La Catrama non va avanti manco a pregarla, sul misto veloce (parola grossa!) pare un moldavo una domenica mattina post-festona popolare, però coi suoi limiti ti fa scoprire voglie nuove. Nel senso che dovendo andar per vasti sterrati e per di più a passo da funerale, cambi modo di vedere le cose e ne trai sensazioni diverse. Anche perchè, visto che il telefono prende quasi sempre e di rischi ce ne sono praticamente zero e comunque meno che ad andar per bitume, ci sta bene anche la solitaria.
Capita così che in uno dei soliti percorsi standard, rigorosamente ad anello, che con la Bastarda facevo a sparo, con la Culona si fa in scioltezza con spazzolate innocue e divertenti, mi facciaa addirittura venir voglia di fermarmi di tanto in tanto (anche perchè il formicolio alle mani è fastidiosetto

) e quando sei lì che fai? Un paio di foto.

Mannaggia, e pensare che t'avevo appena lavata... vabbè, andiamo.

Pot-pot-pot e si sale, filo di gas, quarta, con lo scoppiettio di una falciatrice Laverda arriva in alto senza fare una piega

E ancora più in alto

trottando per saliscendi, aprendo e richiudendo cancelli per il bestiame (definizione che fa pensare proprio a me sulla catrama)

e si inizia a ridiscendere. Però qui a quanto pare non si può più


si continua a scendere, e l'ossigenazione eccessiva mi crea flash creativi

Qui siamo al ricongiungimento con l'asfalto. Una volta quella era la prima "stazione di sosta" per chi saliva dal passo, poi è diventata la dimora estiva di una famosa soprano. Ora è completamente tagliata fuori dal tracciato della strada nuova.

