olio nel carter ne teneva la bellezza di quasi 5 kg....
Comunque tutte le volte che la posteggiavo, era una festa, si formava il consueto capannello di pensionati entusiasti che venivano momentanemante distolti dai lavori in corso...

Adesso la smetto altrimenti mi scappa la lacrimuccia, ma accarezzare quelle svasature del serbatoio ti rimane dentro....

